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Signs / 20025.6393 voti

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La guerra dei mondi di Shyamalan

di
VOTO:
6

Rivedo questo film dopo taaanti anni, forte dei lavori successivi di Shyamalan e di (mie) nuove esperienze cinematografiche, nel tentativo di afferrare ciò che, in prima battuta, potevo essermi persa.
E confesso di aver rivalutato in positivo il film, che ricordavo scalcinato e senza costrutto.

Si tratta di un esercizio edonistico dell’autore, è indubbio. Certe inquadrature, certi movimenti di macchina… è puro compiacimento che strizza l’occhio agli amanti del vecchio cinema d’atmosfera. Shyamalan si diverte a citare Hitchcock (per esempio) fin dai titoli di testa, con le musiche di James Newton Howard che ricordano prepotentemente certi classici del thriller (e si ritaglia il consueto cameo, dando puntualmente prova di non essere granché come attore).
Credo che alcune scelte stilistiche ed estetiche non esulino neppure da una certa influenza spielberg-iana. Ed è curioso pensare che questo film che ricorda molto La guerra dei mondi di H.G. Wells preceda di poco l’adattamento cinematografico del romanzo a opera di Spielberg (2005), in cui ci sono molti dei temi affrontati qui da Shyamalan, in primis il recupero degli affetti famigliari.

Perché Signs non è un horror propriamente detto: usa il pretesto orrorifico e fantascientifico di ogni buon b-movie sull’home invasion aliena per parlare di paure ben più elementari, come quelle della Morte e del Dolore.

Il film zoppica qui e là, difetta nella rappresentazione del “mostro” e non può neppure contare su buone interpretazioni di Mel Gibson e Joaquin Phoenix, nonostante si tratti di attori navigati (all’epoca, Phoenix era ancora molto giovane, ma non era un debuttante). I bambini sono abbastanza improbabili (come è giusto che siano in questo contesto, direi): Rory Culkin risulta antipatico e la (very) little miss sunshine Abigail Breslin fa tenerezza.
Però, Signs intrattiene quanto basta e fila via che è un piacere, senza fronzoli inutili.

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