NientePopcorn

Chiamami col tuo nome / 20177.5436 voti

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Un Guadagnino esemplare

di
VOTO:
8

Ornato da una bellezza quasi didascalica, impregnata com’è, di cultura classica e umanistica, ”Call Me by Your Name” sonda con la delicata ricercatezza di un petalo di rosa, irriverente, ma allo stesso tempo candido, inumidito dal baleno vermiglio della passione, il rapporto omosessuale tra un diciassettenne e un universitario, nella cornice di un’Italia politicamente ancorata al nome di Craxi.
Un’Italia degli anni ’80, letta attraverso l’esercizio letterario e artistico del trasporto, dell’impeto e del dolore.
Guadagnino ossequia i suoi maestri ( cinefili e non ) trasponendo e modellando sulla livrea del libro, una vasta gamma di emozioni, riconducibili a stati d’animo inespressi, o avidamente sognati, e infine cercati.
La sceneggiatura segue il passo disteso degli amanti, tra bonaccia e mare mosso, con dialoghi cuciti sulle bocche e sugli sguardi degli attori, vestiti all’occorrenza da inquieti e suscettibili silenzi, interrotti solo dal rumore sordo e reboante del desiderio.
Forse Guadagnino si perde troppo nei tratti distintivi, tra gli elementi che si ripetono nei suoi schemi, volti sia a omaggiare che a percorrere strade solitarie, ma nel cammino non si perde, e acquista sempre più autonomia, fino alla poesia finale, in cui si incrocia estetica e maniera.

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