NientePopcorn

C'è ancora domani / 20237.7187 voti

an image

Compromesso

di
VOTO:
6

Paola Cortellesi esordisce alla regia con un film paraculo ma allo stesso tempo estremamente coraggioso.
Paraculo perché il film è in un periodo storico florido per il femminismo.
Coraggioso perché portare un film nel 2023 in Italia in B/N e in formato 4:3 potrebbe essere un bel modo per darsi la zappa sui piedi(in termini meramente economici ovviamente) e fare un bel flop, invece questa è la dimostrazione che il pubblico è solo diseducato e che i film hanno solo bisogno di essere spinti un po’ di più da pubblicità e critici.

Ciò che ha funzionato a livello commerciale è ciò che a me ha fatto storcere un po’ il naso.

Questo film è un grosso compromesso.

Mi spiego meglio: il film superficialmente funziona e racconta la storia di una famiglia romana molto povera, nello specifico di una donna sottomessa da un marito violento nella Testaccio del ’46, poco prima del suffragio femminile.

Dico superficialmente perché ad un occhio poco attento o anche solo meno “esperto” o forse è solo una questione di gusti, comunque questo film potrebbe sembrare un’opera maestosa perché sotto il punto di vista della recitazione c’è poco da dire: Mastrandrea è ottimo, cosi come la Cortellesi, i loro figli, Colangeli, la Fanelli, veramente nulla da dire anche se a tratti ho trovato alcune battute eccessivamente forzate e i caratteri un po’ manichei;
la vena comica che esce fuori funziona quasi sempre, in sale ridevano tutti e ammetto che anche io mi sono divertito abbastanza, a momenti;
ottimo l’utilizzo della CGI per il ringiovanimento, tra l’altro di produzione italiana;
regia estremamente solida;
è un film che ha una sua morale ma non è moralista e invita lo spettatore a riflettere sulla società in cui ci troviamo oggi, perché non è vero che “se stava meglio quando se stava peggio”.

Parlavo di compromesso prima perché quello che ho trovato debole, tanto per cominciare da una cosa, è l’utilizzo del bianco e nero, si ok, dona quell’aspetto retrò ma non c’è un studio vero e proprio ne di conseguenza un buon utilizzo di luci e ombre come poteva essere per un film di Bergman, o, senza andare a scomodare Bergman, per L’uomo che non c’era dei Cohen, quindi hanno applicato il filtro e basta.
La messinscena è troppo pulita, non si percepisce abbastanza la povertà, non basta un vestito un po’ scucito o poco prosciutto nel panino per capire certe realtà, la Cortellesi è troppo serena in volto, i capelli sono sempre a posto, per me non ha proprio il viso adatto, se ha provato a trarre ispirazione dal neorealismo ha fallito perché è completamente l’opposto.
Un film che tratta certi temi dovrebbe essere tutto fuor che patinato, faccio un esempio: Pasolini era naif e probabilmente inferiore tecnicamente su tutti i fronti rispetto a questo film ma quando finivi di vedere Accattone ti veniva il disgusto, capivi cos’era la fame e la disgrazia, con C’è Ancora Domani si prova una pallida tristezza e vedere la Cortellesi che dopo aver fatto da Pungiball per Valerio Mastrandrea non ha un livido in faccia a me da un po’ fastidio, poi non ho capito la logica di lividi e ematomi, se sono nascosti sul collo e sulle braccia vanno bene basta che sono coperti e si può decidere quando mostrarli mentre sul viso no, perché?
Perché nell’unica scena di violenza(perché le altre sono tutte fuori campo) utilizzano quel sistema del ballo?
Non ha voluto spingere per fini commerciali o per gusto personale?
Io credo che un tema del genere meriti un po’ più di seriosità e un maggior coraggio di esplicitazione della violenza e della povertà, è troppo diluito.

Altro problema, come chiede al soldato americano il “favore” se non spiccica una parola di inglese?
La domanda mi è sorta spontanea anche se devo dire che è un dettaglio non mi ha infastidito per nulla.

Concludo dicendo che consiglio la visione, il mio è un giudizio un po’ cattivo ma positivo di un film, per me, però, nel complesso modesto, la Cortellesi ha ripreso un tema fuori dai canoni del cinema italiano moderno e ha fatto molto bene sia alle persone che alle sale.

Questa recensione ha 6 commenti

Exit mobile version