Recensione su Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I

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Credibilità a zero, noia a mille / 13 Agosto 2016 in Hunger Games: Il canto della rivolta - Parte I

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il terzo capitolo della serie conferma e porta alle estreme conseguenze la perdita di credibilità che già si notava nel secondo episdoio. Ci viene chiesto di credere che un distretto della nazione, creduto distrutto, è in realtà sopravvissuto ricostruendo un’enorme capacità militare sottoterra, Dio solo sa con quali risorse; che il presidente Snow manda a salutare la nostra eroina riemersa dalle rovine con un tappeto di rose e non, come sarebbe stato logico, con un plotone di paracadutisti, salvo poi tentare di ucciderla con una trovata da film spionistico degli anni Cinquanta; etc. etc. Si aggiunga a ciò la noia mortale di due ore di film in cui non succede praticamente nulla.
L’unica nota positiva è il tentativo di mostrare la costruzione mediatica di un’eroina, e quindi la natura ambigua della rivolta; in un altro contesto e in altre mani ne sarebbe potuto uscire uno spunto interessante. Degno di nota, infine, il realismo che a tratti assume la guerra, soprattutto nel bombardamento del bunker sotterraneo, che richiama alla mente certi racconti dei nostri padri e nonni.

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