6 Recensioni su

Better Call Saul

/ 20158.2234 voti

29 Dicembre 2022 in Better Call Saul

Do 10 perché è il mio termine di paragone, la serie più bella che io abbia visto negli ultimi anni. I personaggi sono complessi e raccontati benissimo, gli attori sono bravissimi, la storia è intrigante, la sceneggiatura impeccabile ma soprattutto i dettagli! La cura per i dettagli è stata maniacale, questi rendono tutto così solido e consistente, una goduria…

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Voto 10 / 21 Agosto 2022 in Better Call Saul

Meglio anche di Breaking Bad!
LA Serie!

Il prequel di Breaking Bad, diverso da Breaking Bad / 20 Giugno 2017 in Better Call Saul

Giunto alla fine della terza stagione, mi ritrovo esaltato ed allo stesso tempo perplesso.

La terza stagione è quella che fa fare il definitivo salto di qualità a questa serie, che nelle precedenti due aveva avuto (tanti) alti e (pochi) bassi (sempre comunque con un’eccellente qualità di interpretazioni, regia e scrittura).
Vista come serie a sè, cioè dimenticandosi per un attimo che è il prequel di BB, la terza stagione è perfetta, forse la migliore stagione di una serie tv che io abbia mai visto (questo è però un commento a visione appena conclusa).
Più matura di BB, più incentrata sui personaggi, molto più drammatici e reali rispetto all’invincibile Heisenberg. Questa non è la storia di una scalata al potere, bensì la storia del rapporto conflittuale tra due fratelli brillanti ma tormentati, in maniera diversa. E non c’è in nessun’altra serie tv un rapporto sentimentale come quello tra il protagonista e la sua amante/amica (un rapporto più di complicità ed amicizia, nel senso più puro del termine, che amoroso); e la parte migliore e più interessante, nella storyline della “droga”, è quella di Nacho e suo padre, piuttosto che quella del vecchio sicario Mike.
Tra perfidie assurde e relativi sensi di colpa, tormenti, desideri di riscatto, trionfi che fanno male e sconfitte che guariscono, autodistruzione, affetti, amore, odio ed altro ancora, “Better Call Saul” non può per nulla essere considerata una serie simile a Breaking Bad. Già solo le relazioni famigliari e i sentimenti ad essi collegati, sono completamente diversi tra le due serie (e decisamente più maturi ed intensi in BCS, piuttosto che in BB).

Tutto perfetto? Beh, c’è un problema: Better Call Saul non è una serie a sè; è il prequel di Breaking Bad. Si può fare finta che non sia così, ma lo è, e non ha senso nasconderselo; questi sono i personaggi che abbiamo visto in BB, prima di BB. E da questo punto di vista, la serie ha un difetto enorme: alla fine della terza stagione, il Jimmy McGill di BCS è lontanissimo dallo spietato Saul Goodman di BB, che ricordo che già alla sua prima apparizione era del tutto dentro il mondo criminale, e ci sguazzava alla grande. C’è davvero un abisso tra i due personaggi, che poi sarebbero lo stesso, e faccio davvero fatica che si possa, nelle prossime stagioni, riuscire a trasformarlo in maniera credibile in Saul Goodman.
Non è solo una questione di caratterizzazione del personaggio, la sua storyline è troppo lenta, in maniera eccessiva: non ne faccio un problema di ritmo narrativo (che va benissimo, per quelle che sono le tematiche e le storie di BCS), ma di coerenza con il Saul Goodman di BB, non è credibile che lo sia diventato in pochissimo tempo.

Non posso comunque dargli meno di 9, perché in fondo chi se ne frega della coerenza con BB, se si possono avere drammi così intensi e maturi?

QUARTA STAGIONE: non è facilissimo dare un giudizio a questa stagione. Non succede praticamente quasi nulla di importante. Io mi aspettavo un’accelerata degli eventi, ed invece è tutto il contrario.
Eppure, non mi sono mai annoiato. Non c’è nemmeno una puntata che non mi sia piaciuta. Come mai?
Perché i personaggi di Better Call Saul sono maledettamente interessanti. Sono scritti maledettamente bene, sono interpretati maledettamente bene.
Io non sono un grande conoscitore di serie tv, eppure posso dire lo stesso che non esiste, nel mondo delle serie tv, un personaggio come Jimmy McGill. Dopo l’evento finale della terza stagione, la sua reazione, il suo comportamento durante la stagione, è sorprendente. E’ un grande personaggio, e qui emerge più che mai la sua visione del mondo.
E Bob Odenkirk, a differenza di Bryan Cranston, non vincerà mai un Emmy (pur meritandolo); e Jimmy McGill, a differenza di Walter White (e del Saul Goodman di Breaking Bad), non diventerà mai un’icona pop. Ma è un personaggio infinitamente superiore a Walter White. Jimmy McGill sta a Walter White, come Charles Kane di Quarto Potere sta a Marty McFly di Ritorno al futuro.
Ma non è questione solo del protagonista. Tutti i personaggi di Better Call Saul sono caratterizzati alla grande. In questo, è nettamente superiore a Breaking Bad
Certo, è comunque ora di dare un’accelerata al tutto. La quinta stagione sarà probabilmente scoppiettante

QUINTA STAGIONE: come prevedibile, c’è una netta accelerazione alla trama, dopo la stasi della precedente stagione. Tra l’altro, succedono cose imprevedibili, e si hanno momenti di alta tensione, nonostante sia un prequel di una serie, per cui si sa già, almeno in parte, come andrà a finire.
Ad emergere in questa stagione, è soprattutto il personaggio di Kim, più carismatica che mai. Il rapporto tra lei e Jim è una delle relazioni più atipiche, e più interessanti, che si siano mai raccontate.
Il finale è un cliffhanger, la prossima è l’ultima stagione.

SESTA STAGIONE: una stagione finale davvero bella, in particolare le ultime puntate. Il finale è decisamente più poetico rispetto al finale di Breaking Bad, e Saul Goodman/Jimmy McGill si conferma un personaggio molto più sfaccettato e complesso rispetto a Walter White e Kim Wexler si conferma una coprotagonista molto più interessante e carismatica rispetto a Jesse Pinkman.
Ma tutti i personaggi sono memorabili, grazie anche alle splendide interpretazioni.
E Jimmy e Kim è la migliore coppia nella storia delle serie tv.

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Conviene chiamare Saul! / 6 Maggio 2016 in Better Call Saul

1 STAGIONE. Better Call Saul è il prequel dell’acclamata e premiata serie Breaking Bad. Basta semplicemente questo per creare molte aspettative circa questo nuovo progetto targato Vince Gilligan e Peter Gould, quest’ultimo scrittore dell’episodio 8×02 di Breaking Bad “Conviene chiamare Saul”.
Le premesse per un’ottima serie di qualità ci sono, e questa fantastica prima stagione non ha deluso le aspettative: sia i fans che i nuovi arrivati, ai quali consiglio vivamente di recuperare parallelamente Breaking Bad e Better Call Saul, sono rimasti colpiti non solo dai continui riferimenti alla serie madre ma anche dal modo in cui il tutto è stato elaborato. Better Call Saul non risulta una copia spudorata della serie principale, infatti le numerosi citazioni sono molto sottili e difficili da cogliere immediatamente; sembra solo di respirare quell’aria già assaporata in Breaking Bad, tuttavia il chiaro intento è quello di creare una serie che viva di vita propria. Il fans service c’è ma è calibrato con mirabile maestria dai due sceneggiatori che potevano cadere facilmente in questa trappola redditizia. Da un lato infatti i riferimenti tradizionali e registici ci sono, e sono anche tanti, tuttavia l’impostazione che viene data è più classica rispetto ai virtuosismi presenti in BrBa.
In Breaking Bad, Saul Goodman era la spalla, il cosiddetto “comic relief”, un ruolo molto distante dal protagonista di una serie. Bob Odenkirk da tuttavia una prova davvero sorprendente e riesce a reggere su di sé tutto il peso del protagonista.

Jimmy è sempre stato uno spirito ribelle, una testa calda, ma quando è costretto ad affrontare il carcere decide di cambiare per rendere orgoglioso suo fratello Chuck, famoso avvocato che con i “suoi trucchetti” lo fa uscire di prigione. Da Slippin Jimmy, soprannome con cui era conosciuto nella sua zona, diventa semplicemente Jimmy, abbandonando le truffe con il suo amico Marco. Slippin Jimmy è quasi una pre- evoluzione di quello che poi successivamente sarà Saul Goodman, una parte oscura del suo essere che Jimmy tenterà di celare. Nel finale di stagione però tutti i suoi sforzi sono vanificati dalla confessione del fratello che rivela ciò che veramente pensa di lui; di conseguenza per Jimmy non ha più senso nascondersi. Fantastico è il siparietto con Mike nell’ultima scena. Lui ha provato ha fare del bene mettendo il suo talento a disposizione della giustizia ma molto probabilmente il bene non vuole Jimmy McGill e pian piano la sua vera personalità esce fuori. Emblematica è la scena in cui la moglie di Kettleman rifiuta Jimmy come avvocato dicendo chiaramente che lui è il tipico avvocato che assumono i colpevoli. Sono chiari riferimenti a quello che Jimmy sarà. Forse uno dei soli difetti di questa serie: il fatto di essere un prequel prelude che noi già conosciamo la sua sorte, eppure Gilligan riesce a creare una prima stagione che non snaturi il personaggio.

Sotto questo aspetto la serie a volte sembra illuderci poiché le azioni dell’avvocato, mentre sembrano rivolte verso un risvolto positivo, ci riportano sulla terra gridando a gran voce “sciocco cosa pensavi, stiamo pur sempre parlando di Saul Goodman”.

Articolo completo: http://nextreviews.altervista.org/better-call-saul-1-stagione/

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Strepitose ambivalenze / 16 Dicembre 2015 in Better Call Saul

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Prima stagione

Prescindendo da Breaking Bad, ho trovato Better Call Saul una serie eccellente che mi ha appassionata e divertita: James McGill è un personaggio decisamente complesso e narrativamente molto interessante.
Jimmy non è un buono, ama troppo le truffe e i maneggi per essere definito tale, ma sicuramente non è un cattivo: stupisce la sua capacità di cacciarsi nei guai e di uscirne con le sue sole forze, una curiosa presenza di spirito e un po’ di fortuna.

La sua ambivalenza è rafforzata dall’immediata simpatia che è in grado di suscitare nello spettatore: c’mon buddies, com’è possibile non parteggiare per lui, dopo averlo visto risolvere situazioni che definire spinose è dir poco, con una grinta così originale?
Il mondo intero sembra essere contro di lui, ma Jimmy ha buona volontà da vendere e, anche se le sue attività sono originariamente tese al puro tornaconto economico, il suo impegno per dedicarsi ad attività lavorative lecite è palese: il ricorso al raggiro è una specie di droga, un momento liberatorio che cerca in particolari occasioni e da cui si allontana dopo una veloce intossicazione.
Bob Odenkirk è davvero bravo a incarnare questo personaggio così inaspettatamente sfaccettato: gli conferisce una sfuggente umanità che lo rende al tempo stesso reale e in-credibile.

La serie può essere vista anche senza conoscere Breaking Bad, ma, per chi ha seguito il telefilm, è davvero divertente ritrovare personaggi (Mike!) e situazioni di quella serie: nell’ultimo episodio di Better Call Saul, per esempio, si può assistere perfino alla scena in cui Jimmy riesce a spacciarsi per Kevin Costner con una ragazza, si tratta di un dettaglio raccontato a W.White in una puntata di B.B. che mi aveva fatto ridere di cuore perché, fino a quel momento, col mio compagno di divano, avevamo parlato proprio di quella vaga somiglianza.

Non vedo l’ora di godermi la seconda stagione.

Voto prima stagione: 9

Seconda stagione
[Aggiornamento del 30 aprile 2016]
La seconda stagione riconferma tutto quel che di buono mi aveva impressionato nella prima: stessa sapiente caratterizzazione di tutti i personaggi, stesso encomiabile uso dei colpi di scena e stessa bravura nel gestire una trama solo apparentemente esile e potenzialmente ripetitiva.
Jimmy/futuro Saul si riconferma indubbiamente uno dei miei personaggi televisivi preferiti.

Scatta l’attesa per la terza stagione.

Voto seconda stagione: 9

Terza stagione
Non farei altro che ripetermi, per cui dico solo che la terza stagione mantiene davvero alto il livello qualitativo della serie. Personaggi strepitosi, dinamiche interpersonali complesse, accattivanti e dolorose.

Voto terza stagione: 9

Quarta stagione
[Aggiornamento del 28 ottobre 2018]
Confermo tutto, ancora una volta.
Insieme a una miriade di dettagli che diventeranno fondamentali in Breaking Bad (Diiiiing!), Saul Goodman fa la sua comparsa ufficiale.
Il personaggio di Kim (Rhea Seehorn) assume, se possibile, un ruolo ancora più determinante nell’evoluzione di quello interpretato da Odenkirk.
Sempre strepitosamente pratico l’inossidabile Mike (Jonathan Banks che, ahimé, mi pare stia visibilmente invecchiando a velocità maggiore rispetto agli altri attori del gruppo, creando uno strano anacronismo fra questa serie e il suo famoso sequel).
Il lavoro di Gilligan si conferma certosino: nessun dettaglio (narrativo e “scenografico”), nessuna inquadratura è frutto del caso. Il suo senso della pianificazione mi impressiona sempre.

Voto quarta stagione: 9

Quinta stagione
[Aggiornamento del 25 aprile 2020]
Tutto confermato: verve, pianificazione, qualità generale.
Forse per la prima volta, Jimmy/Saul capisce di essere davvero mortale.
Finale appeso: speriamo che la pandemia da coronavirus COVID-19 non abbia messo i bastoni fra le ruote a Gilligan e che la sesta (e ultima) stagione sia già stata girata con uscita confermata nel 2021 (magari, all’inizio dell’anno, perché l’attesa fra un ciclo e l’altro è davvero snervante).
Nota: chissà se il ricciolo disfatto della pony tail di Kim, nel nono episodio, ha un valore simbolico.

Voto quinta stagione: 9

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9 Maggio 2015 in Better Call Saul

Premessa: Breaking bad è la mia serie preferita, l’ho trovata perfetta sotto tutti i punti di vista: storia, personaggi (e interpreti), scelte registiche, musiche… insomma, tutto. Quando ho letto di questo spin off mi ha fatto naturalmente piacere, anche perché il personaggio di Saul Goodman mi era piaciuto molto. Immaginavo però una cosa molto più leggera, una sorta di carrellata di casi di cui Saul si occupava, magari piuttosto sul comico. Invece, non solo la prima stagione è stata piuttosto “tosta”, ma a tratti ho ritrovato le atmosfere di Breaking bad. E d’altra parte i creatori sono gli stessi, e dà quasi l’impressione che questo personaggio fosse già nelle loro teste da prima, non che la sua storia sia stata creata solo in seguito al successo di Breaking bad. Insomma, sono in trepida attesa della seconda stagione, certa che non mi deluderà e curiosa di sapere quali altri personaggi faranno la loro apparizione ( già nella prima stagione ne ritroviamo qualcuno). Chissà che prima o poi non compaiano anche Walter White e Jessie… Yo bitch!

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