Recensione su 22.11.63

/ 20167.189 voti
serie tv22.11.63

Cinismo sci-fi / 9 Novembre 2016 in 22.11.63

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

La miniserie, co-prodotta da Stephen King (autore del corposo romanzo da cui è tratta), James Franco (attore protagonista) e J.J. prezzemolino Abrams, è un buon prodotto di intrattenimento seriale, benché deficitato da alcuni svarioni in fase di sceneggiatura che, al di là della sospensione dell’incredulità legata alla materia narrativa sci-fi, ne rendono davvero improbabili e un po’ farraginosi alcuni sviluppi.

La rappresentazione della provincia americana dei primi anni Sessanta è molto interessante dal punto di vista estetico, mentre lo è meno sotto l’aspetto narrativo: sicuramente, gli intenti thriller della serie e il tempo “limitato” a disposizione (8 episodi) hanno impedito di approfondire alcune tematiche, come la segregazione razziale e la violenza domestica, più o meno blandamente accennate.
Ad ogni modo, lo scopo di King e dei realizzatori della serie non era quello di fare luce una volta per tutte sulle dinamiche legate all’assassinio del Presidente Kennedy (“Non siamo mica Oliver Stone!”, si saranno detti), ma di articolare una storia in bilico tra Ai confini della realtà e Nel centro del mirino (film che, guarda caso, ha un’importante connessione con i fatti di Dallas), in cui i dettagli d’ambiente legati alla ricostruzione storica sono gradevole valore aggiunto.

Ho apprezzato il messaggio finale della serie, realistico e, a suo modo, cinico: per quanto dolorosi e inspiegabili siano i fatti della vita, non si può evitare che essi accadano. Insomma, in maniera falsamente consolatoria e fastidiosamente arrendevole (non siamo eroi: non lo sono neppure i protagonisti dei romanzi, pare dirci King), bisogna prenderne atto. “Così vanno le cose, così devono andare” cantava qualcuno.
La serenità che sembra contraddistinguere l’ormai anziana Sadie, per esempio, sembra dimostrare che la sua saldezza d’animo è stata in grado di farle attraversare pressoché indenne momenti molto difficili (benché la sua vita sia stata afflitta dalla presenza di quel maniaco del marito, cosa che, “riavvolgendo la Storia”, Jake non è riuscito a evitare).
Il gioco del “se le cose fossero andate diversamente” è un privilegio riservato al mondo delle Idee.

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