Recensione su La casa di carta

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serie tvLa casa di carta
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Colpo grosso alla spagnola / 15 Aprile 2018 in La casa di carta

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Prima parte
Bell’idea, anche se è già vista e stravista. Prendi tot tizi che non si conoscono (o quasi) abili in “qualcosa”, mettili insieme, addestrali, imponigli segretezza e professionalità e fai il colpaccio del secolo.
Ce l’ha fatto vedere Tarantino ne Le Iene, Soderbergh nei vari Ocean’s ispirati dal Rat Pack di Sinatra, lo sanno i jappo che, a partire da Kurosawa, con le bande di pro, hanno dato vita ad anime e film con samurai, maghette e robottoni, ce l’hanno mostrato due John, Sturges con I magnifici sette e Hughes con Breakfast Club, perfino I Goonies di Donner conoscono la formula marxista: “Ognuno secondo le sue capacità”.

Qui, la faccenda si rinverdisce bene, perché, nella serie tv spagnola di Antena 3 c’è qualcosa di peculiarmente iberico che la rende abbastanza originale. In particolare, percepisco un senso del grottesco e dell’eccesso ben coniugato all’infantilismo di alcune situazioni, dominate da stramba casualità e semplificazioni.

Nel complesso, La casa di carta è un buon prodotto di intrattenimento, con continui colpi di scena e buone caratterizzazione d’ambiente/dei personaggi.
La tira un po’ per le lunghe, questo sì, scadendo talvolta in parentesi un po’ superflue. Netflix ha deciso di distribuire la prima e unica stagione della serie tv divisa in due parti, per un totale di 22 episodi della durata di circa 45-50 minuti/cad.
A tratti, la tiritera mi è parsa un po’ eccessiva e ho patito la sezione centrale della prima parte, mentre ho apprezzato molto i primi e gli ultimi due episodi, caratterizzati dal ritmo narrativo che avrei gradito spalmato su tutto il resto della tranche. Ma anche la prolissità, mi rendo conto, fa parte di un certo mood iberico.

Voto prima parte: 7 stelline

Seconda parte
Nessuna sostanziale differenza rispetto alla prima parte, pregi e difetti compresi. Anzi, i secondi vengono tutti al pettine, ahi ohi uhi.
Mentre la sceneggiatura si diverte a descrivere i rapinatori in maniera tale da farli entrare nelle grazie del pubblico, il resto del contesto resta sempre scollegato: le reazioni e la solidarietà del “popolo” non sono mai visibili, i parenti dei rapiti tacciono, non si capisce bene che utilità abbia aver rapito la figlia dell’ambasciatore britannico, ecc.
Falle, falle ovunque.
Eppure, alla fine, tutto risulta gradevole, credo per via di quanto detto sopra.
Proprio qualche giorno fa, Netflix ha annunciato di aver messo in cantiere una terza parte: operazione discutibile, a parer mio, dato che la storia si conclude in maniera decisamente esauriente e sensata.

Voto seconda parte: 7 stelline

Terza parte
[Aggiornamento del 26 luglio 2019]
E chi l’avrebbe mai detto? La Terza Parte de La casa di carta, prodotta interamente da Netflix (la prima stagione, quella che in Italia abbiamo visto sulla piattaforma divisa in Prima e Seconda Parte, erano state realizzate dall’emittente spagnola Antena 3), mi è piaciuta molto, addirittura più delle prime due! E pensare che non le avrei dato due lire di chance.

I personaggi principali erano già ben delineati, quindi questi nuovi 8 episodi sono serviti a rafforzarne con efficacia spigoli e sfaccettature. I personaggi nuovi sono stati introdotti con mestiere: pochi tratti distintivi e, que pim, que pam, que pim, que pam, anche Palermo e Bogotà sono entrati di gran carriera nell’immaginario dei fan della banda (fa eccezione Marsiglia, che, boh, potrebbe riservarci delle sorprese nella quarta parte, in arrivo, pare, nel 2020). Buon lavoro di scrittura (alla spagnola, of course, vedi sopra) anche sulla cinica Alicia, l’agente col pancione e senza remore morali.

Difetti ce ne sono sempre e, per quel che mi riguarda, le storie d’ammmore tra Denver e Stoccolma e il Professore e Lisbona sono quel tipo di cose che mi stracciano la pazienza (eufemismo), ma nel complesso le cose girano bene e anche gli eccessi e i passaggi impossibili mi hanno divertita. Ecco, sì: mi sono divertita. E parecchio. Oh!

L’intervento di Netflix è evidente nel dispiegamento di mezzi in fase di produzione e post-produzione: oltre a numerose riprese in esterna, nel bel mezzo di Madrid, e al coinvolgimento di tante comparse, mi pare che siano stati investiti un sacco di soldi nei diritti per l’uso di musiche non originali. Nella colonna sonora, c’è di tutto, anche i miei amati Primal Scream.

Voto terza parte: 8 stelline

Quarta parte
[Aggiornamento del 7 aprile 2020]
Chennnoia… Secondo me, la quarta parte de La casa di carta fa subire un’involuzione alla serie, riproponendo schemi ed eccessi ormai stra-abusati dalla produzione, perdendo per strada le cose buone (il divertimento, soprattutto) della terza parte.
Tanti tempi morti, tanti colpi di scena telefonati, troppi va e vieni/avanti e indietro e lo schema Professore-che-spiega-quel-che-sta-per-succedere mi hanno stancato il cervello.
Pensare che ci sarà una quinta parte mi esaspera fin d’ora. Spero dal profondo del corazon che Netflix abbia optato per qualcosa di “breve”, come un film di non più di 90 minuti, perché altri 8-10 episodi così non credo di riuscire a reggerli.

Voto quarta parte: 5 stelline

Quinta parte
[Aggiornamento di giugno 2022]
Ci ho provato, davvero, con tutta la buona disposizione d’animo possibile, ma la formula ad libitum de La casa di carta mi ha sfiancato al punto che ho abbandonato l’ultima stagione al quarto episodio e niente m’interessa sapere circa le sorti della banda.
La casa di carta è un ottimo esempio su “come non ridurre un’idea interessante”.
Non assegno un voto all’ultima parte della serie tv e mi limito ad assegnare un voto complessivo frutto, più o meno, dei cicli precedenti.

Voto quinta parte: –

Voto complessivo: 6 stelline.

3 commenti

  1. Federico66 / 15 Maggio 2018

    Sono d’accordo con te, un seguito probabilmente rovinerebbe la buona riuscita della prima stagione.

  2. Stefania / 28 Luglio 2019

    @federico66: da non credersi: come ho scritto, la terza parte mi è piaciuta un bé! 😀

  3. Federico66 / 29 Luglio 2019

    @stefania: … ma sai che volevo dirti la stessa cosa 🙂 L’ho vista appena uscita, ed è piaciuta molto anche a me, sono stati bravi, e pur mantenendo la stessa trama, quasi la stessa struttura narrativa, sono riusciti ad eliminare (ridurre) qualche grosso difetto della prima “casa” (recitazione, colonna sonora). L’ho trovata molto meno telenovelas, pur mantenendo inalterata la presa emotiva.
    Adesso, però, sono molto curioso; il finale di stagione lascia intendere grosse perdite!

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