Recensione su La conversazione

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11 Febbraio 2015

La conversazione è uno di quei film che rimangono dentro lo spettatore, matura con il pubblico dimostrando di essere uno di quei classici contemporanei intramontabili. In poche parole una di quelle opere da non perdere. Ultimamente lo potevate trovare fra i titoli presenti al Torino Film Festival. Se non avete avuto modo di vederlo per una vostra dimenticanza potete recuperarlo in qualsiasi momento della vostra vita ma non lasciatevelo scappare per nessuna ragione al mondo: La Conversazione è un prodotto a dir poco avvincente, un viaggio interiore in un crescendo di paranoia e follia. Naturalmente se lo avete mancato per vostra iniziativa o peggio se lo avete snobbato.. siete delle brutte persone e forse lo Stato Islamico è il posto giusto per voi.

La regia e la sceneggiatura garantiscono un livello altissimo a livello tecnico, non a caso dietro la mdp abbiamo il Re Mida di noialtri, Francis Ford Coppola, ai suoi massimi. Gli attori invece confermano gli standard elevati della pellicola con le loro prestazioni. Prendiamo ad esempio il ruolo ricoperto da Gene Hackman (che oggi fa gli anni) e lo straordinario John Cazale, attore caratteristico prematuramente scomparso nel ’78, spalla del protagonista, ruolo secondario che ambisce a ricoprire le funzioni del protagonista. Gene Hackman interpreta Harry Caul, un esperto di sistemi di sorveglianza. Nei primi minuti non inquadriamo ancora bene la sua professione: potrebbe essere uno stalker, un agente del governo, uno che si occupa di sorveglianza privata.. sta di fatto che Harry Caul grazie ai suoi modi maniacali, ossessivi, porta a termine le sue missioni. Solo in un secondo momento capiamo il ruolo di Hackman, è un signore di mezza età incaricato di sorvegliare ed intercettare. Questa volta Harry riceve da un uomo d’affari (Robert Duvall) l’incarico di indagare sulla moglie sospettata di tradirlo con uno dei suoi. Quando Harry analizza i nastri registrati si accorge però che i due amanti stanno rischiando la morte. Come dicevo sopra il Signor Caul non è cattivo, ha fatto degli errori nel suo passato (neanche troppo indirettamente gravano sulle sue spalle il peso della morte di più persone) e quando scopre il rischio che corrono i due amanti, esita. Esita per la prima volta. Caul non riesce a finire il suo puzzle, qualcosa gli dice che c’è dell’altro e così inizia un’indagine nell’indagine. Intanto lo spettatore si identifica nel personaggio, è spaesato ed indaga (nei suoi limiti) con il detective. Si cerca di capire chi sia davvero il lupo e chi l’agnello. I ruoli si ribaltano e veniamo inghiottiti in un vortice di sospetti, di suoni, di rumori, di voci che cozzano mentre un apparecchio creato dallo stesso Caul cerca di far chiarezza sull’accaduto.

Il tutto in una San Francisco notturna, dark all’inverosimile, quasi da incubo, negli anni dopo Nixon, delle intercettazioni abusive, della tecnologia che inizia ad invadere la vita di tutti i giorni, dello scandalo Watergate. Con una ventina di minuti finali che distruggono e ribaltano tutte le nostre credenze La Conversazione è un capolavoro del cinema, un film in cui la tecnologia scopre le possibilità di un delitto (pur non prevedendo gli sviluppi dello stesso), senza dimenticare le implicazioni morali che comporta il continuo delle sue indagini.

Niente è come sembra, si vede il sole ma si trova la tempesta, a volte è Lunedì invece ci sembra festa. La vita è un dubbio tutto da scoprire, quelli sono vittime o sono carnefici ? Chi vuole la verità deve cercare. Venite Signore e Signori, venite a cercare.

DonMax

4 commenti

  1. TraianosLive / 25 Giugno 2017

    @DonMax: le ultime tre righe non avresti dovuto virgolettarle? 😀

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