6 Recensioni su

The End of the F***ing World

/ 20177.1211 voti

Mh… / 15 Luglio 2018 in The End of the F***ing World

La serie inizia molto bene, e con grandi pretesti. Tuttavia verso le ultime puntate diventa piatta e noiosa, non accade nulla e il finale…
oh dio, il finale rovina proprio tutto. Inoltre vengono presentati personaggi che risultano inutili alla trama, rapporti che credi si evolveranno ma gli sceneggiatori se ne sono dimenticati. Sufficiente, niente di più.

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Bello ma.. / 8 Febbraio 2018 in The End of the F***ing World

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

è una serie che mi ha tenuta un po’ incollata, una puntata tira l’altra. colonna sonora bellissima, regia altrettanto valida secondo il mio parere.
l’unica cosa è che la trama è un po’ banale, quasi prevedibile, il tema dei ragazzi che scappano e compiono crimini senza avere la razionalità per capirlo è trito e ritrito, non ci sono stati colpi di scena che mi hanno fatto rimanere sorpresa.
anche se la trama è quella che è, questa è una serie girata bene e piacevole da guardare, nulla di eccezionale ma bella.

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Bellino da matti / 1 Febbraio 2018 in The End of the F***ing World

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

a mio parere, le successive 7 puntate non sono all’altezza della prima, veramente un overdose di simpatica e irriverente follia!Dal secondo episodio in poi, questo aspetto si perde leggermente…ma solo leggermente eh.
Comunque bel prodottino , che scorre via allegro in un paio di serate .
I due ragazzini sono sorprendenti : lei bravissima , lui addirittura mostruoso. Lo ricordavo già nell’episodio pedo-pornografico di Black Mirror, anche li mi impressionò.
Molto molto azzeccato anche il papà di Alyssa, fantastico!
Bellissima e realmente credibile, anche la fotografia.

Insomma, avrei dato 8. Un voto in meno perchè detesto i finali aperti.

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Disagi! / 11 Gennaio 2018 in The End of the F***ing World

Prima stagione di gran successo. Mi è piaciuto tutto, la fotografia, il montaggio, la sceneggiatura e, ultima non per importanza, le colonne sonore; amo la musica rock (metal) e nei vari episodi è spalmata a modino, facendo accrescere l’interesse dello spettatore (se è anche un appassionato di musica). Insomma, gli episodi sono molto brevi, circa 16/18 minuti ciascuno, quindi scorrono che è una meraviglia, GUARDATELOOOOO…

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Il disagio / 11 Gennaio 2018 in The End of the F***ing World

Prima stagione
La serialità inglese colpisce ancora, con questo racconto apparentemente “semplice”, ma in realtà molto complesso.
Semplice, perchè come spesso accade, due adolescenti diversamente disagiati iniziano a frequentarsi.
James (Alex Lawther), sadico, disturbato e convinto di essere psicopatico; Alyssa (Jessica Barden), lunatica, irriverente e ribelle. Entrambi, presumibilmente, con una infanzia difficile. Presumibilmente, perchè, questo traspare solo da piccoli flashback disseminati negli otto episodi.
Complesso, perchè una semplice scappatella si trasforma in una tragica fuga, ma non solo. L’aspetto forse più interessante è la lenta trasformazione dei protagonisti; entrambi si rendono conto che in fondo non sono quello che credono di essere, l’insicurezza diventa sicurezza, l’odio per gli altri diventa amore, in fondo non tutti sono “stronzi”.
Gli otto episodi da venti minuti scorrono velocemente. Il più delle volte sono le immagini (semplici ed efficaci) e la musica (mai invadente) a raccontare la storia.
I giovani Alex Lawther e Jessica Barden sono fantastici, spessissimo i loro dialoghi si risolvono in sguardi che valgono più delle parole. Bravissimi.
Da vedere.

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Senza pelle / 9 Gennaio 2018 in The End of the F***ing World

Prima stagione
Dietro una facciata caustica e ironica, The End of the F***ing World nasconde drammi grandi e profondi.
L’effetto complessivo è straniante e il risultato è un ottimo dramedy nero on the road.

I due giovani protagonisti sono un compendio di disadattamento e psicolabilità, che, se da una parte li rende potenzialmente stereotipati, dall’altro ne esalta in maniera estremamente originale la fragilità e la sensibilità, come se essi fossero creature senza pelle, esposte a qualsiasi agente fisico e psicologico esterno, con il cuore e i sentimenti ben visibili, a dispetto dei loro atteggiamenti alienati e affatto concilianti.
Dopotutto, in un mondo terribile come quello in cui si muovono, popolato da maniaci, pedofili, bugiardi e indifferenti, che altro potrebbero fare, se non mordere e cercare scampo?
La gentilezza e la speranza sembrano sconosciute a questo contesto, eppure, all’improvviso, alla fine di questo mondo schifoso da cui desiderano evadere, brilla sempre qualcosa: una persona gentile, un genitore sinceramente preoccupato, un tutore dell’ordine cortese. Tanto basta, però, per smettere di sentirsi male?

L’annoso contrasto fra pensiero e parola, esacerbato soprattutto dal personaggio di Alyssa, per cui si dice o si fa l’opposto di ciò che si pensa e si è più duri e spigolosi di quanto si vorrebbe, è uno degli elementi più sinceri e dolorosi della messinscena.

La confezione è molto buona, la sceneggiatura fila benissimo e fotografia e montaggio sono estremamente efficaci.
In particolare, mi ha stupito la capacità di rendere praticamente irriconoscibile (a uno spettatore poco pratico dei luoghi come me, s’intende) il Kent: se non avessi notato la guida a destra e le targhe gialle degli autoveicoli, non avrei mai creduto che la storia si stesse svolgendo in Gran Bretagna e non negli Stati Uniti. In questo senso, anche la (bella) colonna sonora, curata da Graham Coxon dei Blur e dominata da brani indie, country e rockabilly, depista (felicemente).

Decisamente bravi i giovani attori, che mi era capitato di vedere in altre due serie tv: Jessica Barden in Penny Dreadful e Alex Lawther nel noto episodio Shut Up and Dance della terza stagione di Black Mirror.

Non (mi) è chiaro se ci sarà una seconda stagione. Intanto, questa -tratta da un graphic novel di Charles S. Forsman e composta da soli 8 episodi della durata di circa 20 minuti ciascuno- si guarda tutta d’un fiato e, alla fine, si resta impigliati nella grande disperazione degli innocenti protagonisti, davvero difficili da dimenticare.

Voto prima stagione: 8

Seconda stagione
[Aggiornamento del 28 febbraio 2020]
Per fortuna, The End Of The F****in’ World 2 ha confermato tutte le buone impressioni che avevo maturato durante la visione della prima stagione.
La vicenda si sposta pressoché completamente in un altro luogo immerso nei boschi (che sembra, non so, il Montana, altroché UK) e introduce qualche nuovo e azzeccato personaggio, mantenendo la malinconia di fondo e mostrando altre facce della tristezza e della miseria umana, ma anche un piccolo lumicino di speranza, un barlume di umanità che si affaccia in una selva popolata da individui violenti, perversi e profittatori. Con molto cinismo, la serie tv ci tiene a ribadire che il mondo non è un posto idilliaco e che serve tanto tanto tanto amore (da dare e da ricevere) per sopravvivere. Chi non conosce l’affetto scambia per tale anche il Male, proprio come la new entry Bonnie (Naomi Ackie), e rischia di soccombere, producendo altro dolore.

Si conferma ottima la caratterizzazione dei personaggi: ho ritrovato con piacere l’ambivalenza di Alyssa (la Barden), che pensa una cosa e ne dice/ne fa un’altra, e la tenacia imbranata di James (Lawther).
Rinnovato plauso alla durata degli episodi (con una media di 20 minuti) e alla colonna sonora selezionata da Coxon.

Voto seconda stagione: 8

Voto complessivo: 8.

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