Recensione su Wolverine - L'immortale

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14 Agosto 2013

La fortuna di Wolverine l’immortale è di essere venuto dopo Wolverine, le origini. Un po’ come per Renzi, venire dopo Dominici era vincere facile, si poteva solo fare meglio. Infatti questo film è nettamente meglio( e Matteo ha abbattuto la pensilina della stazione), il che non significa che sia sufficiente (Matteo ti fischiano le orecchie?), ma può andare (anche per la rielezione a sindaco, Matteino).
E’ leggero, un passatempo giocattoloso con una sfacciata noncuranza a livello di sceneggiatura che ha dell’incredibile. Si posiziona tematicamente come sequel non del primo Wolverine, ma dell’ultimo X-men, anche se non si capisce perché lui sia ossessionato da una storia d’amore con la Fenice che mai c’è stata. Tutto il senso è l’accettazione della propria ineluttabile diversità e il confronto con gli umani che vivono una sensazione di ammirazione e desiderio nei confronti dei mutanti mal celando il disprezzo verso la presunta “innaturalità” della loro condizione (non potendo essere come loro li rifiutano). Logan nel frattempo percorre gli stadi della sofferenza, della privazione del proprio potere mutante (sia la rigenerazione che gli artigli come segno distintivo), del recupero delle origini (la ricrescita degli artigli in osso). Tutto il resto è niente.
Molti gli errori, il più comico è quello delle bacchette per mangiare che la giovane nipote del magnate mette in posizione orizzontale perché, spiega, in posizione verticale assomigliano agli incensi usati nei funerali, quindi sono di cattivo auspicio, stacco di montaggio e le bacchette sono ancora lì in verticale, magicamente e lei le riposiziona in orizzontale, boh!
Sempre blandissimo l’erotismo, qui siamo in pieni anni 50 del novecento….tensione fra i protagonisti in comodo kimono, bacio, stacco, macchina da presa che si allontana dall’inquadratura della casa di notte (cosa mai succederà nel frattempo che la macchina da presa zoomma all’indientro? Mah!), stacco, loro due a letto che dormono (!), lui in piena esposizione dei pettorali, lei con la camiciola da notte ! Per non parlare di Logan, che si intuisce abbia fatto sesso con la giovane ereditiera, ma quando trova il fidanzato di lei con due prostitute gli fa una ramanzina bacchettona del tenore “non si tradisce la propria fidanzata”, ma come? E lei allora?
Vago l’accenno all’identità da “soldato” di Wolverine…embè? Un soldato obbedisce, il problema è a chi, difende, il problema è per cosa e chi….
La Cattiva: la cattiva è uno spettacolo, come sempre…qui ci dice che mastro Hitch ha sempre ragione. Viper è costruita esattamente come Ingrid Bergman in Io ti salverò, una bellissima bionda che dovendo interpretare un medico, mestiere maschile per eccellenza e di “intelletto”, viene dotata di un paio di occhiali a significare che “è bella, ma intelligente, ha gli occhiali! Si sarà rovinata la vista studiando no?” e di informe camice bianco, la divisa per indicare la professione. Essendo però la cattiva si libera del “travestimento” e si lancia in uno vertiginoso tacco 20 minimo, inquadratura stretta. Ora è banale pure sottolinearlo: lei sì che è cattiva e quindi erotizzata, uccide baciando e la scarpa con lo stiletto impressionante è il massimo del codice erotico cinematografico e simbolico tout court.
Finalino di preparazione di X-men 4, Sir Ian Mckellen in spettacolare cappello di feltro elegantissimo che fa sparire Wolverine in due battute.

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