Magic in the Moonlight

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Magic in the Moonlight

Costa Azzurra, anni Venti. Un illusionista inglese si mette alle calcagna di una medium, per tentare di smascherarla. E se i suoi poteri fossero reali?
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Magic in the Moonlight
Attori principali: Colin Firth, Emma Stone, Hamish Linklater, Marcia Gay Harden, Jacki Weaver, Erica Leerhsen, Eileen Atkins, Simon McBurney, Catherine McCormack, Jeremy Shamos, Antonia Clarke, Natasha Andrews, Valérie Beaulieu, Peter Wollasch, Jürgen Zwingel, Wolfgang Pissors, Sébastien Siroux, Ute Lemper, Didier Muller, Ronald Alphonse, Ronald Baker, Kelly Keto, Olivier Marchevet, Geroges Edouard Nouel, Mark Sims, Rudolf Krause, Patrick Zard, Pedro Chomnalez, Jessica Forde, Paul Bandey, Lionel Abelanski, Mostra tutti

Regia: Woody Allen
Sceneggiatura/Autore: Woody Allen
Fotografia: Darius Khondji
Costumi: Sonia Grande, Christian Calviera
Produttore: Letty Aronson, Stephen Tenenbaum, Edward Walson, Ron Chez
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Commedia
Durata: 98 minuti

Dove vedere in streaming Magic in the Moonlight

La bella menzogna / 26 Maggio 2015 in Magic in the Moonlight

Prima di noleggiarlo (ebbene sì, io ancora noleggio: non spesso, ma talvolta lo faccio) avevo spocchiosamente già predisposto spizzichi di recensione: il solito refrain del genere adieu buon vecchio Woody Allen, Manhattan e Radio Days non tornano più, eccetera.
Ebbene, “Tutti prendiamo una cantonata nella vita” (cit.): sono ben lieto di dire che mi sbagliavo. Che la mia premonizione era fuffa, parafrasando rigorosamente il tema del film.
Delizioso, luminoso. Non è solo cornice retrò, balli, decappottabili e Costa Azzurra; è proprio una storia interessante, ricca di spunti per la eterna affascinante dicotomia realismo/finzione. Bravo Colin Firth, incantevole Emma Stone, signorile Eileen Atkins. I dialoghi son quelli; gesticolanti, roboanti, pleonastici, pregni di psicanalisi e citazioni, balbettanti. Sì, insomma, alleniani. Mi sento di rassicurarvi: potete godervi ancora un’altra allegra e bella menzogna firmata Woody Allen.
Una nota: dopo tanti suoi film, vedere nei titoli di testa ancora quella scritta tondeggiante bianca su campo nero, “Jack Rollins”, beh, riempie il cuore di non so bene cosa, credo sia stupore, malinconia, gioia misteriosa, ammirazione, un po’ tutto questo e perfino gratitudine.

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5 Febbraio 2015 in Magic in the Moonlight

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Stanley fa il prestidirigiripiridirizzatore di successo, di elefanti e altri ammennicoli, a mietere successo in giro per l’Europa di fine anni ‘20. Di quando stava per arrivare il sonoro al cinema, per dire. Travestito da cinese, che alimenta sempre la fantasia. Un amico lo porta incognito in Cote d’Azur (no, oggi niente circonflessi) per smascherare una veggente con la faccia da p… ehm, carina, in treno di turlupinare una ricca famiglia di wanna believe. Sto facendo una gran confusione. Stan si innamora, Sophie si innamora, il precipitare degli eventi quasi lo porta a credere al soprannaturale, il castello di carte cade, da entrambe le parti, con tutto quello che avevano da nascondere e per cui proteggersi. E rimane? Ma l’amore no, al solito e oramai, whatever works. Scopiamo tutti con tutti, whatever. Questa la filosofia alla base della più parte degli ultimi Allen; a valere è il contesto, la decorazione dei caratteri e dei luoghi, su questo canovaccio che non è sempre uguale ma è sempre lo stesso a livello macro. Sembra ogni volta di assistere alla reificazione dei suoi sogni di americano intellettuale anziano ancora cool arrapato. La Francia del sud da percorrere in macchine decappottabili, su strade panoramiche, il sole nei capelli, il vento negli occhi, una squinzia con gli occhioni accanto e il jazz in sottofondo. Tutti ricchi, ogni tanto ti fermi e compaiono provvidenziali osservatori dove fermarsi a per ripararsi, parlarsi e innamorarsi. Ma con leggerezza, mi raccomando. Colin Firth, spesso ottimo nei ruoli snob e alteri, si ferma giusto sul ciglio della macchietta, dando il volto al personaggio che farebbe Allen se non avesse l’età che ha, vecchio, ma meno di quello che è A, piacente ed istruito, una sorta di aristocrazia dell’intelletto nascosta dietro il suo mestiere da saltimbanco, eppure, o per quello, disincantato e cinico, dalla battuta sempre pronta e che non lo freghi, come non crede nell’amore e nei fantabau ma sarà costretto a rimangiarsi tutto. E per forza, ma l’hai vista? Cioè in un paio di parole Woody Allen.

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12 Gennaio 2015 in Magic in the Moonlight

E’ vero, non è il solito Allen, ma è leggero e spiritoso e si lascia vedere.

5 Gennaio 2015 in Magic in the Moonlight

Questo film a me è sembrato carino, ma nulla di più.
La trama e i dialoghi sono piuttosto banalotti, personaggi stereotipati, insomma, non è un brutto film, per carità, ma una volta terminato di vederlo mi ha lasciato molto poco.
L’unica cosa che mi ha entusiasmata è stata l’ambientazione, ma a me basta poco per andare in brodo di giuggiole quando vedo qualcosa che ha a che fare con gli anni ’20.

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30 Dicembre 2014 in Magic in the Moonlight

Non è male, ma da Woody Allen mi aspettavo molto di più, il film parte bene, ma poi lo trovo scontato e noioso!!