Vikings

Una montagna russa di emozioni, a volte troppo veloce e altre fin troppo lenta, a volte avvincente altre meno. Troppi cambiamenti nel corso delle stagioni, troppe storie sviluppate e che spesso devono essere abbandonate per un po’ per riportare alla pari quelle lasciate troppo indietro. Nonostante tutto però mi affascina, le battaglie e le strategie di guerra appassionano lo spettatore interessato al tema e non manca sicuramente di momenti epici che fanno esclamare un solenne “wow”.

Vista un anno fa, ancora me ne sento orfana. Non ho più trovato nulla di così coinvolgente e ben realizzato. Tra l’altro mi ha dato occasione di rispolverare i miei studi e ho verificato quanto sia storicamente pertinente (seppure con le dovute licenze, vista l’assenza di fonti dirette: una tra tutte, si attribuiscono a un unico personaggio imprese realizzate perlomeno da due diversi capi). Recitazione, costumi, scenografia indimenticabili, nulla a che fare con le serie create sulla scia di Vikings e sulla moda della mitologia e dei popoli del nord. Personalmente comincio a distaccarmi da ciò che sto guardando quando divento consapevole dei “trucchi” della sceneggiatura, quando mi accorgo che sono lo spettatore e quello è un prodotto dell’industria cinematografica, quando inizio a percepire che l’attore non è diventato quel personaggio fino in fondo. Beh, tutto ciò con Vikings non succede, cosa che solo le migliori serie in assoluto riescono a fare… Sei “dentro” e non ti chiedi “dove avranno posizionato la telecamera per questa scena” oppure “saranno controfigure a girare”… il gioco del cinema funziona come poche volte e dimentichi ciò che ti circonda…Mi ha ammaliato al punto che ho iniziato a leggere il canto dei Nibelunghi…

Poche balle ragazzi, questa è una serie che va vista assolutamente e che crea assuefazione, per di più. L’ho cominciata con sospetto, ma c’è voluto poco per essere “hooked”, come dicono gli americani e anche seriamente. C’è tutto quello che si può cercare in una serie, qui: avventura, battaglie, amore per la propria donna e per i figli, amicizia, voglia di conoscenza, allargamento dei propri orizzonti mentali. Tutto. Ed una profondità che proprio non ti aspetti in una serie del genere. Ragnar Lothbrok è uno dei più grandi personaggi creati negli ultimi 20 anni.

Sin dal 2013, anno della release della prima stagione, Vikings è stata in grado di conquistare migliaia di fan in tutto il mondo grazie al realismo che caratterizza la storia dei protagonisti, l’ambientazione, simile a serie come GoT, e la profondità di alcuni personaggi, uno su tutti Ragnar Lothbrok (Travis Fimmel).
Lo show di History è un fantasy drama che racconta le medioevali gesta semi-leggendarie di Ragnar e altri audaci navigatori vichinghi che si spinsero verso nuove terre, dalla Gran Bretagna alla Francia.
Perché vicende così lontane ci appassionano così tanto?
Paradossalmente la risposta risiede proprio nell’attualità di queste vicende: i giochi politici tra i vari conti protagonisti, gli scontri tra pagani e cristiani (visti dal punto di vista dei pagani) e le continue mescolanze tra culture diverse ci fanno prendere contatto con tematiche tanto attuali quanto scottanti. È per questo, dunque, che Vikings, oscillando tra il mito della religione nordica e la storia delle conquiste nordiche, rappresenta una delle serie contemporanee più forti, con personaggi particolarmente complessi e in continua evoluzione, che ci portano naturalmente a empatizzare con le loro scelte.

Per approfondimenti: http://www.artesettima.it/2018/02/10/vikings/