Ano Hana: lacrimoni in agguato. / 28 Novembre 2014 in Ano Hana

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

(Sei stelline e mezza)

I temi affrontati da questo anime sono tanti e delicatissimi: a tratti, la loro forza emotiva si fa davvero prorompente e soverchia anche alcuni indigesti “birignao” tipicamente jappo.
Su tutti, emerge il tema del superamento del lutto, il quale viene affrontato in maniera differente da ciascuno dei personaggi della storia. Non a caso, poi, la scansione dei protagonisti in cinque caratteri-tipo (+1, quello di Menma, fuori dalle regole sia in vita che in forma ectoplasmica) riprende la tradizione narrativa degli anime (cinque samurai, cinque cavalieri, cinque colori, cinque componenti di un robot, ecc.) in grado di mostrare lo stesso argomento secondo punti di vista e sensibilità diverse.

La morte di Menma ha causato un trauma in tutti i suoi compagni di gioco, nei genitori e nel fratello minore: nessuno di essi ha mai accettato la scomparsa della bambina e ciascuno si sente ancora responsabile in qualche misura della sua morte.
Eppure, nessuno di questi personaggi ha mai pensato di esprimere in maniera esplicita il proprio disagio a riguardo (emblematico il dolore assoluto della madre della bambina e quello, silenzioso, del padre), tanto che il ricordo di Menma è diventato per tutti un”ossessione capace di sconfinare nella nevrosi (il travestitismo di Yukiatsu, in fin dei conti, non ha molto a che vedere con la sua sessualità: è solo un malato tentativo di sentire Menma più vicina, ne è un indizio il fatto che il ragazzo provi sollievo perfino nel parlare con la parrucca della finta Menma).
Anche il padre di Jinta, nonostante la sua serafica serenità shintoista, in fondo, non ha mai superato completamente la dipartita della propria moglie.
La morte, quindi, incombe su tutta la storia e hai voglia a parlare di nirvana e rinascita.

Nel complesso, Ano Hana è un anime strappalacrime (sì, ho pianto sul finale, mannaggiammé), non particolarmente innovativo, ma -ribadisco- interessante per via del suo impatto emotivo e per gli spunti di riflessione che genera.
Buono il character design, non sempre all”altezza quello degli ambienti (sovradimensionati sia gli spazi che gli arredi), gestualità credibile a fasi alterne.

Bello il brano di coda.

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