ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama
Come diceva Neil Young in Albuquerque, che è anche la cittadina dove si svolge Breaking Bad.
Fino a qualche settimana fa non avevo visto una sola puntata di questa serie, oggi ho visionato l’ultima. Lo vedete quel dieci tondo tondo ? è il primo in assoluto che do. Ho sempre preferito non darne perchè lo vedevo come il voto da dare a qualcosa di perfetto, immaginate la mia sorpresa nel vedermelo strappato via da una serie tv. Breaking Bad è dunque perfetto? no, ma non mi è mai capitato di vedere qualcosa andarci così tanto vicino, un pò come quella metanfetamina pura al 99,1 %
Walter White è un geniale professore di chimica che conduce una vita tranquilla. A causa di scelte sbagliate in passato, si ritrova a svolgere un lavoro per cui è anche troppo qualificato. Ma quello che gli resta è la famiglia, quella famiglia per cui davvero farebbe di tutto e quando scopre di avere il cancro, Walter decide di sfruttare i suoi talenti di chimico per cucinare metanfetamina, venderla e guadagnare nel poco tempo che gli rimane, una cifra sufficiente da far vivere serenamente i suoi cari quando lui non ci sarà più. Comincerà dunque a seguire una doppia vita, in una è Walter White, brav’uomo, gentile, simpatico e di sani principi, nell’altra è il geniale Heisenberg.
Breaking Bad non è una serie sulla droga o sulla chimica. Le trasformazioni, le reazioni… sono una metafora di ciò che avviene nei personaggi. Tutta la serie (La seconda stagione in particolare) è la rappresentazione perfetta della teoria del caos, il famoso “effetto farfalla”.
La si può descrivere con una sola parola: Shakesperiana. Poche volte ho visto “il male” venir rappresentato tanto bene e poche volte ho provato così tante emozioni contrastanti per un singolo personaggio. Il lento viaggio verso l’abisso di un uomo qualunque, che potremmo essere benissimo noi.
La vita di Walter si ritroverà sempre più coinvolta in una vera e propria discesa verso gli inferi, e lui non farà altro che continuare per quella strada sotto la giustificazione: “Lo faccio per la famiglia”. Solo sul finale ammetterà che in realtà tutto quello che era successo lo aveva fatto per lui. È interessante come Walt e Jesse seguano due percorsi paralleli e opposti, il primo, proveniente da un ambiente migliore, arriverà a diventare un mostro, il secondo che conosceremo fin da subito come delinquente, farà di tutto per conservare la sua umanità e non precipitare nel vortice autodistruttivo creato dal suo socio.
I personaggi sono scritti e interpretati in maniera impeccabile, Bryan Cranston ci regala un’interpretazione da pelle d’oca, ma l’intero cast si diletta su livelli altissimi, come Giancarlo Esposito nel ruolo di Gus Fring.
Un personaggio che è solamente uno sguardo al futuro di Walter White.
Un tocco di classe come Walt assuma alcuni degli aspetti delle sue vittime, il comportamento di Gus quando Lydia si presenta all’autolavaggio, la frase “ Ti servirà un coltello più grande” detta in precedenza da Mike e molti altri.
Non c’è buonismo qui, o personaggi stereotipati, la brutalità è nella storia in se. Dopo il finale della quarta stagione diventa quasi doloroso vedere “il signor White” aver ormai oltrepassato il limite, il non riconoscere più quando mente e quando dice la verità, il vederlo fischiettare dopo la morte di un ragazzino, quando nella prima stagione non trovava la forza di far fuori un delinquente che aveva tentato in precedenza di ucciderlo.
Si parte con un uomo che come tutti da qualche parte ha un mostro al suo interno, e sul finale ci si ritrova un mostro che dentro di se porta i brandelli dell’uomo che è stato, ancora in grado di accettare la sua natura, di non trovare più patetiche scuse e di provare dei sentimenti per le persone a lui care.
Molti hanno storto il naso sul finale. Io per primo mi aspettavo qualcosa di diverso, ma riflettendoci resta magnifico. Walter ormai vuole vendetta, regolare un conto aperto dopo aver fatto pace con se stesso, e in questo ci riusce nel bagno di sangue finale .
Ogni tassello va al suo posto e non ci sono redenzioni per il nostro professore, solo serenità, nel salutare sua figlia per l’ultima volta, nel sapere Skyler libera da lui, nel lasciare Jesse ad una nuova vita, nel restituire il corpo di Hank alla sua famiglia, nel riuscire a far avere i soldi a Walter Jr senza che nemmeno lo sappia e nella giustizia fatta. Sul finale mentre si aggira nel laboratorio in cui aveva lavorato Jesse, si può quasi percepire oltre alla malinconia di fondo una certa fierezza verso di lui, visto ai suoi occhi come un figlio, oltre che un allievo che ha appreso tutto quello che lui poteva insegnargli.
Walter/Heisenberg muore quindi col sorriso sulle labbra, ucciso da un suo stesso proiettile, senza che ci venga fatta indorare la pillola.
BB è una delle migliori serie tv degli ultimi anni e mi azzardo a dire che a mio avviso, resterà una delle migliori anche del prossimo futuro. Perché se quando ti ritrovi a fissare i titoli di coda dell’ultimo episodio, oltre alla malinconia del finale in se, provi anche una certa tristezza perché “è la fine di una storia”, vuol dire che si è fatto centro.
Leggi tutto