Bloody Moon / 30 Settembre 2018 in Profonde tenebre

Miguel, giovane ragazzo sfigurato e disturbato, ad una festa violenta e uccide una ragazza, sventrandola a colpi di forbice. Dopo aver passato un certo periodo in una clinica per malati mentali, viene dimesso. A prenderlo in carico sarà la sorellastra Manuela, direttrice e co-proprietaria di un istituto linguistico, frequentato soprattutto da belle ragazze straniere, tedesche e scandinave soprattutto.

Sarà soprattutto una di loro, Angela, ad attirare le attenzioni “particolari” di questo efferato serial killer.

Del film si può dire tutto, tranne che sia un capolavoro. Non lo è, per niente. I dialoghi sono per lo più stupidi, con molte allusioni a sfondo sessuale che non fanno ridere, e che a voler essere onesti non hanno una vera e propria importanza. Ho avuto la sensazione che siano stati scritti per riempire dei momenti.

La trama c’è ma tutto sommato è relativa, nel senso che non ha una vera e propria importanza. Alla fine la cosa che ti tiene incollato allo schermo non è tanto sapere a chi andrà l’eredità, se a Manuela o al suo fratellastro Miguel, ma soprattutto lo scoprire chi è l’assassino, e perché se la prenderà tanto con la povera e innocente Angela.

Non ho visto tutti i film di Jesùs Franco, e credo che nemmeno lui li abbia visti tutti, ma non credo sia una delle sue opere migliori. Uno slasher classico, senza colpi di scena, senza trovate registiche di rilievo, anche un po piatto in alcuni frangenti. Le cose che mi hanno davvero divertito sono alcune particolarità, come ad esempio coltelli che si infilano nella schiena, per uscire poi con la punta dal capezzolo, sangue che schizza con un certo ritardo dal collo ormai privato della testa, o anche bambini investiti che si rivelano essere pupazzi spezzati per metà. Tuttavia sono anche cose come queste che mi fanno amare questi film.

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