Recensione su Maniac (2018)

/ 20186.894 voti

Interessante ma sfuggente / 8 Ottobre 2018 in Maniac (2018)

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Maniac, la miniserie tv originale Netflix co-creata e diretta da Cary J. Fukunaga, il giovanotto (classe 1977) che, nel 2014, ha segnato l’immaginario televisivo con la prima stagione di True Detective, è un oggetto strano.
Non tanto per la materia, la stessa di cui sono fatti i sogni (oh oh oh!), quanto per la sua risoluzione.

In un presente alternativo al nostro (o in un passato alternativo, o in un futuro distopico senza smartphone e device portatili… il contesto temporale non è chiarissimo), Annie (Emma Stone) e Owen (Jonah Hill) sono due persone con problemi psicologici e neurologici che decidono di sottoporsi volontariamente a una sperimentazione farmaceutica, per testare una medicina che dovrebbe essere in grado di eliminare tutti i loro problemi mentali ed emotivi.
Entrambi i personaggi arrivano da famiglie disfunzionali e, nel corso della loro vita, hanno avuto drammatiche esperienze che li hanno resi maniaco-ossessivi e depressi.
Anche lo scienziato (Justin Theroux) che ha dato inizio alla sperimentazione insieme a un collega e che, dopo un periodo di assenza, ritorna presso la casa farmaceutica che sta testando la medicina ha dei grossi problemi legati al contesto famigliare, principalmente a causa di una madre decisamente particolare (Sally Field).

Ciò che rende Maniac molto interessante e, contemporaneamente, estremamente sfuggente è la narrazione.
Da una parte, la definizione del contesto ucronico (forse, boh, chissà, vedi sopra) è fantastica, con richiami a una curiosa estetica che mischia le commedie di John Hughes a Blade Runner (Giappone imperat).
Nonostante la complessità dell’argomento-base (alternanza realtà-immaginazione, fuga dalla realtà) e la presenza di elementi fantascientifici, la miniserie è composta da episodi molto schematici (es.: introduzione di entrambi i protagonisti, scoperta della storia pregressa/attuale di ciascun protagonista e co-protagonista, puntate “tematiche” – che mi hanno ricordato prepotentemente l’anime Abenobashi – Il quartiere commerciale di magia… Tac, ancora il Giappone).
D’altra parte, rispetto alla messinscena, alla caratterizzazione dei personaggi e all’uso originale dell’ironia nera e della caricatura, l’obiettivo della narrazione resta sempre sullo sfondo, in perenne secondo piano.

Personalmente, nel corso dei (argh!) 10 episodi, ero più interessata a vedere come Annie e Owen avrebbero interagito nel mondo onirico e quale aspetto avrebbero avuto, che a scoprire se il farmaco avrebbe funzionato o meno.
Lo scopo finale della terapia e la sorte dei protagonisti (e, così, anche le implicazioni etiche dell’argomento che, pure, sembrano proporsi a inizio serie) evaporano velocemente, a favore della confezione.
Anche la questione del processo a cui Owen deve testimoniare è impalpabile, per quanto, sulla carta, incida molto sulla sua psiche.
La durata, invece, mi è sembrata eccessiva. Ho avuto l’impressione che sarebbe stato possibile condensare l’intera storia in un solo film.

Nel complesso, ho apprezzato molto la prova di tutti gli attori, non solo la Stone e Hill (dimagritissimo). Theroux mi ha fatto proprio ridere e la Field si è confermata ottima, non la vedevo in scena da un bel po’ di tempo e sono stata contenta di ritrovarla così.
Altro punto a favore (che, comunque, non scaccia le mie perplessità complessive): l’assenza di una storia d’amore fra i protagonisti. Aaaah, che bello. Annie e Owen sono compagni dai caratteri opposti ma complementari che percorrono insieme una strada difficile, senza implicazioni o tentazioni sentimentali, ma spinti apparentemente dal desiderio di aiutarsi reciprocamente. Questo, forse, è il vero sogno sotteso dalla miniserie: la mutua sollecitudine fra individui.

1 commento

  1. Nadja / 6 Marzo 2019

    sono stata felicissima del fatto che abbiano puntato sulla solidarietà umana piuttosto che sulla storia d’amore

Lascia un commento