Recensione su Strappare lungo i bordi

/ 20218.2210 voti
serie tvStrappare lungo i bordi
Creata da:

Volevo guardà ‘na serie, no fa psicoterapia / 19 Novembre 2021 in Strappare lungo i bordi

Da tempo, le serie tv italiane a cartoni animati sono una rarità. Figuriamoci, poi, quelle per adulti.
A memoria mia, la più recente è Adrian, la serie a cartoni ideata e scritta da Adriano Celentano e andata in onda su Canale 5 nel 2019.
Senza voler entrare nei meriti artistici e qualitativi di quel -per molti versi- incredibile prodotto, posso dire che, all’epoca, rimasi colpita dal fatto che era stato un uomo di oltre 80 anni, Celentano, a voler usare il medium del cartone animato, per raccontare una storia.

Da quel momento, il nulla, perlomeno -che io sappia- nella “grande distribuzione” più o meno generalista (tv nazionale, principali siti di streaming legale).

Più o meno due anni dopo lo strano esperimento Mediaset, arriva su Netflix Strappare lungo i bordi di Zerocalcare, uno che ha l’età giusta e le corrette competenze per imbarcarsi in prima persona in un simile progetto, e, in questo caso, sono confusa e felice (cit.) di constatare quanto e come l’animazione seriale per adulti in Italia sia inaspettatamente viva e lotti insieme a noi, con autori italiani, maestranze italiane, denari italiani (non sono nazionalista: è bello vedere/scoprire/apprezzare quanti talenti abbiamo da valorizzare!).
Guardando i 6 brevi episodi (15-20 min. cad.) di Strappare lungo i bordi, ho pensato spesso a quanto fosse naturale ciò che stavo vedendo sullo schermo, a come i fumetti di Michele Rech sembrino nati per essere espressi anche in forma animata, a come lo strumento dell’animazione non tolga nulla – ma proprio nulla!- all’efficacia dei suoi disegni, delle sue riflessioni e delle sue storie.

E, forse, è stato solo guardando Strappare lungo i bordi che ho realizzato davvero quanto il non deprecabile ma imperfetto film La profezia dell’armadillo (2018) di Emanuele Scaringi, l’adattamento con attori veri dell’omonimo fumetto (e di altri lavori) di Zerocalcare (che partecipò anche alla sceneggiatura), sia stato solo una specie di prova generale, per comprendere quale fosse, oltre al fumetto, il medium più adatto a rappresentare il Rech-pensiero.

Netflix e Bao Publishing hanno trasformato il prodromico cimento di Rebibbia Quarantine (il cartone a puntate e in bianco e nero che Zerocalcare ha realizzato in solitaria, nel 2020, per il programma Propaganda Live), da tentativo di testare nuovi strumenti tecnici e altre forme espressive in evento mediale internazionale (a dispetto della forte romanità dell’autore e dei dialoghi dei suoi lavori), tanto che la pubblicazione della serie è prevista anche sui cataloghi stranieri (perfino doppiata in inglese, spagnolo e francese).

Strappare lungo i bordi è un fulmicotonico flusso di coscienza che, pur senza offrire nessuna novità sul piano dei contenuti affrontati da Zerocalcare (insicurezze, manie, relazioni interpersonali, posizioni politiche, riferimenti culturali, ecc.), riesce sempre e comunque a far ridere, riflettere, emozionare.

In sostanza, Strappare lungo i bordi è sicuramente qualcosa di già visto, per chi conosce la produzione artistica e la biografia di Zerocalcare. Eppure, a partire dall’adeguatezza della voce di Valerio Mastandrea per l’Armadillo, è una serie piena di sorprese e piccole grandi trovate (l’inserto tipo videogame con immagini pixelate, per esempio, presente nel penultimo episodio, animato con buffa ironia).

Infine, condivido questo articolo che spiega bene quale sia stato il processo creativo e produttivo della serie: https://www.ilpost.it/2021/11/18/strappare-lungo-i-bordi-zerocalcare-netflix/

1 commento

  1. Alicia / 21 Novembre 2021

    Concordo, i suoi fumetti sembrano pensati per l’animazione, anche perchè talvolta nel fumetto gli sfugge di mano la parlantina e ti ritrovi a leggere didascalie infinite, mentre in forma animata risulta un po’ più leggero.

Lascia un commento