Takeshis'

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Takeshis'

Beat Takeshi vive la vita frenetica e talvolta surreale della celebrità del mondo dello spettacolo. Un giorno incontra il suo sosia biondo di nome Kitano, un clown senza grandi pretese, un attore sconosciuto, sta aspettando la sua grande occasione. Dopo che le loro strade si sono incrociate, Kitano sembra iniziare un viaggio allucinante per diventare Beat.
Andrea ha scritto questa trama

Titolo Originale: Takeshis'
Attori principali: Takeshi Kitano, Kotomi Kyōno, Kayoko Kishimoto, Ren Osugi, Susumu Terajima, Tetsu Watanabe, Akihiro Miwa, Naomasa Musaka, Koichi Ueda, Kanji Tsuda, Makoto Ashikawa, Tamotsu Ishibashi, Toshi, Tadanobu Asano, Beat Kiyoshi, Takashi Nishina, Taichi Saotome, Takagi Junya, Yoshiyuki Morishita, Jonathan Legg, Gambino Kobayashi, Mari Hayashida, Jinta Nishizawa, Takayuki Katô, Akira Kubo, Masahiro Sumiyoshi, Shûji Ôtsuki, Taigi Kobayashi, Junichi Kikawa, Mostra tutti

Regia: Takeshi Kitano
Sceneggiatura/Autore: Takeshi Kitano
Colonna sonora: Nagi
Fotografia: Katsumi Yanagijima
Costumi: Yohji Yamamoto
Produttore: Masayuki Mori, Takio Yoshida
Produzione: Giappone
Genere: Orientale, Drammatico, Commedia
Durata: 108 minuti

Dove vedere in streaming Takeshis'

Io, Kitano / 28 Luglio 2014 in Takeshis'

Dell’originale trilogia del suicidio artistico, una serie di film girati nel periodo dal 2005 al 2008 e definiti in tal modo dallo stesso Kitano, questo Takeshis’ è il primo discusso capitolo.
Con questi film Kitano vuole sperimentare un approccio diverso a quello tipico della sua regia, mirando più verso una forte autoironia e ad una sorta di dissacrazione dello stesso cinema che gli ha fornito fama e gloria a livello nazionale ed internazionale.
In Takeshis’, Kitano critica sia sé stesso come regista che molti aspetti della sua filmografia, arrivando a costruire un’originale parodia di sé stesso sotto svariati aspetti. La stessa formula verrà riproposta successivamente anche in Glory To The Filmaker, seppur in chiave visibilmente più demenziale.

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27 Dicembre 2011 in Takeshis'

Questo film di Kitano è decisamente folle e per certi versi senza senso.
Il suo tentativo è forse quello che voler cambiare genere, anche se nell’estate di Kikujiro già ci è riuscito in maniera favolosa, ma francamente non è un grande film, direi che poteva dare di più e essere meno fumoso.
Peccato…

Un film folle e surreale / 5 Giugno 2011 in Takeshis'

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

“Basta con la violenza: dal prossimo film cambio tutto”. Così parlò Takeshi Kitano quando presentò questo film al Festival del Cinema di Venezia del 2005. E infatti “Takeshis’” si può considerare a tutti gli effetti come un film spartiacque nella carriera dell’attore-regista giapponese. Per l’occasione, addirittura Kitano interpreta due ruoli: nel primo recita se stesso, ovvero il divo del cinema ricco e famoso; nel secondo, invece, veste i panni di una persona comune. Quest’ultimo è un essere talmente anonimo che per campare si deve arrangiare a svolgere i lavori più disparati; è un povero disgraziato insomma, che ha l’ambizione di diventare attore; ma il suo sogno sembra destinato a rimanere tale perché ogni volta che si presenta a un provino viene regolarmente scartato. Un giorno però, nel bagno del negozio dove lavora come commesso, gli capita di trovare una pistola: grazie ad essa avrà modo di regolare – letteralmente – i conti con tutti quelli che lo hanno sempre sbeffeggiato.
Con questa pellicola, Kitano riflette sul proprio passato di cineasta per chiudere – definitivamente, a quanto pare – una fase della sua carriera. Non a caso, alla fine, quando si incontrano i due Kitano – quello famoso e quello anonimo – il secondo uccide il primo; come a dire che da quel momento in poi il pubblico dovrà aspettarsi un nuovo Kitano, ben diverso dall’attore-regista diventato famoso grazie ai gangster-movie. Difatti nella pellicola successiva, “Glory to the Filmmaker”, si mostrerà voglioso di cambiare la propria immagine ma terribilmente in crisi di idee. “Takeshis’”, quindi, rappresenta una sorta di punto d’arrivo nella carriera dell’attore-regista giapponese.
Ma siamo sicuri che il “nuovo” Kitano sarà in grado di reggere il confronto con quello “vecchio”? E soprattutto, in futuro sarà ancora capace di regalarci film memorabili? Personalmente credo sia ancora presto per dare delle risposte a queste domande. Quindi lasciamo da parte i dubbi – almeno per il momento – e gustiamoci “Takeshis'”, che è un film imperfetto ma comunque notevole, da molti ingiustamente sottovalutato (a mio modesto parere). Nonostante la storia sia un po’ contorta, specialmente nella seconda parte dove la trama continua a ripiegare su se stessa, la pellicola è ricca di lampi geniali: ad esempio le chilometriche sequenze delle sparatorie, filmate con uno stile di regia surreale, in cui Beat Takeshi sembra divertirsi un mondo a fare a pezzi la propria immagine di duro dalla faccia di pietra. Insomma, anche quando non riesce a realizzare capolavori, Kitano è sempre Kitano; è un regista talmente grande che ogni suo film merita di essere visto a prescindere.

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