Apocalisse zombie tra i banchi di scuola / 18 Febbraio 2022 in Non siamo più vivi

Dopo Train to Busan, anche ” Non siamo più vivi” riesce a emergere dalle primigenie acque di quel filone narrativo che vede i non morti destabilizzare l’ordine costituito, e come quasi ogni prodotto coreano lo fa partendo dai caratteristi, sagomandone i caratteri.
Scelta che offre allo spettatore una diversa angolatura, e che gli permette, insieme alla telecamera, di catturare gli stati emotivi di una fascia di età ancora intenta a crearsi un’identità, e quindi più esposta a un ambiente divenuto improvvisamente ostile.
E quindi si assiste a un’apocalisse zombie camuffata da un coming of age che ha il suo bel bagaglio di emozioni da portarsi dietro, e con esso la giusta dose di splatter e gore che ne caratterizza il genere.
Più che la trama principale, contano le storie, le individualità delle persone, ma soprattutto i sogni, i sogni e i desideri dei più giovani, lasciati ai margini di un contesto sempre più produttivo e spietato.
Non siamo più vivi, come Squid Game, non rende usuale la narrazione, anche se è usuale la sua messa in scena, perché adotta altri occhi, altre coscienze, altre impressioni.

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