Recensione su The Imitation Game

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Un film da far vedere nelle scuole / 14 Gennaio 2015 in The Imitation Game

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

E’ una delle storie che vale di più la pena ascoltare, in generale, nell’intera filmografia probabilmente. E lo dico con tutta l’ignoranza di cui dispongo. E non solo perché “guarda che figo l’uomo geniale che ha battuto i nazisti e ha inventato il computer”, no, proprio al livello umano. Parte della sua forza sta proprio nel successo che ha avuto che gli ha permesso di entrare nei cinema di ogni città perché il cambio di atteggiamento avviene anche per mera esposizione (vedere e sentire la sola esistenza in più luoghi di un oggetto X aumenta la positività del nostro atteggiamento nei suoi confronti, a meno che non si faccia troppo insistente) come io da adolescente che odiavo le all star perché sembravano scarpe da pagliaccio, ma dopo 2 o 3 anni dall’inizio della moda le ho comprate anche io perché avevano cominciato sinceramente a piacermi. Ma sospendo un attimo questo concetto.
Questo è un film che dice delle cose molto belle. Si parla spesso di “film da oscar” come per dire che non sono i film belli a vincere gli oscar, ma lo sono i film, appunto, da oscar. Ma mi ritorna in mente quello che disse una mia professoressa in università: perché hanno dato il nobel per la pace a Malala Yousafzay? Ce ne sono molte come lei, e c’è chi ha fatto più cose, ma, se la uccidessero, a CAUSA del nobel che le è stato assegnato, la sua morte diverrebbe essa stessa un messaggio talmente forte e globale da raggiungere un risultato superiore a quello raggiunto per avere il nobel. Parlando di cinema un oscar incatena per sempre un film alla fama. I membri dell’academy hanno una certa responsabilità. E a causa della forza, non tanto innovativa ma POTENTE, di questo film, esso merita di essere visto da tutte le generazioni future finché ce ne sarà bisogno. E qualcosa mi dice che purtroppo ce ne sarà molto bisogno per ancora molto tempo.
Una delle frasi finali del film è “Now, if you wish you could have been normal… I can promise you I do not. The world is an infinitely better place precisely because you weren’t.”
E non solo per l’omosessualità. Non è un film sull’omosessualità, è un film sulla natura umana! Non conosco la storia personale, il carattere, del Turing storico, ma nel film è stato ritratto come un personaggio emarginato, solo, incompreso, autistico, balbuziente, spaventato a morte (es se qualcuno sembra arrabbiato e gli si avvicina lui ha paura di essere colpito e si ritira. Cumberbatch è stato bravissimo a comunicare molto bene con il linguaggio del corpo dando così, a forza di occhiate basse, occhi lucidi, sussulti, l’impressione di un uomo quasi iper-sensibile) e ancora altro, aver portato un simile personaggio alla luce del giorno tra le persone incredule che avranno dovuto farsi un esame di coscienza non ha prezzo. Ed è qui il centro di tutto. Un professore, un personaggio storico importante, che a vederlo non gli avresti dato due lire, eppure tutti meritano rispetto, eppure anche il più piccolo uomo è importante, come Zaccheo nei vangeli. La violenza esiste perché “Humans find violence deeply satisfying.” e non perché sia utile “But remove the satisfaction, and the act becomes… hollow.” Quello che vado dicendo in giro a quelli che affermano di voler picchiare gli stupratori o i molestatori di bambini… perché se lo meritano. No, io dico, no, vorresti picchiarli perché ciò ti farebbe stare bene, e c’è da rifletterci e da far riflettere perché non nasciamo consapevoli di come si manda avanti una civiltà, dobbiamo impararlo, studiarlo, istruirci, educarci, sensibilizzarci, impegnarci e far girare le idee per evitare di essere noi per primi discriminati. Un Italia tollerante non serve agli storpi malati handicappati, serve a tutti, lo capiremo solo quando alcuni di noi smetteranno di chiamare “malati” altri tra noi. Dico “Italia” perché fortunatamente altri stati come la Svezia in questo ci hanno doppiati a mani basse, quindi non si parla di utopia.
Esempi? Recentemente ho letto una sfilza ininterrotta di post di gente che affermava che per educare ci servono gli schiaffoni dei genitori, che non si educa senza un minimo di botte. Una amara sconfitta per la cultura… tipica fallacia logica del credere la verità sempre nel mezzo (cioè una via di mezzo è sempre la scelta più giusta – il ragionamento tipico è: picchiare troppo non va bene, ma non picchiare affatto è altrettanto dannoso ai fini educativi).
Ma fortunatamente ogni tanto escono fuori perle di questo tipo che lasciano intravedere la via da percorrere per un’esistenza pacifica. E’ un messaggio da diffondere perché è vero, utile e efficace. Vorrei ringraziare chi ha realizzato questo film perché è un film medico. Ce ne sono altri come questo? Possibile… una cosa simile forse, ma the imitation game non è ruffiano, non è forzato (a parte la scena cliché del “se cacciate lui me ne vado anche io” e poco altro non importante), ma al contrario è molto umano e a tratti emotivo. Fa leva sull’emotività, e sulla razionalità, e sul senso di giustizia, e sui diritti degli uomini, e sulle qualità di questi uomini, sulla loro unicità e buonafede, e sulla tolleranza.
Una mia conoscente che mi aveva sempre detto di accettare gli omosessuali mi ha invece confessato che prima di vedere the imitation game non li accettava al 100%, e si è dovuta ricredere. Al mio fianco al cinema c’erano delle ragazze che appena hanno scoperto che Turing era omosessuale si sono dette “ah ma è frocio”, alla fine del film si sono alzate e con una faccia triste una ha detto all’altra “alla fine dobbiamo accettare gli altri per come sono”. Dopotutto c’è speranza.
Scusate se è confusionario il mio commento ma ho appena finito di vederlo e ho tante cose che mi girano in testa. Di sicuro io e il cinismo viviamo su due mondi lontani ecco.

Voto? Non so decidermi. Protendo per un 8.5 ma deciderò meglio in un secondo momento

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