Mai banale / 2 Gennaio 2018 in Master of None

Prime due stagioni

Ho trovato la seconda stagione perfino migliore della prima, più sfaccettata, più complessa… Insomma, più interessante.
Mi è piaciuta anche la scelta di usare “formati” narrativi e cinematografici diversi: alcuni episodi, infatti, si slegano dalla linea narrativa principale per raccontare quello che succede ad alcuni dei co-protagonisti e, perfino, ai newyorkesi in generale, con un piglio decisamente alleniano, come se si trattasse di cortometraggi a sé. Un episodio in particolare, all’opposto, dura quanto un lungometraggio.

Dev (Aziz Ansari) è un personaggio ben definito, umanissimo, fallace, estremamente simile allo spettatore-medio (a dispetto della sua newyorkesità).
Non è un eroe, pfffft, è una persona normale che fa cose decisamente normali. Ama il buon cibo, la compagnia degli amici, usa le app per incontri, viaggia, frequenta i party, è smartphone semi-dipendente.

A fronte di questa “piattezza” di argomenti, la serie è molto accattivante per via del contesto in cui si sviluppa. Il protagonista è un americano di prima generazione brillante e vivace che, a suo modo, supera quotidianamente i limiti imposti dalla sua cultura d’origine. Dev è nato a New York da genitori indiani, ancora molto legati alle loro tradizioni. Il protagonista, però, si sente figlio della sua epoca e della terra in cui è nato, non è una macchietta o uno stereotipo (come Apu de I Simpson, per intenderci) e, senza gesti eclatanti ma semplicemente vivendo, tenta di distaccarsi dalla visione diffusa dell’indiano-tipo.

Peccato che a questa fuga dagli stereotipi non restino alieni gli episodi della seconda stagione ambientati in Italia, in cui sovrabbondano luoghi comuni imbarazzanti (avete detto: “Carabiniere, 500, mamma e tarallucci e vino”? Sì, ci sono tutti).
Bravi (molto) tutti gli interpreti, anche la “nostra” Alessandra Mastronardi, che sfodera una buona pronuncia americana.

Ricca e varia la colonna sonora, con un’ampia sezione dedicata alla musica italiana degli anni Sessanta, con Mina in testa.

Voto prime due stagioni: 8 stelline

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