Recensione su The Midnight Gospel

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The Midnight Gospel / 15 Maggio 2020 in The Midnight Gospel

“The Midnight Gospel” è una delle serie evento di questo 2020.
Clancy Gilroy, uno spacecaster di 44 anni, decide di lasciare casa per andare ad attraversare mondi prossimi alla distruzione grazie ad un simulatore a forma di vagina.
L’effetto è straniante e spesso parossistico: il flusso di coscienza risulta spesso (in particolare nelle puntate centrali) completamente impossibile da seguire a causa dell’abnorme flusso delle immagini e delle battute tra il surreale ed il grottesco(spesso totalmente slegate dalle immagini). In più di un momento si arriva o alla noia o a quello che io chiamo lo stato “WTF”, anche per chi è abituato al surrealismo più estremo. Forse il cinema di Jodorowski è ciò che si avvicina di più a questo mondo, ma paragonare Pendleton Ward ad Alejandro Jodorowski è come paragonare Federico Chiesa a Lionel Messi. La serie tuttavia si risolleva completamente nelle due puntate finali: queste infatti si dimostrano sorprendentemente profonde e le immagini, unite alle considerazioni filosofiche di carattere buddhista dei personaggi, risultano un accompagnamento poetico ed intelligente delle tematiche che si vanno ad affrontare.
Le tematiche affrontate dalla serie sono molteplici: forse questa infinita serie di temi(dall’importanza della meditazione all’uso di droghe, dalla morte al valore dell’ascolto) risulta difficilissima da affrontare in una singola puntata(puntate che raggiungono al massimo i 35 minuti): forse scrittura più lineare avrebbe sicuramente giovato alla serie(Bojack Horseman è un esempio di come si possono trattare temi importanti in una serie TV animata, anche grazie ad una scrittura lineare).
In generale,scrivere una serie su un podcast(la serie infatti è basata su un podcast di Duncan Trussell) è praticamente impossibile: coraggioso il tentativo, ma non completamente riuscito se non per i due picchi finali.
Piccolo appunto finale: i prodotti Netflix stanno diventando sempre più sperimentali. E’ la dimostrazione che anche le piattaforme di streaming stanno finalmente diventando “adulte”? Sicuramente, in questo momento, una piattaforma di streaming per il cinema italiano potrebbe essere una (momentanea) salvezza per la crisi dell’industria cinematografica italiana, acuita dalla pandemia di Coronavirus.

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