Recensione su Kidding - Il fantastico mondo di Mr. Pickles

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serie tvKidding - Il fantastico mondo di Mr. Pickles
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Doppio gioco / 6 Gennaio 2019 in Kidding - Il fantastico mondo di Mr. Pickles

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Prima stagione
Dopo Se mi lasci ti cancello (2004), Michel Gondry e Jim Carrey sono tornati insieme con la serie tv Kidding creata da Dave Holstein, mandata in onda da Showtime e co-prodotta, fra gli altri, da Gondry, Carrey e Jason Bateman.
Gondry ha diretto 6 dei 10 episodi, dando la corretta impostazione estetica e “creativa” al progetto, costellato da continui e abbondanti richiami alla creatività (appunto) manuale e visiva. L’handcraft à la Art Attack è la cifra stilistica della serie tv, fin dai titoli di testa di ogni episodio, sempre diversi, ed è una delle abilità fondamentali di uno dei protagonisti (Deedee, interpretata -estremamente bene- da Katherine Keener, un’attrice che, di prestazione in prestazione, mi piace sempre di più,anche se i ruoli che le ho visto interpretare sono sempre piuttosto simili).

Gli episodi della prima stagione di Kidding hanno una durata limitata (circa 30 minuti ciascuno), eppure riescono a parlare in maniera molto esauriente di tanti argomenti, perlopiù estremamente drammatici e delicati, senza edulcorare mai le situazioni.
Kidding è una serie molto realistica, anche se è ambientata in un contesto che, in qualche modo, a prima vista, può sembrare una sorta di zona di comfort.

Jim Carrey (grandioso, davvero) è Mr. Pickles (letteralmente, Signor Cetriolini), il conduttore di una trasmissione per bambini che ha cresciuto almeno due generazioni di spettatori: è amatissimo dal pubblico , è dolce, gentile, prodigo di buoni consigli, sa far riflettere i bambini, coccolarli e divertirli. Non nasconde nessun laido segreto: Jeff Piccirillo aka Mr. Pickles è davvero così, anche nella vita privata, è un uomo buono che tenta di vivere come predica, non è ipocrita ed è particolarmente fedele alla linea.
Ha una moglie (Judy Greer), due figli gemelli (interpretati da Cole Allen), una sorella (la Keener), una nipote (Juliet Morris) e un padre (Frank Langella) a cui è molto legato e con cui, per quanto possibile, condivide ideali e attività benefiche. Nota a latere: cast eccellente.
La famiglia Pickles è molto unita, anche se i figli Phil e Will, dodicenni, stanno diventando un po’ irrequieti e imprevedibili, in particolare Phil.

La vita privata di Mr. Pickles precipita quando uno dei suoi ragazzi muore.
Il lutto improvviso scombina e azzera gli equilibri della famiglia Piccirillo, così Jeff, lacerato da un dualismo che, fino a quel momento gli era sconosciuto, comincia ad accumulare rabbia e frustrazione in proporzioni incalcolabili.
La tristezza di Jeff deborda nel personaggio di Mr. Pickles: l’uomo non riesce a separare la sua vita privata da quella pubblica, non l’ha mai fatto prima e non intende farlo ora, ma il dolore che lo devasta non può fare parte dell’universo di Mr. Pickles. Che esempio potrebbe dare ai suoi giovani spettatori? Quali traumi potrebbe causargli? E quali danni economici potrebbe recare all’azienda di famiglia, diretta dal padre e in cui lavora anche la sorella, capace di fatturare con facilità milioni di dollari grazie a diritti e merchandising di tutti i tipi? Il crollo di Jeff potrebbe determinare la scomparsa di Mr. Pickles, con tutto ciò che ne conseguirebbe.

Kidding è un racconto lineare eppure molto stratificato (un vero compendio di psicologia) che approfondisce con originalità, tatto e una dose di necessario cinismo le solitudini, le ferite, i cortocircuiti emotivi, i nonsense tanto peculiari quanto universali delle persone.
Il concetto di doppio (e di sdoppiamento) è utilissimo allo scopo: Jeff ha una copia di sé (che lui non concepisce come tale) in Mr. Pickles; Phil e Will sono gemelli e uno dei due deve sopravvivere all’immagine di quello morto; Mr. Pickles è un ottimo educatore e sa davvero ascoltare i bambini, mentre Jeff ha grosse difficoltà ad avere un’influenza completamente positiva sui suoi figli; a differenza del fratello, Deedee nasconde alcuni segreti e crea pupazzi in cui riversa le caratteristiche delle persone che hanno un ruolo importante nella sua vita (ed è solo attraverso un alter ego “pupazzoso” che riesce a parlare con il suo amante straniero); Seb – il padre di Jeff- è come una mela tagliata a metà, è ancora lacerato dalla perdita della moglie e unisce in sé la figura del padre di Jeff e dell’imprenditore di Mr. Pickles; ecc.
A differenza del titolo italiano della serie tv, il mondo di Mr. Pickles non è affatto “fantastico”: ma a chi è venuto in mente questo aggettivo? Gosh!
Suona come Lo stravagante mondo di Greenberg di Baumbach: qui e là non c’è nulla di sognante o divertente, c’è solo tanto complicato dolore, un abisso di tristezza. Il solo titolo americano, Kidding (che significa “prendere in giro”, “fare uno scherzo da bambini”, ma anche, meno bonariamente, “ingannare”) sintetizza perfettamente tutto quello che c’è da sapere.

Insomma, secondo me Kidding è una delle migliori serie tv degli ultimi tempi e, dopo l’inatteso cliffhanger dell’ultimo episodio, non vedo l’ora che venga resa disponibile la seconda stagione, la cui uscita è prevista nel 2019.

Voto prima stagione: 8 stelline

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