Recensione su Gli uccelli

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E il finale? Dov’è?! / 19 Agosto 2014 in Gli uccelli

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

E il finale? Dov’è?!
Attenzione, qui non critico il finale di per sé, il fatto che si lasci spazio all’immaginazione con un finale aperto in cui ogni cosa può accadere, e di qualsiasi genere, dato che ci sono diversi spunti in tutto il film (prendere a esempio: la mamma-pazza nel ristorantino che incolpa Melanie di essere la causa di tutto, e che ricorda un po’ la storia dell’umanità dalle origini, in cui si andava sempre a cercare la causa di fenomeni naturali (e non) negli scettici, nei diversi, nei deboli o in quelli controcorrente; o il pescatore-‘mbriacone che annunciava la fine del mondo…).
Qui vado a criticare l’assenza di un finale. Escono di casa, corrono in macchina per fuggire (gli uccelli sono in tutto il mondo e -beati loro- hanno le ali per raggiungerci) e poi? Titoli di coda. Non si capisce neanche che si è arrivati alla fine del film e si aspetta qualcosa come a dire “no, un altro minuto, magari c’è ancora speranza che qualcosa accada!”. Se lo spettatore fosse stato in qualche modo preparato ad un finale aperto e in sospeso allora sarebbe stato plausibile, ma non è accettabile che per un intero film l’unica domanda che aleggia nell’aria sia “perché è successo tutto questo?” e neanche arrivi una risposta. Ok, non volete dare una risposta precisa, ma fate capire allo spettatore cosa può accadere.
Mi rendo conto che questo possa sembrare uno sproloquio di uno spettatore poco soddisfatto che non capisce o forse non accetta il finale aperto, ma probabilmente non riesco neanche a spiegare come mai mi sia sembrato in maniera tanto evidente un “non-finale”. E’ come se mancasse qualcosa, e con l’assenza di questo “qualcosa” e il non aver dato una causa anche minimamente possibile al fenomeno dell’attacco degli uccelli ha reso il film, almeno per me, privo di senso.
A questo punto l’unica domanda che mi sorge spontanea (ho abbandonato la causa uccelli) è: perché questo film? Cosa voleva trasmettere?
Inquietudine? Senso di instabilità? Angoscia? Voleva forse farci porre delle domande?
Niente di tutto questo è avvenuto, e i due protagonisti, ed in generale la recitazione di un po’ tutti gli attori (eccezion fatta per la bimba) non hanno certo contribuito a migliorare il mio giudizio.
Melanie era totalmente impassibile: le si presenta un tipo mezzo morto davanti quando è chiusa al riparo in una cabina, e l’unica cosa che riesce a fare è distogliere impassibilmente lo sguardo; sente dei rumori sospetti, entra in una camera evidentemente piena di uccelli, e non si sa come non ne riesce più a uscire, e dopo aver vissuto mille avventure di fuga e salvataggio da uccelli in maniera totalmente distaccata, rimane scioccata da questo avvenimento tanto da girare con sguardo vitreo e bocca semi aperta, risvegliando nello spettatore una gran voglia di svegliarla a suon di schiaffi.
E il bel giovinetto salva-tutti? L’unica cosa che gli ho visto fare è stata prendere le persone stile tenaglia a mo’ di soprammobile e spostarle da una parte all’altra senza un vero motivo, o senso (ho riso parecchio quando ha afferrato la sorellina prendendola in braccio come un’infante per poi rimetterla in piedi dieci centimetri più in là… no, ma, scherziamo?)
In sostanza?
Credo che le persone vedano i capolavori dove decidono che debbano essere.

9 commenti

  1. Bisturi / 19 Agosto 2014

    Io credo che oggi, talmente si ha la mente fottuta e carica di spocchia, che i capolavori o ottimi film, come è Gli Uccelli di Hitch, non li si riesca più nè a vedere nè a comprendere. Ne sento tutti i giorni di critiche stantie e paroloni boriosi di gente che ha solo il vezzo dell’eloquio dalla sua, sparlare o reinterpreare a modo proprio vecchi classici. Le persone non li vedono i capolavori, non sanno nemmeno cosa sono, le persone hanno solo voglia e bisogno di dire la loro e basta.

    Questo film è un film sulla natura, sulla ribellione della natura verso l’uomo, sul potere della natura e sulla sua violenza contrapposta a quella egoistica dell’uomo e ci ricorda che essa quando vuole e come vuole si riprende i propri spazi. Un film avanti anni luce, un film importante e allo stesso tempo di intrattenimento, non il migliore di Hitch, ma splendido.

  2. Stefania / 19 Agosto 2014

    Concordo abbastanza con @rodriguez86: più che altro mi trovo d’accordo sul fatto che, con troppe sovrastrutture mentali (spesso inconsce, eh!), non si riesca ad apprezzare un film per quello che è. Gli Uccelli è terrore puro, è un incubo su schermo.

    Molte delle cose che hai sottolineato (la stanza da cui non è possibile uscire, le apparenti incongruenze o le domande senza risposta, ma anche il fatto che non ci si riesca a liberare in alcuna maniera degli uccelli e che loro, implacabili, sorta di kamikaze col becco, preferiscano morire, nel tentativo di ferire o uccidere un essere umano) sono gli elementi tipici del sogno. E Hitchcock sfrutta l’elemento onirico in un contesto estremamente reale e plausibile, per sottolineare come l’umanità possa essere preda dell’incubo (questo o altri) in qualsiasi momento.
    Il finale “aperto”, affatto consolatorio, con gli uccelli quasi ghignanti, mefistofelici, sembra suggerire che non possa esservi scampo ad un’estinzione del genere umano, sovrastato dall’elemento “naturale”. Rivolti agli umani, apparentemente in salvo nell’automobile, corvi e gabbiani sembrano dire: “Andate, andate, pure. Tanto, vi acchiapperemo lo stesso. E vi ridurremo a brandelli”.
    L’ “impassibilità” della protagonista è lo specchio dell’impotenza dell’uomo di fronte a questo stravolgimento dell’ordine da lui costituito ed imposto.

    Poi, che il film non ti sia piaciuto, ci può stare, ci mancherebbe 😉

    • Bisturi / 19 Agosto 2014

      Ecco un aspetto che non avevo sottolineato @stefania, perchè lo trovo scontato, il terrore purissimo che la pellicola emana, una suspense palpabile fin dal primo steriie attacco, ma carico di minaccia, che Melania subisce sul lago dal primo uccello. Ed il finale beh…..se quello non è un finale degno di gran cinema, anche Romero chiuse più o meno così il Dawn of the Dead, un elicottero con poca benzina per sfuggire ad un’orda di zombies che sanno ritroveranno ovunque. Come direbbe Jake La Motta: “that’s entertainment”.

  3. icarus / 19 Agosto 2014

    @rodriguez86 : Parole sante! a mio modestissimo parere (eh si, sono uno di quelli) un capolavoro. Proprio il finale poi raggruppa in sé alcune delle scene più impressionanti dell’intera storia del cinema, stracitate (a ragione) e meritevoli di essere scolpite nella memoria collettiva per essere tramandate nei secoli dei secoli quali esempi di buona estetica cinematografica.
    Va da sé poi che va comunque fatta salva per chiunque la possibilità di esprimere (rispettosamente, come mi sembra voglia il caso) la propria opinione, che si PartaDaOra, più tardi, o che si decida infine di restare 🙂

  4. bonzos / 20 Agosto 2014

    Premessa: non è tra i film che preferisco di Hitchcock. Ma l’ho apprezzato molto, e il finale è stato il culmine dell’angoscia che circonda tutto il film (più che terrore, quello sinceramente non l’ho provato). Sinceramente, al di là che per te possa essere o meno un capolavoro, trovo un po’ severa la recensione.

  5. Ildebrando Raggiato / 20 Maggio 2017

    a me fanno abbastanza ridere gli spettatori che si lamentano dei finali dei film, come se fosse un loro diritto, e non del regista, decidere come approcciarlo. poi che il finale possa piacere o meno, è un altro discorso.
    ne “gli uccelli”, il finale c’è ed eccome, e credo sia stato anche in anticipo sui tempi, all’epoca, un pò strano che possa continuare ad esserlo ancora adesso. un finale aperto e inquietante, comunque lo si veda, senza spiegazioni precise, che evidentemente era l’obiettivo di hitchcock, che ha perfettamente raggiunto, nel caso. ognuno può scegliere il finale che preferisce: gli uccelli sono semplicemente impazziti e diventati violenti per cause ignote, oppure si sono incattiviti poichè non hanno accettato nella loro comunità l’arrivo dei due pennuti molto colorati in gabbia che poi vengono portati via nell’auto in fuga, oppure magari perchè arrabbiati con quella famiglia proprio perchè li tengono ingabbiati, giusto per fare degli esempi. ce n’è da scegliere, altro che film senza finale.

  6. blackstorm88 / 19 Dicembre 2017

    Concordo completamente con la tua esposizione, ho amato La donna che visse due volte e l’ho visto parecchie volte, ma Hitchcock in questo film mi ha decisamente deluso. Non aggiungo altro perchè hai detto tutto te. E non è perchè sono abituato ad altri film. Ho visto film ben più vecchi di questo e molto più avvicenti e fatti meglio.

  7. Serafino Ongari / 25 Novembre 2020

    Ma come? In America che ci sono 1000 volte più armi che uccelli, in tutte le incursioni degli stessi, da tutte le abitazioni, di tutti gli uomini, donne e forse anche ragazzi, dai bar con un variegato campionario di personalità ed eccezion fatta per gli animalisti convinti…non è stato sparato un sol colpo di pistola, fucile e quant’altro! Non un solo colpo neanche per sbaglio! Non li avrebbe ammazzati tutti ma perlomeno avrebbe rappresentato un piccolo tentativo di legittima difesa… Per me si sarebbero meritati il sacrificio anziché una fuga ingloriosa. Amen.

  8. Daniela Rocca / 24 Settembre 2021

    Concordo in pieno con questo articolo. Tutti i così detti ” grandi ” e loro detti “capolavori” sono da rivedere sulla base della realtà e del realismo, anche in termini di professionalità e di credibilità di azione. In campo cinematografico si tratta di raccontare cose e fatti che veramente esprimono realtà nei suoi vari livelli e aspetti. Costruire storie che siano dei sistemi logici in cui attori e scene sono elementi portanti e attivi nel sistema film. Insomma: il film deve essere un sistema in cui è raccontata una realtà, e di realtà ne esistono a bizzeffe. Invece in questo film gli attori sono statici e le scene sono asettiche, l’andamento è scialbo e gli uccelli sono stufi da morire! E in verità tutto quell’ onore tributato a questo regista non è realistico, perché tutti i suoi film hanno qualcosa di inamidato e di improbabile (ma improbabile come artificioso non come avvincente misterioso). Io do la mia lancia spezzata all’autore di questo articolo che esprime osservazioni veramente realiste e realistiche. I miei complimenti!!

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