Recensione su Breakfast Club

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4 Aprile 2015

Cinque studenti in punizione per un sabato intero, chiusi nella biblioteca della scuola con un professore a tenerli d’occhio. Si prospettano ore di noia, ma la spiccata personalità di ciascuno dei cinque (leggasi: stereotipi) li porterà a un implacabile confronto/scontro finche il senso di amicizia li prenderà per sfinimento.
Un film teatrale, in quasi totale unità di tempo luogo e azione, ricco di profondi dialoghi e monologhi. Troppo profondi per cinque ragazzi stereotipati. L’incantesimo si spezza, ma il succo rimane: la punizione si trasforma in una sessione di autoaiuto, che è poi quello che il professore voleva ottenere assegnando agli studenti il tema di 1000 parole su chi redono di essere, anche se ottenuto per vie traverse.
Per me è stato persino commovente, ma fatico a credere che potesse avere qualche appeal per i giovani (di quell’epoca o di questa), a parte per le imbarazzanti canzoni e scene di ballo (che dio vi perdoni gli anni ’80…).

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