Recensione su Fargo

/ 20148.1251 voti
serie tvFargo
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18 Febbraio 2015

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Devo essere sincera: ouh, ammé la prima stagione di Fargo non mi ha esaltata. Ammémì, sia chiaro.
Forse, ne avevo sentito parlare in giro troppo bene, troppi premi, va a sapere.

Ho provato fastidio fisico per il personaggio di Martin Freeman fin dai primi istanti in cui l’ho visto agire. “Un topo”, continuavo a pensare, guardandolo. “Un topastro maldestro e infingardo, vigliacco e -diciamocelo- stupido”.
Se questo era l’obiettivo perseguito dagli sceneggiatori, con me l’hanno centrato in pieno, ma sono anche riusciti a non farmi provare alcuna empatia per lui, neppure “odio”, solo fastidio, “Toglietemelo da sotto il naso, uff”. Come una pellicina fastidiosa su un dito della mano. Mboh.
Ok, medioman diventa cattivo, fa cose che un attimo prima avrebbe a stento immaginato, il Male Vero gira per il Minnesota, ma la cosa non mi ha impressionata. Shame on me: ancora mboh.

Ville Valo Lorne Malvo è interpretato da un Billy Bob in pieno spolvero e, devo dire, la sua natura malvagia (in scena, emanava sul serio una specie di aura cattiva!) mi è piaciuta molto, plauso, onori.
Però, ho faticato molto a capire la storia del suo personaggio: ancora adesso, nelle fredde notti invernali, mi domando come abbia potuto spacciarsi per pastore praticante di una comunità. Ma quando praticava? Ancora mboh.

Poi, va beh, ci saranno anche continuum spazio-temporali col film dei Coen (‘sta valigetta…), ma la girandola di personaggi mi ha sviata più volte: soprattutto, la coppia Baffo + Muto mi ha interdetta. E l’altra coppia, quella dei poliziotti pasticcioni (l’elemento pseudo-comico, con gli aneddoti e gli indovinelli del tizio alto?), mi ha fatto esclamare: “Meh” oltre che: “Mboh”.

Insomma, eccellente confezione, godibilissimo quadro d’ambiente, splendidi spunti e (alcuni) personaggi interessanti (Bob Odenkirk mi piace sul serio, ormai, qualunque cosa faccia), ma non mi è parsa, ahimé, l’epifania che attendevo.
Attendo, se possibile, con maggiore curiosità la seconda stagione: il fatto che in uno degli ultimi episodi venga fatto cenno agli avvenimenti della prossima serie mi ha intrigato molto. Confido, perciò, stra-confido.

Voto prima stagione: 7

(Aggiornamento: 03 marzo 201)
La seconda stagione di Fargo, che tanto attendevo e che tanto mi incuriosiva, mi ha lasciata quasi più indifferente della prima.
Se escludo gli episodi 8 e 9, il resto delle puntate non mi ha coinvolta, né i protagonisti sono entrati nelle mie simpatie. In particolare, riguardo ai personaggi, ho ravvisato incertezze e forzature specie nei ritratti dei super-cattivi: Mamma Gerhardt, in particolare, mi è parsa quel che si suol dire: “Molto fumo e poco arrosto”, una vecchia signora che è convinta di avere ancora il potere tra le mani solo in virtù del suo nome, ma che, a conti fatti, pur mostrando una stereotipata scorza da dura, se la fa fare sotto il naso un po’ da tutti, nipoti, figli, indiani…
Non che il resto della famiglia sia composta da fulmini di guerra, intendiamoci.

Un sacco di morti. Solo nel penultimo episodio, ne ho contati almeno quindici.
Comunque, gli alieni che c’azzeccano? Non so, mi è parsa una “nota di colore” eccessiva, grottesca sì, ma inutile.

Curiose e paciose le citazioni coeniane che credo di aver ravvisato in almeno un paio di occasioni: Il grande Lebowski riecheggia nel primo episodio (era il primo, sì?), con la riproposizione del terzetto “del bowling” in cui Solverson (Patrick Wilson) veste il ruolo di un Drugo più morigerato, e Non è un paese per vecchi nella scena dell’episodio… l’ottavo? In cui il letale indiano fa visita all’emporio Rushmore.
Chissà se questi dettagli erano da intendersi come sopra. Se sì, chissà quanti altri ce ne sono, sparsi qui e là.

Interessante la colonna sonora, bella la ricostruzione d’ambiente, divertenti le introduzioni differenti per ogni episodio.

Voto seconda stagione: sei e mezzo

24 commenti

  1. inchiostro nero / 24 Febbraio 2015

    Benché l’interpretazione di Freeman sia davvero convincente, non posso che unirmi al tuo fastidio per il personaggio, irritante a dir poco. Trovo che gli sceneggiatori ne abbiano esacerbato troppo il comportamento. Per il resto, si, non è proprio quello che si suol definire un capolavoro.

  2. Francesco / 24 Febbraio 2015

    Premesso che ho dato 9 alla prima stagione perchè mi è piaciuta molto ma non considero per questo la serie un capolavoro. Mi è piaciuta in primis perchè mi aspettavo un tentativo scialbo di replicare il film dei Coen e invece l’ho trovata un prodotto capace di proporre cose nuove rispettando comunque “il vecchio”. E’ in grado di vivere autonomamente, senza doversi per forza aggrappare alla fama dell’opera originale.
    La parte di Freeman mi è piaciuta, seppur non sia propriamente originale (ricalca molto il Jerry Lundegaard interpretato da William Macy, per rimanere in tema con Fargo e con i Coen). Sul fatto che sia irritante per lo spettatore, penso che sia quasi dovuto per la natura del personaggio. Si tratta comunque di un individuo dotato di un duplice aspetto, a metà tra la vittima e il carnefice più o meno. Con quel suo balbettare quasi viscido alternato alla freddezza spietata di alcuni frangenti (mi viene in mente il pilot, o l’episodio dell’interrogatorio) l’ho trovato apprezzabile nella sua parte

    • Stefania / 25 Febbraio 2015

      @Francesco_Macaluso: ah, quei balbettii… mghghghrrrr 😀 Devo dire che il personaggio di Macy non mi aveva infastidito tanto, pur somigliando molto a questo: probabilmente, Freeman mi infastidisce anche perché “si monta la testa”, uno dei vari indizi è la “sfida” che lancia a Thornton nell’ascensore, nella penultima (se non sbaglio) puntata. Malvo gli domanda più volte: “Sei sicuro? è questo quello che vuoi?”. Se la cerca, eh, Malvo è Male su due gambe, eh! 🙂

      • Francesco / 25 Febbraio 2015

        Ma povero Lester 😀 …voleva “solo” far vedere al suo creatore come fosse maturato, come fosse finalmente passato dalla parte della preda a quella del predatore, tanto da poter reggere il confronto con Malvo (fallendo oltretutto, perché la scena nell’ascensore testimonia proprio il distacco abissale tra le nature dei due personaggi).
        Mi spiace per voi, ma difenderò il viscido e ignobile Lester fino alla fine 😀

  3. inchiostro nero / 24 Febbraio 2015

    @Francesco Difatti l’interpretazione di Freeman è eccelsa, proprio perché riesce a rendere il personaggio esecrabile, e quindi suscitare avversione. Ma quello che volevo sottolineare è che forse si è calcato un po’ la mano, creando un angst sproporzionato. Per quanto riguarda la serie, pur non annoverandola tra i capolavori ( sempre a mio modestissimo parere ). è sicuramente ben riuscita, ed è tra i migliori prodotti del 2014.

  4. Francesco / 24 Febbraio 2015

    @inchiostro nero bè la sceneggiatura ha sicuramente i suoi momenti di debolezza (@Stefania stessa ne ha sottolineato qualcuno) e a farne le spese sono gli attori, quindi capisco il tuo punto di vista.

  5. Stefania / 25 Febbraio 2015

    Eh sì. Anche per questo confido nella seconda serie: gli sceneggiatori potrebbero aver arrotondato certi spigoli.

  6. Stefania / 3 Marzo 2016

    @inchiostro-nero @Francesco_Macaluso: poi, avete visto anche la seconda serie? 🙂

  7. inchiostro nero / 3 Marzo 2016

    Si @Stefania, proprio recentemente ne ho concluso la visione. In linea generale questa seconda stagione non mi ha convinto, soprattutto le puntate finali, in cui ho riscontrato degli evidenti cali di tensione ( nonostante la violenza à gogo ), che si sono tradotti perlopiù in epiloghi quasi incomprensibili ( vedi alieni, ossi duri morti con una banalità disarmante, troppi personaggi coinvolti, e di conseguenza psicologia dei suddetti non curata ). Ovviamente rimane una gran bella serie, superiore alla media, ma l’amaro in bocca resta.

  8. Federico66 / 19 Giugno 2017

    Il disco volante è l’intervento esterno che da una svolta alla storia, così come la pioggia di pesci nella prima stagione,
    Ok, uno è meno assurdo dell’altro, ma entrambi modificano la storia, anzi probabilmente senza l’avvistamento iniziale da parte di Rye Gerhardt, non ci sarebbe stato il massacro di Sioux Falls. 🙂

    • Stefania / 19 Giugno 2017

      @federico66: non so, un uso così forzato di “cose strane” mi fa storcere il naso. Le prime due stagioni (la terza non l’ho ancora vista) hanno vari problemi a livello di scrittura e, con una certa cattiveria, dico: “Risolvete quelle cose, invece di mettere di mezzo pure gli ufo” 🙂

  9. inchiostro nero / 20 Giugno 2017

    La terza serie l’ho abbandonata ( o almeno messa in disparte) dopo due puntate. Già la premiere non mi aveva conquistato, e la successiva altrettanto. Credo ( sempre a mio avviso ) che il ripetersi di situazioni così al limite tra l’assurdo e il paradossale, dopo due stagioni, abbia fatto il suo tempo ( ripeto, sempre a mio avviso ).

    • Stefania / 20 Giugno 2017

      @inchiostro-nero: a dispetto delle riserve maturate dopo le prime due stagioni, sono molto incuriosita dalla doppia interpretazione di McGregor.

      • inchiostro nero / 20 Giugno 2017

        @stefania: non posso fare spoiler, ma la mia analisi ( incompleta, viste le poche puntate viste ) non si riferisce alle interpretazioni ( ottime a mio parere ), ma bensì alle dinamiche della serie. Ovviamente si tratta solo di impressioni personali.

    • Federico66 / 20 Giugno 2017

      @inchiostro-nero: io credo che l’assurdo, il surreale e mettiamoci anche il tragicomico (Lester, Peggy ed Ed), siano il vero filo conduttore tra il film e le varie stagioni della serie (a parte qualche riferimento sui personaggi), e quindi non credo ci sarà un cambiamento nelle eventuali future stagioni. Tutte le storie, che di vero hanno molto poco :-), e i personaggi sono costruiti mantenendo un’atmosfera molto surreale, merito sicuramente anche delle colonne sonore.
      @Stefania: Ho iniziato ieri la terza stagione, e per ora non mi dispiace. McGregor molto bravo nel doppio personaggio e a proposito di musica… una piccola piacevole sorpresa 🙂

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