Potenziale inespresso / 10 Giugno 2020 in Space Force

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Prima stagione
Poche settimane dopo che, su Amazon Prime Video, è stata pubblicata Upload, Netflix ha distribuito Space Force, un’altra nuova serie tv creata da Greg Daniels. Qui, però, Daniels ha ritrovato, sia alla scrittura che per la recitazione, Steve Carell, suo sodale ai tempi di The Office.
Sulla carta, Space Force promette faville: è una workplace comedy che supera la realtà, ironizzando pesantemente sulla gestione governativa di Trump (che, pure, non viene mai nominato, se non, genericamente, come “il Presidente”). L’obiettivo realmente dichiarato dagli USA è riportare l’uomo sulla Luna entro il 2024 e la serie tv di Daniels e Carell parte proprio da questo assunto. Per uno scherzo del destino che non sembra tale, la serie tv è stata pubblicata su Netflix praticamente a ridosso della partenza di SpaceX Crew Dragon, la missione spaziale privata del miliardario Elon Musk che ha proprio l’obiettivo di riportare l’uomo sul satellite terrestre.

Purtroppo, Space Force disattende le sue premesse. Dopo i primi episodi, la serie disperde potenziale e trovate comiche, scemando progressivamente verso un finale che, cliffhanger a parte, non contiene alcun elemento di interesse.
Nonostante le buone caratterizzazioni dei personaggi fornite da Carell (per cui provo una grande simpatia e che apprezzo sia nei suoi ruoli comici che in quelli drammatici), John Malkovich e Don Lake (lo stralunato segretario), la trama generale arranca e, a fronte di qualche uscita correttamente sapida, a mio parere la satira non graffia. Non nego che non possa aver colto e apprezzato qualche sfumatura che, in quanto italiana e non americana, non sono in grado di riconoscere e soppesare correttamente. Ma, nel complesso, quella della prima stagione di Space Force mi è parsa un’esperienza da spettatrice abbastanza “inutile”.

Anche le sottotrame sono labili. Al di là di quella che riguarda i problemi di integrazione del personaggio di Diana Silvers (la figlia di Carell), per esempio, la love story (?) tra il Capitano Ali (Tawny Newsome) e il Dottor Chan (Jimmy O. Yang) è impalpabile e alcune sequenze dedicate interamente ai due personaggi hanno il netto sapore del riempitivo mal gestito.

A latere: per tutto il tempo, ho aspettato qualche intrigante rimando ai motivi per cui Lisa Kudrow (nella serie, la moglie di Carell) è finita in carcere condannata a ben 40 anni di reclusione: niente di niente. Chiedo conferma: mi sono persa qualcosa?

Non credo che, se verrà realizzata, guarderò anche la seconda stagione di Space Force.

Voto prima stagione: 5 stelline per un soffio, meritate in gran parte dal cast.

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