Wow. Amo queste messe in scena alla Cluedo sia nella forma che nei contenuti. Il rischio è sempre quello di una sceneggiatura debole, ma qui Johnson si è superato: non solo mette in piedi una corale partita a scacchi (o a Go in questo caso), ma la amplia al di fuori della scacchiera, superando così l’effetto “genio che orchestra il delitto perfetto”. Si, perché l’architettura degli eventi è superata e compromessa dal caso, la componente stocastica che più di una volta entra in gioco e sovverte i meccanismi del deus ex machina. Ma non solo. Il caso, in questo caso, non veste i panni dell’intoppo nei piani, ma ha più a che fare con l’interazione dei personaggi, le pensate dell’ultimo minuto e i riaggiustamenti in corso d’opera. Un giallo in fieri, non uno da grande burattinaio. Era da un po’ di tempo che non mi capitava di vedere una trama così ben disegnata.