7 Recensioni su

Fargo

/ 20148.1251 voti
serie tvFargo
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la prima / 24 Ottobre 2020 in Fargo

Tre serie slegate l’una dall’altra. Molto bella la prima serie, mediocri le altre

Mezza delusione / 3 Luglio 2017 in Fargo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

PRIMA STAGIONE:
produzione e recitazione di altissimo livello , ma la trama ha buchi (talvolta enormi) di sceneggiatura che francamente non mi sarei aspettato. Pensavo sbrogliassero tutto nell’ultima puntata…e invece nulla.
Peccato, perchè la scenografia è azzeccatissima , cosi come anche i personaggi. Se vi è piaciuto il film , su questi aspetti non resterete delusi.
Anche il finale poteva essere (decisamente) migliore.
Buchi : perchè Malvo aveva registrato le cassette ? perchè decide di “aiutare” Lester in ospedale? perchè il nipote di Lester non dice nulla quando lo vede uscire dalla stanza dove aveva messo la pistola nel suo zaino?
Inoltre , fatto abbastanza fastidioso , ci sono dei personaggi che non c’entrano una fava e sembra siano li solo per allungare il brodo , come ad es i due agenti di colore dell’FBI. A questi, tanti, troppi dialoghi che non servono a niente.
Billy Bob Thorthon si conferma un attore strepitoso. Un pò meno Freeman, che sembrava veramente troppo Bilbo catapultato nella realtà noir di Fargo e dintorni.

Insomma, mi aspettavo molto di più. Anche se certamente non posso dire che sia una serie brutta.

ps = bella la trovata di come Stavros trova i soldi 🙂 veramente una chicca.

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Una delle più belle serie mai viste. / 26 Maggio 2016 in Fargo

Contiene di tutto, ma soprattutto una sanissima dose di follia pura. Una di quelle serie che si divorano in qualche giorno.

Serie meravigliosa / 14 Marzo 2015 in Fargo

La serie è un autentico capolavoro che riprende in maniera strepitosa le ambientazioni, le trame e le vicende proposte nel celebre film dei Cohen, che non a caso ne sono produttori. Un perfetto bilanciamento tra thriller e noir, unito a sequenze in perfetto “stile cohen” ne fanno una splendida viceda, che riprende nella maniera più giusta quanto rappresentato nel film. Ottimi attori, il protagonista decisamente ben calibrato, ma soprattutto è necessario citare lo straripante, eccezionale, incredibile, Billy Bod Thornton. La sua interpretazione è a dir poco magistrale, diventando forse la figura che più simboleggia la riuscita dell’intera opera.

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FOLLIA / 24 Febbraio 2015 in Fargo

Follia pura ….
Follia nelle azioni ,nei dialoghi e nei sanguinosi assassini ,la follia portata al massimo ,cosi’ al massimo da SEMBRARE vera ,come dice la scritta iniziale ….
questa “”E'”” una storia vera.

18 Febbraio 2015 in Fargo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Devo essere sincera: ouh, ammé la prima stagione di Fargo non mi ha esaltata. Ammémì, sia chiaro.
Forse, ne avevo sentito parlare in giro troppo bene, troppi premi, va a sapere.

Ho provato fastidio fisico per il personaggio di Martin Freeman fin dai primi istanti in cui l’ho visto agire. “Un topo”, continuavo a pensare, guardandolo. “Un topastro maldestro e infingardo, vigliacco e -diciamocelo- stupido”.
Se questo era l’obiettivo perseguito dagli sceneggiatori, con me l’hanno centrato in pieno, ma sono anche riusciti a non farmi provare alcuna empatia per lui, neppure “odio”, solo fastidio, “Toglietemelo da sotto il naso, uff”. Come una pellicina fastidiosa su un dito della mano. Mboh.
Ok, medioman diventa cattivo, fa cose che un attimo prima avrebbe a stento immaginato, il Male Vero gira per il Minnesota, ma la cosa non mi ha impressionata. Shame on me: ancora mboh.

Ville Valo Lorne Malvo è interpretato da un Billy Bob in pieno spolvero e, devo dire, la sua natura malvagia (in scena, emanava sul serio una specie di aura cattiva!) mi è piaciuta molto, plauso, onori.
Però, ho faticato molto a capire la storia del suo personaggio: ancora adesso, nelle fredde notti invernali, mi domando come abbia potuto spacciarsi per pastore praticante di una comunità. Ma quando praticava? Ancora mboh.

Poi, va beh, ci saranno anche continuum spazio-temporali col film dei Coen (‘sta valigetta…), ma la girandola di personaggi mi ha sviata più volte: soprattutto, la coppia Baffo + Muto mi ha interdetta. E l’altra coppia, quella dei poliziotti pasticcioni (l’elemento pseudo-comico, con gli aneddoti e gli indovinelli del tizio alto?), mi ha fatto esclamare: “Meh” oltre che: “Mboh”.

Insomma, eccellente confezione, godibilissimo quadro d’ambiente, splendidi spunti e (alcuni) personaggi interessanti (Bob Odenkirk mi piace sul serio, ormai, qualunque cosa faccia), ma non mi è parsa, ahimé, l’epifania che attendevo.
Attendo, se possibile, con maggiore curiosità la seconda stagione: il fatto che in uno degli ultimi episodi venga fatto cenno agli avvenimenti della prossima serie mi ha intrigato molto. Confido, perciò, stra-confido.

Voto prima stagione: 7

(Aggiornamento: 03 marzo 201)
La seconda stagione di Fargo, che tanto attendevo e che tanto mi incuriosiva, mi ha lasciata quasi più indifferente della prima.
Se escludo gli episodi 8 e 9, il resto delle puntate non mi ha coinvolta, né i protagonisti sono entrati nelle mie simpatie. In particolare, riguardo ai personaggi, ho ravvisato incertezze e forzature specie nei ritratti dei super-cattivi: Mamma Gerhardt, in particolare, mi è parsa quel che si suol dire: “Molto fumo e poco arrosto”, una vecchia signora che è convinta di avere ancora il potere tra le mani solo in virtù del suo nome, ma che, a conti fatti, pur mostrando una stereotipata scorza da dura, se la fa fare sotto il naso un po’ da tutti, nipoti, figli, indiani…
Non che il resto della famiglia sia composta da fulmini di guerra, intendiamoci.

Un sacco di morti. Solo nel penultimo episodio, ne ho contati almeno quindici.
Comunque, gli alieni che c’azzeccano? Non so, mi è parsa una “nota di colore” eccessiva, grottesca sì, ma inutile.

Curiose e paciose le citazioni coeniane che credo di aver ravvisato in almeno un paio di occasioni: Il grande Lebowski riecheggia nel primo episodio (era il primo, sì?), con la riproposizione del terzetto “del bowling” in cui Solverson (Patrick Wilson) veste il ruolo di un Drugo più morigerato, e Non è un paese per vecchi nella scena dell’episodio… l’ottavo? In cui il letale indiano fa visita all’emporio Rushmore.
Chissà se questi dettagli erano da intendersi come sopra. Se sì, chissà quanti altri ce ne sono, sparsi qui e là.

Interessante la colonna sonora, bella la ricostruzione d’ambiente, divertenti le introduzioni differenti per ogni episodio.

Voto seconda stagione: sei e mezzo

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Fargo, la rivincita dei serial-reboot / 19 Giugno 2014 in Fargo

La tendenza seguita nell’ultimo anno nella produzione di serie televisive, vanta in maniera piuttosto sensibile un fattore ricorrente: il reboot. Serie adattate da film o da altri prodotti audiovisivi. Basta dare un’occhiata alle uscite dell’anno corrente per confermare questa teoria (From Dusk Till Dawn, Gomorra o il già annunciato The Truman Show). Ora, io non ho visionato le suddette serie e quindi non ho intenzione di giudicarle, ma penso che mi troverete d’accordo sul pensiero che quando si sceglie di riprendere un lavoro di qualsiasi tipo e rielaborarlo in un nuovo format, questo (almeno sulla carta), non regge quasi mai il confronto con l’opera originale. O si distacca troppo, o rimane troppo fedele (apparendo inutile) o stravolge eccessivamente il suo corrispettivo “madre”.
E qui entra in gioco Fargo.
Non era facile evitare le tre condizioni espresse per questo gioiellino ideato da Noah Hawley e basato sul popolare film dei fratelli Coen, che comunque qui sono seduti al timone della produzione. Ma possiamo dire, a mio parere, che in questo caso si è fatto centro, in barba alla pesante eredità di una pellicola indubbiamente affermata e con numerosi premi e riconoscimenti sulle spalle.
Fargo (serie) riesce infatti nell’impresa paradossale di mantenere l’atmosfera dell’originale pellicola ma allo stesso tempo di caricarsi di nuova linfa, con una sceneggiatura nuova e non banale. Non solo. Essa, sostanzialmente, schiva anche per certi versi quell’inevitabile “scomodo paragone”. Non si presenta allo spettatore come una brutta copia rattoppata, e nemmeno come un surrogato. Questo Fargo della FX appare più come un tributo, e si veste di una grande autonomia. E ciò nonostante i personaggi non si discostino molto da quelli del pluripremiato lavoro dei Coen (Il freddo killer, i sicari, il miliardario, il looser in cerca di rivalsa, il poliziotto devoto al lavoro, quello ingenuo, quello timoroso)
Ma proprio tra gli elementi più positivi vi sono i personaggi. Se qualcuno magari può apparire poco incisivo, è difficile invece rimanere indifferenti di fronte alla bravura di attori come Martin Freeman e Billy Bob Thornton, che qui forniscono delle interpretazione veramente degne di lode e contribuiscono a rendere interessanti, sfaccettati e ricchi di carisma i loro personaggi.
E’ da apprezzare comunque il modo in cui tutti i personaggi (anche quelli secondari) vengano incastrati abilmente nell’ingranaggio principale.
La regia è scrupolosa, con alcune sequenze di grande impatto e realizzazione. La musica, invece, impreziosisce con naturalezza l’atmosfera cupa e drammatica.
E se qualcuno, dopo questi dieci episodi, si sentirà indispettito e indirizzato ad un paragone con l’opera coeniana, non si disperi: è una serie antologica e, come tale, ha tutta una seconda stagione per rimettersi in discussione con un nuovo caso. In meglio o in peggio, naturalmente. Per ora, va bene così.

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