mah ! / 4 Febbraio 2018 in Vicini del terzo tipo
solito filmino estivo per lo spettatore medio americano. Insipido.
solito filmino estivo per lo spettatore medio americano. Insipido.
La serie era stata concepita inizialmente da Fogelman con il titolo di “Down to Earth” e parlava in maniera molto generica di una famiglia del New Jersey che si sarebbe trasferita in una non meglio precisata comunità recintata abitata da alieni (simile a quella in cui abitava sua madre. Alieni a parte, si presume). Viene trasmesso dalla ABC un pilot dal titolo di “The Neighbors” in cui quasi nulla è cambiato, in soldoni, a parte il titolo.
La famiglia Weaver, che ruota intorno alla figura della madre Debbie, si trasferisce all’interno di una comunità aliena il cui capo è il peculiare Larry Bird (che all’inizio avrebbe dovuto chiamarsi Wilt Chamberlain): sua moglie Jackie Joyner Kersee è di colore e il loro figlio maggiore è un asiatico. E la cosa sembra loro perfettamente normale. Ci sarebbe un’intera recensione da scrivere solo sul figlio minore, Dick Butkus (riferimento a un famoso giocatore di football americano che alla fine della sua carriera sportiva ha recitato e comparsato in diverse produzioni televisive e cinematografiche, considerato da Larry uno degli uomini più illustri e rispettabili della terra). Qui, una volta venuto a conoscenza della vera identità dei loro peculiari vicini, che vestono allo stesso modo e hanno abitudini e famiglie a dir poco bizzarre, incomincerà una difficile convivenza.
Ora, a noi italiani può sembrare parecchio strana come idea quella di una comunità recintata (con tanto di cancello che in un episodio arriva a tenere lontani i bambini arrivati a chiedere dolcetti per Halloween – festività da cui gli alieni sembrano essere a dir poco atterriti) in cui la gente è sottoposta a rigidi controlli nel vestiario, nell’aspetto delle proprie abitazioni, nelle proprie abitudini di vita e in cui persino l’accesso agli estranei è attentamente monitorato, e quindi darci fin dall’inizio un’idea “aliena” che rende forse molto meno sconvolgente la realizzazione di ritrovarsi di fronte a una comunità di extraterrestri. Ma va detto che in America è una realtà del tutto comune, e la stessa madre dell’ideatore della serie vive in uno di questi posti (alieni a parte).
Si chiamano CID (Comunità Cintate) , e sono per l’appunto piccole comunità protette in cui in cambio di un canone annuale pagato dai proprietari si accede a un micromondo protetto in cui case, parchi e servizi sono del tutto privati e inaccessibili agli esterni e ogni decisione è presa da un solo membro per famiglia (proprietaria) mediante votazioni. Si ottiene sicurezza di vivere in un mondo in cui gli abitanti sanno di condividere spazio vitale con chi condivide i propri valori.
Situazione qui portata all’eccesso con intenti comici.
*
Vicini del Terzo Tipo è una serie abbastanza nonsense che può far storcere il naso per più di un motivo: è fantascienza ma una sit com per famiglie, è divertente ma a conti fatti l’umorismo si concentra sempre sullo stesso tema, i Bird che non riescono a concepire un’abitudine terrestre (ci si ritrova nella prima serie con tre episodi di fila incentrati su tre festività diverse) e dà l’idea che le idee finiranno presto se non si riesce a trovare il giusto modo di incanalare le idee (e no, la love story tra il figlio dei Bird e la figlia dei Weaver NON è il modo giusto di incanalare le idee, santa pace!!). Cionondimeno riesce ad essere folle e divertente e, almeno per questa prima stagione trasmessa dalla fox, una ventata d’aria fresca in una programmazione di action serial e drammi medicali in cui si passa più tempo con la lingua in bocca a qualcuno che col bisturi in un paziente.
Menzione finale di demerito a chi nel nostro paese decide che, tra l’altro nello stesso anno, decide di chiamare nello stesso identico modo due prodotti dal titolo completamente diverso. “The Watch” con Ben Stiller. E per l’appunto questo “The Neighborgs”. Tra l’altro entrambi prodotti nel 2012. La mente corre a una via di mezzo tra gli sceneggiatori di Boris e quell’episodio dei Simpson in cui il team di cervelli del network di Grattachecca e Fichetto deve decidere un nome per un nuovo personaggio che sia tipo Poochie, solo un po’ meno patetico. E tutti si mettono d’accordo su Poochie pur di tornare a casa presto.
Non ci sono citazioni.
Non ci sono voti.