Come (r)innovare la fiction criminale in Italia / 20 Dicembre 2022 in The Bad Guy
Prima stagione
Che bombetta!
Senza paura, The Bad Guy smonta tutta la retorica sulla criminalità organizzata tipica di molte produzioni seriali italiane e (ri)scrive le regole del pulp all’italiana. Non manca di rispetto alle vittime di mafia e a chi si adopera per contrastarla, ma non teme di manipolare la materia narrativa con molta ironia nera e un sapiente uso della sospensione della credulità.
La sceneggiatura è firmata da Ludovica Rampoldi, Davide Serino e Giuseppe Stasi (anche co-regista con Giancarlo Fontana), fra gli autori di recenti film e serie tv italiane caratterizzate da un analogo tipo di ardimento (r)innovatore: (in ordine e attribuzioni sparsi) Gomorra: La serie, Esterno notte, 1992, 1993, 1994, Corpo libero, Il traditore…
La storia fila come un treno, con numerosi colpi di scena degni di un film di John Woo, dipartite improvvise e inaspettate e trovate estetiche e formali decisamente pop (vedi, la fotografia dal taglio surrealista -un po’ in stile David La Chapelle, azzardo-, le scritte tridimensionali, una colonna sonora non originale da bacio, Colapesce e Di Martino che cantano nello spot di Wowterworld, l’inserimento dei giornalisti Enrico Mentana e Andrea Purgatori nel ruolo di se stessi, ecc.).
Nel complesso, The Bad Guy diverte e turba, con gran senso di continuità.
Merito anche della prova equilibrata e convincente di tutto il cast, da Luigi Lo Cascio in formissima e Claudia Pandolfi correttamente ambigua, a tuttissimi i comprimari.
Il cliffhanger finale mette davvero l’acquolina in bocca.
La serie riuscirà a confermare questi livelli qualitativi anche nel prossimo ciclo di episodi? Sperém.
Voto prima stagione: 8 stelline.
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