Recensione su Mazinga Z

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serie tvMazinga Z
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“Quando udrai un fragor a mille decibel…” / 24 Marzo 2019 in Mazinga Z

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Una delle serie più lunghe (novantadue episodi) tanto che fu trasmessa dalla tv giapponese in due anni, talvolta in contemporanea con altri personaggi nati nel frattempo tra cui il “fratello” Getter Robot.
All’inizio si rimane un po’ spiazzati dal disegno sperimentale, da una storia diversa rispetto alle altre(assistiamo al vero e proprio training del ragazzo unito al progresso scientifico del robot he vede Mazinga Z prima imparare a nuotare, poi a volare, poi addirittura a sciare, con l’aggiunta, ogni puntata, di nuove armi a sua disposizione), ma poi la qualità del disegno e della storia aumentano di misura man mano che si procede nella narrazione e il climax che si raggiunge nella puntata finale (con l’entrata in scena di Grande Mazinga) resta un apice per me inarrivabile di pathos e suspence.
E’anche la serie che segna l’esordio del personaggio più amato da Nagai, Koji Kabuto(il giovane figlio del dottor Kabuto apparirà anche nelle altre due grandi opere del maestro, “Il grande Mazinga”(seguito di questa serie animata) e “Goldrake”(sotto le “mentite” spoglie di Alcor).
In Italia purtroppo e’ stata la serie più “massacrata” di tutte, dei novantadue episodi ne sono stati trasmessi solo cinquantuno dei primi cinquantasei, gli altri sono ora disponibili su internet con un nuovo doppiaggio che per me non vale quello storico.
A proposito del doppiaggio storico c’e’ da ricordare tre nomi importanti, Claudio Sorrentino(la voce di Mel Gibson), Liliana Sorrentino(la voce di Cate Blanchett) e Fabrizio Manfredi(la voce di Leonardo Di Caprio).

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