Recensione su Revenant - Redivivo

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Non c’è trama, ma gara di resistenza / 18 Luglio 2016 in Revenant - Redivivo

Non c’è trama, ma gara di resistenza – del protagonista ma anche, per simpatia, dello spettatore. Non c’è recitazione, ma modulazione di ansiti e grugniti ed esibizione di smorfie sofferenti. Non c’è sviluppo dei personaggi, ma dinamica di passioni elementari – vendetta, avidità, generosità. Ed elementare è anche il film, forse troppo; le visioni di Glass non apportano sottigliezza, e anzi nelle sequenze oniriche The Revenant diventa scopertamente citazionista (Malick, naturalmente, forse anche Tarkovskij), come se Inarritu non si sentisse del tutto a suo agio.
Cosa salva allora il film? La splendida fotografia, l’ormai celebre piano sequenza iniziale, un salto a sorpresa nel vuoto, gli effetti speciali, con l’attacco dell’orso quasi intollerabile per intensità. Ma soprattutto la rappresentazione di una natura caotica, livida, ostile, che ti fa inciampare a ogni passo e ti disorienta, e che nulla, assolutamente nulla ha a che fare con lo spettacolo patinato di una cartolina.

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