Recensione su Revenant - Redivivo

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Epico / 24 Febbraio 2017 in Revenant - Redivivo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Lo ammetto, ho iniziato la visione di questo film, peraltro rimandata più volte, con molti pregiudizi in parte dovuti alla mia poca simpatia verso il regista e in parte ai pareri discordanti che ne hanno accompagnato l’uscita. La considerazione più gettonata era che Di Caprio ha vinto l’Oscar ma lo avrebbe meritato di più per altri film. Ora, non entro nel merito delle altre interpretazioni del tanto amato, quanto odiato, Leonardo, ma qui fa un lavoro eccelso nella caratterizzazione di un dei personaggi della mitologia epica della frontiera americana.
Altro punto che non mi invogliava alla visione era la durata, di solito reputo che un film debba avere una durata massima di un ora e mezza, dopo diventa come i celeberrimi ospiti e pesci, comincia a puzzare (nel senso che comincio a spossarmi). Non è stato questo il caso, cosa più unica che rara, l’ho visto tutto d’un fiato e senza neanche continuare a guardare l’orologio. Grandiose immagini (ma li è il paesaggio del nord americano ad aiutare) e dialoghi scarni per una storia epica e leggendaria. L’unica pecca, per me, è la regia “invasiva” di Inarritu, che non rinuncia ai suoi vezzi e stilemi che se in altri suoi film di ambientazione contemporanea potevano pure starci, in una storia collocata in un’epoca classica della storia americana mi è sembrata fuori luogo.
Una curiosità, nella realtà (anche se relativa, visto che all’epoca le informazioni non erano mai certe e i mountain men tendevano a colorare i loro racconti) Glass non ottenne mai la propria vendetta. Fitzgerald era arruolato nell’esercito e vista l’immunità così acquisita rinunciò a ucciderlo (ma ammetto che sarebbe stato un finale poco hollywoodiano). Jim Bridger, il ragazzo del film, diventò a sua volta un’altra leggenda dell’Ovest americano.

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