Recensione su Dexter

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13 Gennaio 2014

Dexter Morgan, esperto degli schizzi di sangue presso la polizia di Miami, in realtà è un serial killer, educato dal padre per far fronte ai suoi istinti omicidi, che gli ha insegnato un codice secondo il quale può uccidere solo quelli che meritano di morire, tipo assassini e stupratori. Con l’aiuto dei fascicoli della polizia, inizia una serie infinita di caccia all’uomo, e di conseguenti omicidi che seguono un preciso modus operandi, in modo che nessuna traccia venga lasciata, per poi gettare in mare i cadaveri mutilati delle sue vittime.

In ogni serie c’è un serial killer ricercato dalla polizia, con delle particolarità nel modo di uccidere, di lasciare indizi che stimola la curiosità e la sete di vendetta di Dexter, che inizia una ricerca parallela, in modo da poter arrivare prima dei suoi colleghi e fare giustizia a modo suo, quindi man mano che la storia avanza, diventa per lui complicato nascondersi, soprattutto dalla sorella Debra, sua collega.

Man mano che le serie passano, si viene a delineare un Dexter diverso, che conosciamo inizialmente come quasi un automa, con le sue abitudini e le sue manie, per poi mano a mano rivelarsi umano e debole.

Nel complesso la serie televisiva è avvincente, alcune annate risultano forse un pò troppo ostentate per volere essere “sempre meglio”, ripetitive e scontate, per arrivare all’ultima e attesissima conclusione dell’epopea dexteriana.

L’ottava serie si discosta totalmente dalle precedenti sette, è più narrativa, non c’è azione, c’è una mutazione totale del personaggio di Dexter, qualche personaggio inserito al suo interno che appare e scompare senza lasciare nulla (SPOILER: il figlio della dottoressa Vogel evitabilissimo), per poi concludersi forse nel modo più banale e scontato che ci si potesse aspettare, senza enfasi e patos, che ti lascia con l’amaro in bocca e chiedendoti “ehmbè, tutto qui?!?”. Peccato, forse si poteva osare di più, ma probabilmente gli sceneggiatori, dopo otto anni, hanno perso la loro inventiva.

3 commenti

  1. Francesco / 17 Gennaio 2014

    @MartaBoba Come ho già scritto nella mia recensione, la componente migliore di Dexter è proprio il protagonista, con le sue sfaccettature, i suoi dilemmi, le sue paure, le sue sensazioni. Purtroppo è supportato da un insieme di personaggi davvero banali, impegnati più che altro in storie d’amore passeggere, che non hanno utilità con la storia e fanno esclusivamente da riempitivi.
    Senza contare che la storia presenta sempre lo stesso schema nelle singole stagioni: donna o serial killer. O tutt’e due insieme. Però bisogna dire che la serie riesce ad avere i suoi momenti alti (tipo il finale della quarta stagione, che io reputo il migliore).
    E’ un peccato perché questa serie era partita benissimo, ma pian piano si è persa per strada…

  2. MartaBoba / 17 Gennaio 2014

    Sono d’accordo, le storie che vanno a svilupparsi nelle varie serie sono di contorno al personaggio, sempre più banali e scontate, quasi da portare in questo oblio anche Dexter stesso. Nel complesso la serie mi è piaciuta, ma devo ammettere che verso la fine ho fatto fatica a farmi andare a genio Dexter stesso. Una serie così lunga è difficile tenerla in piedi degnamente per 8 stagioni, normale che qualche anno pecchi di originalità… sinceramente mi aspettavo molto di più nella stagione conclusiva.

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