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Crimini e misfatti / 19897.4159 voti

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VOTO:
9

Uno dei più completi film di Woody Allen e, probabilmente, anche uno dei migliori. La passione del regista newyorkese per il tragico si unisce alla sua ben rodata capacità di commediografo.
La fusione dei due generi diventa occasione per trattare in maniera insolita temi importanti: la dicotomia scienza – fede, quella tra passione e affetti, gli interrogativi etici derivanti da un’azione disdicevole.
Alcune questioni sono soltanto accennate, liquidate in poche battute, ma non per questo trattate superficialmente. Come nel caso del dibattito religioso, nel giorno della Pasqua ebraica, tra il rabbino e la sorella scettica-marxista, rispettivamente padre e zia del protagonista Judah Rosenthal (l’ottimo Martin Landau in una scena che, in partenza, ricorda Bergman).
Forse unica pecca è l’eccessiva caratterizzazione stereotipata dei personaggi, che è tuttavia funzionale al fatto che ciascuno di essi ha un ruolo ben preciso nell’intreccio.
Judah rappresenta l’uomo di successo che lotta con gli scrupoli morali per le situazioni in cui si è cacciato (anche per tentare di uscire da guai peggiori). È il timorato di Dio ad orologeria, ossessionato dai rimorsi ma che col tempo si scopre leggero e rinfrancato nell’aver scampato la rovina, in un modo o nell’altro.
Cliff (Woody) e Lester (Alan Alda), sono due caratteri agli antipodi: il sognatore fallito e l’esuberante uomo di successo, destinato a trionfare nell’amore e nella vita, lasciando al primo soltanto una biliosa quanto esilarante vendetta.
I fratelli di Judah e Lester, pur essendo personaggi minori, sono quelli più importanti per lo sviluppo della sceneggiatura e dei temi trattati, rappresentando rispettivamente il delitto e la fede, proponendo le due antitetiche alternative ad una situazione compromettente.
La commedia come dovrebbe essere, impegnata ma che tuttavia non risparmia momenti di leggerezza, soprattutto grazie al personaggio interpretato da Woody, che regala alcuni dei momenti umoristici più alti della sua carriera (penso alla battuta su Joyce e non solo).
Il Woody migliore, quello da conoscere, quello che ci manca tanto quando ci scontriamo con questi ultimi film della vecchiaia.

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