Recensione su Ozark

/ 20177.560 voti

Lugubre e verbosa storia di criminalità / 23 Maggio 2022 in Ozark

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Prima stagione
Ho iniziato a guardare la serie tv Netflix Ozark, dopo la fine dell’ultima stagione, per dedicarmi con calma a una storia televisivamente conclusa.
Da più parti, ne avevo sentito parlare come di una cugina di Breaking Bad, almeno per quel che riguarda la figura del medioman che diventa Genio del Male nel mondo del narcotraffico.
Tolto questo elemento, in effetti, le due serie tv non si pigliano granché (emmenomaleché!).

Ozark è una buona seppur verbosa storia di personaggi, con cui, però, finora, ho avuto difficoltà a “simpatizzare” (e non per via delle loro connessioni con il mondo della criminalità: tanto per intenderci, uno dei miei personaggi televisivi preferiti è Tony Soprano).
Marty Byrde (Jason Bateman, che ha diretto anche vari episodi) ha una freddezza e una rapidità di calcolo e valutazione delle situazioni sovrumana, la moglie Wendy (Laura Linney) è la sua degna compagna, Ruth Langmore (Julia Garner, già premiata un paio di volte agli Emmy e pluricandidata ai Globes, per questo ruolo) è una furba creatura silvana.
Nel corso della storia, ci sono miliardi di manipolazioni psicologiche: dire che i vari personaggi sono doppiogiochisti e che il bluff è la loro specialità è davvero poco.

En passanti, mentre ho trovato abbastanza interessante (ma ancora poco sviluppato e poco sfruttato dal punto di vista narrativo) il personaggio del piccolo Jonah (Skylar Gaertner), mi sembra abbastanza superfluo quello dell’adolescente Charlotte (Sofia Hublitz).

Ozark è una serie tv lugubre, dominata in maniera un po’ troppo didascalica da colori particolarmente lividi e animali predatori e situazioni in bilico tra misurato grottesco e semplice farsa.
In varie occasioni, con il procedere della serie tv, vengono messe in scena situazioni e immagini decisamente disturbanti, legate soprattutto alla violenza fisica e psicologica e al sesso “disperato” (in generale, per quel che mi riguarda, vince la sequenza del “battesimo” del neonato, a opera del pastore Mason, tra le sequenze conclusive della prima stagione).

Vedremo.
Per ora:

Voto prima stagione: sei stelline e mezza.

Lascia un commento