Recensione su Black Mirror

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Apice delle serie televisive / 11 Gennaio 2017 in Black Mirror

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questa è una di quelle serie televisive che fa toccare con mano il raggiungimento del cinema da parte del piccolo schermo. E lo fa tramite una serie di mini-film, in effetti: ogni puntata è indipendente dalle restanti, connesse tra loro soltanto dal tema uomo-tecnologia/téchne, uno dei capisaldi della riflessione filosofica di tutti i tempi,
Maggior merito della serie è mostrare l’imminenza del cambiamento: non vi è un futuro lontano, un uomo scaraventato secoli al di là del presente; si parla di ora, la società attuale, o di poco cambiata. La maggior parte delle puntate è centrata in effetti in un singolo cambiamento tecnologico, e le conseguenze che esso apporta. Non è lontana dalla realtà la maggior parte delle innovazioni mostrate: sugli impianti mnemonici, ad esempio, si è al lavoro; e i fenomeni derivanti dai social network sono già palpabili (e per questo ho adorato Nosedive e Hated in the Nation ). Delicati temi bioetici sono rappresentati sullo schermo, per un grande pubblico attento: dalla clonazione (Be Right Back), alla Singolarità (non a caso citata nel corso della puntata, Playtest), alla ancor più controversa possibilità di staccare la mente dal corpo, per un “mind uploading” in un mondo virtuale (San Junipero).
Al di là di questo già grande merito, siamo dinanzi a puntate ben congegnate nel lato tecnico, registico, fotografico. L’unica pecca che mi viene da contestare è la prevedibilità di alcune puntate (ad es. in White Christmas, o Men Against Fire), ma per i temi mostrati andrebbe usato da base per un corso di filosofia e tecnica.

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