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Barbie / 20236.5219 voti

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Un incubo tinto di rosa

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Il film m’ha fatto ridacchiare abbastanza, ma, a conti fatti, Barbie è un incubo postmoderno tinto di rosa da cui non ho visto l’ora di uscire.
Tutto è esasperato ed esasperante.

Forse, se avesse mantenuto un registro più realistico nella parte ambientata nel mondo reale, avrei apprezzato di più i contrasti e i livelli di complessità del messaggio che promuove.

Invece, presenza delle Barbie a grandezza naturale e quantità di rosa a parte, fra Barbieland e Los Angeles sembra non esserci nessuna differenza formale.
Nel mondo “reale” (dove, correttamente, vige un’impostazione patriarcale della società e il maschilismo tossico e il mansplaining regnano sovrani), gli esseri umani (di sesso biologico maschile) si muovono come marionette e ragionano come Baby Bua e gli ambienti in cui si svolgono le loro azioni sono essenzialmente tre, come in un diorama (o in un catalogo di giocattoli): sede della Mattel, scuola, spiaggia.
Dal canto suo, Barbieland è un luogo i cui abitanti seguono un pensiero unico, sono super consumisti e hanno un approccio positivo posticcio alla vita.
Questo appiattimento totale ha finito per fiaccare il mio entusiasmo.
Gli sceneggiatori (Baumbach e la Gerwig) non sono riusciti a evitare il rischio (in effetti, difficilmente evitabile) tipico dei prodotti che cercano di smontare stereotipi con altri stereotipi.
O la cosa è stata voluta?
Com’è come non è, io meh.

Margot Robbie è Barbie fatta carne, perfetta sotto ogni punto di vista (cit.).
Ryan Gosling è un autoironico bietolone, perfetto anche lui, per fare quanto richiesto.

Poi, ci sono anche trecentomiliardidimilioni di citazioni e ventordicimila guest star, il che può essere divertente, all’inizio, ma – come dicevo – dopo un po’, il troppo stroppia.

P.s.: non è un film per bambini. Per favore, non portate i bambini a vedere Barbie, a meno che non siate disposti a spiegare molte cose, prima e dopo la visione del film. Non so cosa un under 14 potrebbe capire dei 2/3 dei dialoghi, senza un supporto o un confronto costruttivo con una persona più ferrata sugli argomenti, sui giochi di parole e sui doppi sensi del film.

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