18 Ottobre 2023 in D'Artagnan e i moschettieri del re

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Sto guardando in questo periodo un po’ di cartoni dimenticati dalle nostrane televisioni, il primo è “D’Artagnan e i moschettieri del re”, tratto ovviamente dal romanzo di Alexander Dumas, prodotto nel 1981 e trasmesso qui in Italia, se non ricordo male, nel 1989 e poi mai più visto, almeno per quanto mi riguarda.
Come un altro romanzo di Dumas, “Robin Hood” è stato reso più giovanile nei personaggi per renderlo più appetibile a un pubblico di bambini ma rivedendolo in età adulta vengono fuori in modo inesorabile i suoi difetti, in primis alcune situazioni totalmente mutate rispetto al romanzo, la più importante riguardante il personaggio di Aramis che in questa versione animata è una donna che decide di arruolarsi come moschettiere per vendicare la morte del suo amato marito Francoise ma pure D’Artagnan con quel ciuffo alla Bobby Solo, che si fa accompagnare da un pappagallo e ha una cavalla con un nome maschile, Ronzinante(che tra l’altro è il nome del cavallo di Don Chisciotte) non scherza.
Un altro aspetto negativo è dato dal fatto che, appunto perché è una serie destinata a un pubblico di bambini, mi hanno ridotto la figura degli altri moschettieri, Athos e Portos, in due bamboccioni che io trovo francamente insopportabili(un po’ come il Robin Hood della Tatsunoko), lontani anni luce dal carisma dei personaggi creati da Dumas.
Altro aspetto per me negativo è la banale distinzione tra i personaggi di una e dell’altra parte, o sono buoni o sono cattivi, ovviamente non esiste una via di mezzo.
Di interessante c’è la storia piena di intrighi, dei buoni disegni, animazioni e soprattutto una colonna sonora che a me è sempre piaciuta ma vedendolo oggi lo trovo un cartone dimenticabile tanto da essere sparito dai radar delle TV italiane da tempo ormai immane.
La sigla di Cristina d’Avena musicata da Ninni Carucci è per me carinissima.

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