Neo-western (posso?) decisamente interessante, vuoi perché ambientato in Australia (contesto geografico già battuto, più o meno seriamente dal genere, vedi Carabina Quigley, per esempio), vuoi per l’ambiguità -tra il crepuscolare e l’idealizzato- dei protagonisti.
L’Australia dei pionieri inglesi è un Paradiso Perduto in cui vige la legge della giungla e anche i cosiddetti portatori di legge e civiltà si lasciano sopraffare da codici umorali e mortiferi: in queste terre, sembrano esistere solo morti che camminano, avvolti da nugoli di mosche affamate, una visione apocalittica che stride nettamente con la bellezza commovente dei paesaggi e dei tramonti.
Chissà perché ritengo non sia un caso che le visioni post-XX secolo dei Mad Max di George Miller siano (oltre che girate in quei luoghi) così fortemente debitrici dell’atmosfera lunare e definitiva del continente australiano.