Philippe Leroy: Biografia completa, filmografia completa, scheda Attore

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Biografia di Philippe Leroy, l’avventuriero del cinema italiano

Philippe Leroy-Beaulieu, meglio noto come Philippe Leroy, è un attore francese che, da tempo, vive e lavora in Italia.
Prima di diventare attore, Leroy vive una vita avventurosa, degna di alcuni dei personaggi interpretati durante la sua lunga carriera artistica: mozzo su un transatlantico, a 17 anni si trasferisce per un breve periodo negli Stati Uniti, sottotenente nell’esercito francese impegnato in Indocina, ufficiale paracadutista durante la guerra d’Algeria. Per il suo impegno militare, il governo francese gli ha conferito due medaglie e la Legion d’Onore.

La filmografia di Philippe Leroy: gli anni Sessanta, da Mario Camerini a Comencini

Nel 1960, Philippe Leroy esordisce nel mondo del cinema con il film “Il buco” di Jacques Becker e riceve una nomination ai BAFTA come miglior attore straniero.
Dopo qualche altro film in Francia, nel 1962, Leroy si trasferisce in Italia, dove finisce per lavorare assiduamente e stabilirsi.
A partire dai primi anni Sessanta, pur continuando a comparire anche in vari film francesi, l’attore inizia a lavorare con diversi registi italiani, recitando nelle pellicole più disparate, dalle commedie ai film d’azione, passando per film drammatici gli spaghetti western: Mario Camerini (“I briganti italiani”, 1961; “Delitto quasi perfetto”, 1966); Vittorio Caprioli (“Leoni al sole”, 1961); Riccardo Freda (“Caccia all’uomo”, 1961); Mauro Bolognini (“Senilità”, 1962); Sergio Corbucci (“Il giorno più corto”, 1963); Gianni Puccini (“L’attico”, 1963; “Amore facile”, 1964); Gianfranco De Bosio (“Il terrorista”, 1963); Luciano Ricci (“Il castello dei morti vivi”, 1964); Marco Vicario (“Le ore nude”, 1964; “Il grande colpo dei 7 uomini d’oro”, 1966); Luigi Bazzoni e Franco Rossellini (“La donna del lago”, 1965); Pasquale Festa Campanile (“Una vergine per il principe”, 1965); Alberto Lattuada (“La mandragola”, 1965; “La matriarca”, 1968); Tinto Brass (“Yankee”, 1966); Salvatore Samperi (“Cuore di mamma”, 1969); Luigi Comencini (“Senza sapere niente di lei”, 1969).

I migliori film degli anni 70 di Philippe Leroy, tra poliziotteschi e Liliana Cavani

Negli anni Settanta, Leroy continua a lavorare assiduamente in film molto eterogenei, comparendo anche in alcuni poliziotteschi: “Milano calibro 9” (1972) di Fernando Di Leo; “Milano rovente” (1973) di Umberto Lenzi; “La mano spietata della legge” (1973) di Mario Gariazzo; “Il portiere di notte” (1974) e “Al di là del bene e del male” (1977) di Liliana Cavani; “Fatevi vivi, la polizia non interverrà” (1974) di Giovanni Fago; “Libera, amore mio!” (1975), ancora di Bolognini; “Il soldato di ventura” (1976), ancora di Pasquale Festa Campanile, con Bud Spencer; “Mannaja” (1977) di Sergio Martino; “Il gatto” (1977), ancora di Comencini, con Mariangela Melato e Ugo Tognazzi.

I film di Philippe Leroy negli anni Novanta: “Nikita” e Attenborough

Leroy è un volto del cinema italiano e francese anche negli anni Ottanta e Novanta: “Tranquille donne di campagna” (1980); “Il tango della gelosia” (1981) di Steno, con Monica Vitti e Diego Abatantuono; “State buoni se potete” (1983) di Luigi Magni; “Interno berlinese” (1985), ancora della Cavani; “Don Bosco” (1988), con Ben Gazzara; “Hiver 54, l’abbé Pierre” (1989), con Lambert Wilson e Claudia Cardinale; “Nikita” (1990) di Luc Besson, con Anne Parillaud e Jean Reno; “Il ritorno di Casanova” (1992), con Alain Delon e Fabrice Luchini; “Berlino ’39” (1993) di Sergio Sollima; “Io e il re” (1995), con Franco Nero, Laura Morante e Carlo Delle Piane; “Amare per sempre” (1996) di Richard Attenborough, con Sandra Bullock; “Il pesce innamorato” (1999) di e con Leonardo Pieraccioni.

Gli ultimi film di Philippe Leroy

Philippe Leroy continua a lavorare anche negli anni 2000: “Vajont – La diga del disonore” (2001) e “Piazza delle cinque lune” (2003) di Renzo Martinelli; “La terza madre” (2007) di Dario Argento; “Il sangue dei vinti” (2008) di Michele Soavi.
Tra gli ultimi film di Philippe Leroy, ricordiamo “Questione di karma” (2017), con Fabio De Luigi ed Elio Germano, e “Hotel Gagarin” (2018) di Simone Spada, con Claudio Amendola, Luca Argentero e Giuseppe Battiston.

Philippe Leroy in tv: dal successo di “Sandokan” a “Don Matteo”

Nel 1971, Leroy esordisce in televisione con lo sceneggiato Rai “La vita di Leonardo Da Vinci” diretto da Renato Castellani, dove interpreta proprio il ruolo del famoso genio italiano, ricevendo una nomination agli Emmy Awards 1973 come miglior attore drammatico.
Proprio grazie alla tv, Philippe Leroy ottiene la totale popolarità, vestendo i panni dell’avventuriero Yáñez nello sceneggiato Rai “Sandokan” (1976), che vede nel cast anche da Kabir Bedi e Adolfo Celi, ispirato al ciclo letterario dei pirati della Malesia di Emilio Salgari.
Successivamente, Leroy lavora spesso in televisione, sia in miniserie e fiction che in film tv: “I racconti fantastici di Edgar Allan Poe” (1979); “Orient-Express” (1980); “…e la vita continua” (1984); “Quo Vadis?” (1985); “L’isola del tesoro” (1987); “Aquila rossa” (1994); “Mosè” (1995); “Commissario Navarro” (1999); “Il comandante Florent” (1997-1999); “Un maresciallo in gondola” (2002); “Elisa di Rivombrosa” (2003-2004); “La bambina dalle mani sporche” (2005); “L’ispettore Coliandro” (2009); “Don Matteo” (2008-2009); “I Cesaroni” (2012).

Luogo di nascita: Paris, France
Data di nascita: 15/10/1930

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