9 Recensioni su

Sense8

/ 20158.1246 voti

Idea fantastica / 1 Marzo 2021 in Sense8

Mi piace troppo l’idea della serie, posso dire che mi ha fatto in po’ sognare.

8? facciamo 9, se non 10 / 16 Settembre 2020 in Sense8

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Sense8 è probabilmente una delle serie più ricche che si possano incrociare sulle piattaforme di streaming
Le due sorelle wachowski, celebri per la regia e l’immaginario creato attorno a Matrix, realizzano una serie che costringe lo spettatore a viaggiare negli angoli più remoti del pianeta, ma anche a guardare sotto una luce completamente nuova tutto il dibattito legato al mondo LGBT.
Sense8 non parla di diritti civili, libertà sessuali o discriminazioni, ovvero lo fa, ma mettendo al centro del racconto non la questione, ma le persone.
8 personaggi intensi, completi e ricchi e comprimari altrettanto strutturati accompagnati da dialoghi, e silenzi, costruiti in modo minuzioso, il tutto accompagnato da location che esclusive, da Seul a Nairobi passando per Napoli, Chigaco, Londra, Parigi e l’Islanda.
Al centro del racconto ci sono persone ‘diverse’ in quanto capaci di comunicare tra loro telepaticamente e per questo braccate.
Le scene corali a distanza sono probabilmente le meglio riuscito tanto che si tratti di una canzone (cercate what up/sense8 su youTube) quando un momento di passione.
Indubbiamente una serie talmente ricca da rientrare di prepotenza nella top five di chiunque la approcci.

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Un messaggio di amore universale / 25 Febbraio 2020 in Sense8

Al momento la mia serie preferita, l’unica che mi ha coinvolto al punto di volerla rivedere da capo. Errori, scene un po’ meno azzeccate, la scelta finale di Kala che non è coerente con lo sviluppo umano del personaggio, con l’autoconsapevolezza che abbiamo visto crescere poco a poco… ma a parte questo (che sfido qualsiasi serie o film a non avere sbavature), Sense8 è un capolavoro che educa senza fare prediche perché fa empatizzare lo spettatore con personaggi diversissimi l’uno dall’altro per credenze, morale, stile di vita, preferenze sessuali. C’è una corrente di ottimismo e di gioia di vivere che allarga il cuore; nonostante i drammi personali, ciascuno è pronto a mettersi da parte per il bene dell’altro. Il messaggio è chiaro, “insieme possiamo farcela”. Una convinzione rivoluzionaria in un’epoca di individualismo esacerbato come è la nostra. Ogni personaggio ha pari dignità ed è ugualmente amato dagli altri, ciascuno contribuisce in ciò che sa e può ed è pronto a sacrificarsi.
Oltre a ciò vorrei menzionare una colonna sonora semplicemente fantastica e delle scene corali che sono autentica poesia. Senza dimenticare la fotografia, immagini che riempiono gli occhi per la loro bellezza.
Non sono d’accordo con chi parla di un’eccesso di scene di sesso, non è al centro della storia, ma serve per comprenderne la naturalezza ed è un sesso accompagnato sempre da amore univoco e assoluto. Amore puro, tra etero come tra persone dello stesso sesso. “Io amo la persona, non il suo genere”.

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la cifra di Sens8 / 16 Agosto 2018 in Sense8

Serie ottima. La chiusa finale, compromesso al taglio improvviso della serie, soffre quando si immerge nell’azione: non mi pare assolutamente che l’intrigo action sia la cifra di Sens8, tutt’altro. La forza gigantesca dell’opera sta nel mostrare promiscuità, omosessualità, poliamore, eguaglianza tra etnie agganciando all’emotività (ossia al terreno umano in un certo senso comune), alla sensazione, ell’empatia con lo spettatore temi per certi versi rivoluzionari, contemporanei. Notevole.

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Una conferma / 6 Maggio 2017 in Sense8

Prima e seconda stagione
La seconda stagione conferma l’ottimo livello di questa serie, anzi, forse la migliora.
Rispetto alla prima ci sono meno scene di azione e di sesso, il ritmo è più tranquillo; in compenso c’è una maggior componente narrativa.
Adesso che conosciamo i personaggi, le loro storie personali hanno più risalto e sono più ricche di dettagli.
Adesso che conoscono il loro “potere”, i personaggi si “muovono” tra le loro storie molto più velocemente ed il coinvolgimento è immediato, non c’è più la sorpresa di ritrovarsi altrove.
Naturalmente a complicare il tutto, c’è l’ingresso in scena di nuovi personaggi, nuovi “sensate”, nuove “cerchie”; e tra questi non posso non segnalare l’attrice italiana Valeria Bilello in un ruolo non proprio secondario.

Questa è sicuramente tra le serie tv con il maggior numero di location geografiche mai realizzate. A tutte quelle rappresentate nella prima serie (mi pare nove), si sono aggiunte San Paolo, Los Angeles e chiaramente Positano nello speciale di fine anno. Altro punto di forza, la colonna sonora sempre attenta ad accompagnare il racconto, il cambio di scena.

Con questa seconda stagione, credo, diventi sempre più evidente il messaggio che Sense8 vuole lanciare: insieme si può vincere, insieme si è più forti, non importano la religione, la razza, il ceto sociale, l’unione ci rende più forti e le esperienze personali aiutano a rafforzare questo legame.
Luoghi comuni, forse no.

Puntata finale: Per i nostri fan.
Siamo giunti al termine della serie tv che, più di altre, è nata con l’unico obiettivo di lanciare un messaggio positivo contro ogni tipo di pregiudizio, un vero inno alla comunione, Non sono un io e basta, sono anche uno noi. (Nomi Marks).
Diciamo subito che in due ore era difficile chiudere la trama principale e tutte le trame secondarie (singoli personaggi), e questo è evidente, in quanto si nota una certa mancanza di “storia” in molti passaggi, ma non importa, era prevedibile.
Anche il finale probabilmente è esattamente come tutti se lo aspettavano, e non poteva essere altrimenti.
Al contrario non mi aspettavo il “saluto finale” molto hot a rimarcare il messaggio di condivisione e unione, leitmotiv dell’intera serie.
Piccola nota a margine per l’omaggio all’Italia, molto rappresentata in questo finale di stagione, con la città di Napoli e l’attrice Valeria Bilello, presente già dalla seconda stagione.

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Sono un po’ indecisa. / 6 Febbraio 2016 in Sense8

Non so dire con esattezza se questa serie mi sia piaciuta o no – mi sono sentita molto più intrigata dagli sviluppi amorosi tra i vari personaggi rispetto all’elemento dei collegamenti mentali, che in fondo era il tema principale della serie… da un lato le sorelle Wachowski si confermano un po’ troppo cervellotiche per i miei gusti, dall’altro la visione è stata comunque piacevole.
Sufficiente, va’.

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Otto per uno / 20 Novembre 2015 in Sense8

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Prima stagione
La struttura narrativa di Sense8 è ambiziosa e ardita e la poliedricità dei temi affrontati e dei topoi dei personaggi descritti sono indubbiamente efficaci puntelli della serie.
Proprio perché le basi sono così stimolanti, ho trovato quasi superfluo il filo rosso dal sapore thriller che sottende la serie: comprendo bene che la cerchia dei sensate ha bisogno di uno “scopo” narrativo, ma confesso che sono stata incuriosita più dalle singole vicende, dalle loro premesse e dai loro sviluppi “personali” che dal mistero della “persecuzione”.

Negli ultimi episodi, emerge pienamente il senso del gruppo, le connessioni tra i vari membri risultano pienamente bilanciate, come al’interno di una Justice League. Il taglio supereroistico della serie non mi è affatto dispiaciuto: ciascun sensate rappresenta il singolo componente di una unità complessa che, grazie all’apporto di ciascuna sua parte, diventa invincibile.

Dato che la sceneggiatura della serie tv insiste tanto sull’aspetto “complottista” della vicenda, aspetto la seconda serie solo per comprendere in cosa consista effettivamente.
Per il resto, per me la serie potrebbe anche fermarsi qui, sopravviverei anche senza troppi (pur necessari nell’economia del prodotto) spiegoni: nell’arco di queste dodici puntate, infatti, ho avuto il tempo per affezionarmi a tutti i personaggi, benché ad alcuni di essi sia riservato meno spazio rispetto ad altri. Per esempio, col trascorrere del tempo, benché inizialmente fossi abbastanza indifferente nei loro confronti, mi sono (televisivamente) appassionata alle personalità di Lito, il messicano, e di Wolfgang, il tedesco, apprezzando molto il loro “duetto” pulp nell’undicesimo (sbaglio?) episodio.

Voto prima stagione: sette stelline e mezza.

A Christmas Special
In quanto “speciale natalizio”, questo episodio si propone come “contentino” per i fan della serie, in attesa della release dei nuovi episodi, prevista per il 5 maggio 2017.
Si tratta di un episodio extra che riprende velocemente le fila della storia, introducendo un paio di dettagli utili al suo successivo sviluppo, e diverse scene “empatiche”, corali, di quelle che hanno contribuito in maniera fondamentale a far entrare gli 8 protagonisti nei cuori degli spettatori.
Nota: è cambiato l’attore che interpreta Capheus (il sense8 di Nairobi, per intenderci): Aml Ameen è stato sostituito da Toby Onwumere.

Voto “speciale natalizio”: n.c.

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“You are no longer just you. You have seven other selves” / 11 Novembre 2015 in Sense8

Prima stagione: 7.5
Dopo il disastro di Jupiter – Il Destino dell’Universo i fratelli Watchowski ci riprovano con questa serie di 12 episodi prodotta da Netflix.
Otto persone, in otto punti della terra, si scoprono sensate: in grado di comunicare telepaticamente tra loro e condividere ricordi, emozioni e abilità. Gli otto protagonisti “rinascono” proprio all’inizio della serie così che abbiamo modo di seguire la loro evoluzione e la loro progressiva presa di coscienza di questa nuova condizione.

Non è una serie perfetta. Gli errori sono tanti e risaltano soprattutto nella prima metà della stagione: i protagonisti, infatti, paiono degli stereotipi.
Abbiamo la ragazzina sbandata che fa la DJ e si immischia in un affare di droga (Riley, di Londra), un’altra che ha i ripensamenti sull’imminente matrimonio (Kala, Mumbai), il criminale con il padre violento (Wolfgang, Berlino), l’attore omosessuale che non vuole fare coming out (Lito, Nuovo Messico) e la donna oppressa dalla promessa fatta alla madre morente di “prendersi cura del fratello” (Sun, Seul).
Oltretutto non sono soppesate in modo omogeneo le storie: il nucleo narrativo principale è rappresentato da tre “occidentali”, (Riley, Londra; Will, Chicago; Nomi, San Francisco), mentre gli asiatici (Kala, Mumbai; Sun, Seul), l’africano (Capheus, Nairobi) e il sud americano (Lito, Nuovo Messico) sviluppano trame a sé stanti e in alcuni casi non sono neanche entrati in contatto con tutti i membri del gruppo.
Spesso la comunicazione telepatica risulta un Deus ex Machina (hai bisogno di menare le mani come un fabbro? Aspetta che arriva Sun. Hai problemi con la macchina? Capheus è qui apposta) e la povera Riley, che è l’unica a essere sprovvista di abilità particolari, sembra quasi essere il “fardello” del gruppo.

Eppure, malgrado tutti questi difetti, è una serie stupenda, perché si basa su una cosa sola: i sentimenti. Il dolore per una perdita, il desiderio di rivalsa e l’amore, soprattutto. L’amore che c’è tra una madre e un figlio. L’amore tra due amici. L’amore che fa rischiare tutto. L’amore per chi non c’è più. L’amore che spinge due persone, a due lati opposti del terra, a cercarsi.
Altro punto a favore della serie è l’incontro tra culture e stili di vita differenti. Due dialoghi rappresentano questo concetto appieno.
Capheus entra in contatto con Riley mentre questa è su un aereo. Capheus è entusiasta, non ha mai visto la terra dall’alto! “Come sei fortunata…” dice a Riley. “Non sono fortunata. Sono privilegiata.” Risponde lei.
Capheus rischia ogni giorno di perdere la cosa più importante che ha, e malgrado questo lui sorride. A differenza sua Riley, che sembra avere tutto, non riesce a gioirne. Io ci vedo uno scontro tra il modo di vivere africano (dove non si piange per quello che non si ha, ma si sorride per quel che si ha) e quello occidentale.
Altro dialogo importante è tra Lito e Nomi, sull’abbracciare la persona che si è realmente. Nomi è infatti transessuale, nata Mike e soffocata dai genitori per il suo essere diversa, e ha trovato se stessa nel diventare donna e soprattutto nella sua relazione con Ammanita. Nomi si confronta con Lito, quest’ultimo incapace di diventare chi realmente vorrebbe essere.

La serie è oltretutto piena di montaggi evocativi, che rappresentano attimi in cui i protagonisti si connettono simultaneamente, e si ritrovano a cantare la stessa canzone, a rivivere un particolare ricordo o semplicemente a conversare tra di loro. (L’unica scena che ho trovato veramente fatta male è presente nell’episodio 6: quattro sensate si connettono mentre due di loro sono impegnati in un rapporto sessuale, da qui la loro mente vaga da un corpo all’altro e il montaggio è identico alla scena dell’orgia in Zoolander, non sto scherzando.)

Non è una serie per tutti, ma se siete sensibili sono convinta che sia fatta apposta per voi (dico “sensibili” perché solo se si è tanto coinvolti emotivamente si riesce a chiudere un occhio su tutti gli errori).

Nel caso non si fosse capito dal numero di volte che l’ho citata, Riley è il mio personaggio preferito, seguita a ruota di Will e Capheus. Ma anche Nomi l’apprezzo tantissimo.

Finale di stagione come al solito devastante (con persino i Sigur Ros!)

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Incantata / 24 Agosto 2015 in Sense8

Il telefilm più bello del 2015. Non pensavo potesse appassionarmi così tanto, è fatto in maniera eccellente e i personaggi sono così ben studiati e interpretati che è inevitabile amarli tutti al punto da non riuscire neanche ad averne uno preferito perché sono tutti ugualmente eccitanti con storie da togliere il fiato. Ho adorato immensamente ogni inquadratura ed ho ancora i brividi per tutto quello che ho visto, non vedo l’ora che esca la seconda stagione!

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