22 Settembre 2022 in Toriton

50.000 anni fa esisteva una città di nome Atlantide che un misterioso terremoto ha fatto precipitare in fondo agli abissi.
La città era abitata dai Tritoni, in eterno conflitto con i loro nemici, i Poseidoni.
Per punirlo di ciò, il dio Poseidone scatena il terremoto che distrugge Atlantide e che decreta la morte di tutti i Tritoni.
Prima di soccombere al loro destino, una coppia di Tritoni affida il loro unico figlio ancora in fasce al mare dentro una conchiglia.
Il piccolo viene salvato da un pescatore che lo salva e lo cresce come un figlio.
Trascorrono gli anni e il bambino il cui nome è Toriton è ormai un ragazzino di tredici anni che sente un forte richiamo verso il mare.
Un giorno, mentre è seduto pensieroso nei pressi della spiaggia, vede una delfina parlante che gli si avvicina e inizia a raccontargli della sua storia e della sua missione, quella di liberare gli oceani dalla nefanda presenza dei Poseidoni e di riportare così la pace tra le creature che vi dimorano.
Ha inizio per il ragazzo un lungo viaggio attraverso i mari del mondo alla ricerca dei suoi nemici.
La prima produzione animata diretta da Yoshiuki Tomino e basata su un manga di Osamu Tezuka è un anime epico e avventuroso che unisce due mie grandi passioni, il mare e la mitologia, un cartone dove sono presenti i temi più cari a Tezuka, l’amore per la natura e per gli animali, il rispetto nei confronti dell’ecosistema che purtroppo oggi non esiste più con conseguenti ingenti danni che stiamo vivendo, i danni provocati dall’inquinamento perpetrato dall’essere umano ma si può notare anche un abbozzo di tematiche che verranno poi meglio sviluppate nelle successive produzioni di Tomino, la diffidenza nei confronti di chi si ritiene diverso(gli umani del villaggio vedono di cattivo occhio Toriton per via del colore dei suoi capelli) e una certa cruenza nelle battaglie che rivedremo in Zambot, la “necessità” di combattere per riportare la pace(l’antico detto romano “si vis pacem para bellum”), l’inutilità di un conflitto, il fatto che la guerra non porti né vinti né vincitori ma soltanto vittime e i tormenti di un protagonista costretto a uccidere che ritroveremo in seguito in Gundam e nelle afflizioni del suo protagonista(emblematici sono due dialoghi, il primo nell’episodio dieci quando Toriton rimprovera la sua capricciosetta compagna Pipi e le dice:”dobbiamo combattere i Poseidoni per riportare la pace negli oceani!” E lei le risponde:”Pace? Quale pace, tu uccidi!” E la risposta del protagonista:
“Io faccio solo il mio dovere, devi capire che ci sono dei sacrifici da fare” oppure quando nell’episodio dodici, durante l’ennesima battaglia dice “Ma perché bisogna sempre uccidere?” ), la consapevolezza che l’intelligenza umana sia superiore a tutto(in un episodio Toriton costruisce una casa per lui e Pipi e quando lei l’osserva stupita lui le risponde che è stato il suo padre adottivo a insegnargli a costruirla, che l’ha cresciuto con la convinzione che l’intelligenza umana sia superiore a quella di qualsiasi altra forma vivente) e il rovesciamento finale tra buoni e cattivi che rivedremo in Daitarn(c’è anche il fatto che Poseidone arruoli gli uomini per trasformarli nei suoi fedeli collaboratori, così come Koros e Donzauker arruolavano uomini per farne dei Meganoidi).
I disegni, che a un occhio moderno potranno sembrare sorpassati, per me sono bellissimi, dolci ed espressivi(dopo Shingo Araki Osamu Tezuka è il mio.mangaka preferito).
Come tutte le opere dirette da Tomino trovo che non sia propriamente adatta a un pubblico di piccolissimi, trovo che sia una serie adulta, non solo per i temi ma anche per una buona dose di violenza presente(uccisioni e morti abbastanza cruenti).
Il doppiaggio non mi è piaciuto, oltre ad avere totalmente cambiato il senso del finale(un’altro aspetto che lo accomuna a Daitarn) è uno di quei doppiaggi strambi, con un povero doppiatore messo lì a interpretare tutte le voci. Non mi è piaciuto nemmeno la scelta di una voce femminile su un personaggio maschile, seppur trattandosi di una voce di alto livello di Giorgia Lepore(era una cosa che andava di moda quarant’anni fa quello dei doppiaggi ridotti a un unico o due doppiatori che dovevano interpretare tutti i personaggi).
Peccato non abbia avuto successo in patria (forse perché come Pollon ritenuto troppo occidentale? Eppure è curioso come “i cavalieri dello zodiaco” abbiano avuto un successo straordinario ) perché è una serie che per me merita.

P.s. la sigla per me è fantastica, una tra le mie preferite dei mitici Rocking horse.

P.P.s. In un episodio viene omaggiata la vampira Carmilla creata dallo scrittore Joseph Sheridan Le Fanu.

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