NientePopcorn

Bernie / 20126.838 voti

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Gioco di specchi

di
VOTO:
7

Quando la realtà supera la fantasia. Il soggetto del film si ispira a un fatto realmente accaduto. La leggenda dice che Linklater lesse un articolo sulla condanna di Bernie Tiede all’ergastolo e si interessò alla grottesca vicenda che aveva portato l’uomo in galera tanto da volerne realizzare un film e, sostenuto da Jack Black e McConaughey, da promuovere una campagna in favore della scarcerazione di Bernie.

Riguardo al film, a parer mio Linklater ha realizzato una commedia nera gradevole benché -a tratti- inquietante per via di alcune declinazioni del soggetto (le manipolazioni della ricca vedova, il sovvertimento della morale comune, ecc.), retta benissimo da Black che gigioneggia di lusso, fra calcolatissimi vezzi espressivi e parentesi canterine e di ballo perfettamente nelle sue corde.
Bravi anche McConaughey e la MacLaine che ha sfoderato ancora una volta le sue collaudate espressioni arcigne.

Ma ciò che mi ha fatto davvero sussultare sul divano è stata la scoperta finale che praticamente tutti i comprimati del film sono i veri abitanti di Carthage che interpretano sé stessi, rievocando gli eventi occorsi qualche anno prima nella loro comunità.
Con questo film, Linklater ha sperimentato una curiosa forma di fiction documentaria, un gioco di specchi in cui la recitazione delle comparse non è tale o, perlomeno, non lo è del tutto.

A corollario, quando, nel 2014, Bernie è stato liberato e sottoposto a un regime detentivo simile agli arresti domiciliari, la giuria ne ha assegnato la custodia a Linklater, che lo ha accolto a casa sua, a Austin.
Per la cronaca, l’esito di un secondo processo, svoltosi nel 2016, ha fatto tornare Tiede in galera.
Cosa dicevamo? Ah, sì: quando la realtà supera la fantasia.

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