NientePopcorn

Shameless (US) / 20118.2267 voti

an image

Miseria e nobiltà

di
VOTO:
7

Prima stagione
Shameless U.S. è un dramedy che esaspera in maniera brillante una serie di topoi umani.
Avrei voluto assistere alle riunioni degli sceneggiatori, per rubare i segreti legati alla loro capacità di mostrare in chiave comedy l’oggettiva assurdità delle situazioni stra-reali che, di volta in volta, sceglievano di portare in scena. Mi piace immaginare che gli sceneggiatori abbiano parlato a lungo con vari assistenti sociali, che abbiano letto molta cronaca locale, che abbiano frequentato piccole comunità, per arrivare a questo grado di definizione delle complicazioni esistenziali dei vari personaggi, perché penso che sia palese che la realtà, questo tipo di “realtà”, sia sufficiente a se stessa, che -insomma- non ci sia bisogno di inventare granché, a livello narrativo, quando la vita si basa solo sull’arrangiarsi.

In soldoni, credo che Shameless mi diverta perché mi ricorda la commedia tradizionale italiana: ci sono dei momenti in cui, con le debite proporzioni e differenze, la citata “arte dell’arrangiarsi” sembra quella di Miseria e nobiltà di Scarpetta, di certi film con Totò, di alcune commedie di Scola o Monicelli.

A memoria mia, finora, non avevo mai visto William H. Macy in un ruolo tanto negativo come quello di Frank Gallagher. Eppure, lo veste benissimo.

Voto prima stagione: 7 stelline.

[Aggiornamento dicembre 2023]
I Gallagher mi hanno fatto chiassosa compagnia per un anno abbondante: mi hanno fatto appassionare con uno schiocco di dita alle loro storie strampalate che tengono un piede nell’assurdità della realtà e l’altro nella fantasia sempre più malinconica degli sceneggiatori.
A ogni episodio, mi domandavo quanto si sarebbe alzata l’asticella e abbiamo raggiunto il cielo.
Non potevo chiedere molto di più a questa serie, rispetto a quel che mi ha dato: bei personaggi, belle situazioni, un sacco di spunti di riflessione sulla società contemporanea.
Ho solo un grosso rammarico: l’assenza di Fiona, soprattutto negli ultimi episodi dell’ultima stagione. Solo Frank sembra ricordarsi di lei (il che è sia emblematico e sintomo di una sorta di stanchezza narrativa che, a suo modo, toccante).
Capisco che ci saranno stati dei motivi contrattuali, perché Emmy Rossum non potesse comparire, non lo so, non ho approfondito.
Ma io parlo proprio dell’assenza “spirituale” del personaggio.

In particolare, ricordo un passaggio a ridosso del matrimonio di Ian e Mickey. Ian dice (mi pare che stia parlando con Debbie) che gli manca la mamma, che è morta (televisivamente parlando) decine di episodi prima e che (umanamente parlando), sì, sarà anche stata la madre e la nostalgia ci sta, ma sappiamo bene quanto Monica sia stata un genitore fallimentare e totalmente assente.
Nessun cenno, neanche per sbaglio, alla sorella maggiore che l’ha cresciuto e a cui, finché si è vista nella serie, è stato super legato (Fiona era l’unica della famiglia che andava a trovarlo in prigione, per esempio).

Mi è sembrato un vuoto narrativo che, seppur giustificato dall’egoismo congenito dei Gallagher, mi è sembrato insensato sul piano meramente narrativo.

Per il resto, lunga vita ai Gallagher. (Sempre televisivamente parlando) Credo di essere arrivata al punto di volergli bene (Debbie esclusa, ovviamente).

Voto finale: 8 stelline.

Questa recensione ha 2 commenti

Exit mobile version