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Curb Your Enthusiasm / 20137.6622 voti

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VOTO:
7

Steve McQueen firma la sua terza opera e questa volta c’è un cambiamento più evidente: se Hunger e Shame colpivano duro come un pugno pur partendo da un microcosmo narrativo, con 12 Years a Slave prende la regina tra le tematiche prettamente americane, la spoglia di certi clichè e manierismi e racconta una storia terribile calcando la mano dove solo lui sa fare. Pennella inquadrature perfette, baciate da una grande fotografia che è pura meraviglia nelle scene buie, squarciate da fasci di luce fredda, inquadra costantemente la vastità di una natura bellissima (e fa un po’ Malick) e poi le scudisciate sulle schiene e i brandelli di carne che volano al tocco di una frusta; tutto nel suo stile, tutto con determinata eleganza, sfruttando i suoi soliti riusciti piani sequenza come dei trapani emotivi sullo spettatore, fino a che bucano il muro di indifferenza che potrebbe esserci. Riuscito film, duro e aggraziato, è anche, almeno per me, qualcosa al di sotto delle due opere precedenti. Si perde un po’ quella dimensione intimista e forse per questo più tragica, per esplorare una grande dramma americano, con cui mi risulta più difficile alle volte empatizzare. E’ stato più facile emozionarsi per le cronache di un sex-addict, paradossalmente, e non so quanto ciò sia dovuto a una ragione puramente soggettiva o all’effettiva mancanza del tipo di storia di Hunger o Shame, che su di me ha avuto effetti meno blandi di 12 Years a Slave. Forse un progetto così, più spiccatamente hollywoodiano, toglie un po’ del fascino a McQueen, che si nota e si ritrova sempre, ma meno incisivo, più inquadrato e debole. Aldilà di tutto ciò comunque, resta un gran film e bellissime interpretazioni: il protagonista, Chiwetel Ejiofor, è bravissimo nel mostrare il dolore del suo personaggio, contenuto ma forte e Lupita Nyong’o merita i complimenti ricevuti ( ma aspetto altre prove prima di gridare alla perfezione). Gli schiavisti sono i personaggi contrapposti di Benedict Cumberbatch ( incisivo, bravo) e Michael Fassbender e quest’ultimo è assolutamente magnifico, esagerato, cattivo. Tanti altri nomi, famosi o meno, sono ben sfruttati e l’unica cosa che ho trovato poco all’altezza è stata la OST di Zimmer, poco ispirato secondo me.
Non il mio McQueen ideale, ma cionondimeno un bel film.

Questa recensione ha 9 commenti

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