Recensione su La belva scatenata

/ 20043.213 voti

io mi vergogno… / 2 Gennaio 2014 in La belva scatenata

mi vergogno degli adulti che fan guardare certe cose ai bambini. Per prima cosa mi chiedo come abbia fatto un cartone del 2004 a sfondare solo negli ultimi 2 anni. Secondo me l’hanno rivisitato mettendoci messaggi subliminali (il muso di peppa sembra un pene e quello di suo padre è anche peloso considerando la barba). Ma adesso passiamo al mio parere: Mi capita rarissimamente di guardare questa roba perché ci sono cose migliori a cui pensare, ma quel poco che ho visto basta. In primis non capisco cosa abbia la maiala protagonista che si sente in cima a tutti e tratta chiunque come fosse spazzatura lasciata a stagionare al sole. Il padre è un personaggio che non fa una mazza tutto il giorno, il fratello di Peppa vede dinosauri ovunque e non gli fanno dire altro che “dinosauoh”. L’ambientazione è praticamente spoglia e poi non ho capito il senso di tutto. Quale insegnamento da ai bambini questo cartone?…… Uno dei grandi misteri della vita umana. E ne hanno anche fatto un film di sta roba , che poi non e neanche un vero film ma sono 10 puntate messe assieme (io se avessi fatto un film su questa roba l’avrei intitolato “Peppa e il macellaio” xD). In sintesi non so neanche che valutazione dare, perché non è nulla appunto.

7 commenti

  1. Stefania / 2 Gennaio 2014

    Per quanto non ami ‘sta cippa di Peppa (anzi…), credo non siano queste le critiche “giuste” da muovere al cartone: non è un prodotto con fini propriamente didattici, anche se la protagonista ed il fratellino, da quel che ho visto, imparano qualcosa di nuovo durante ogni puntata. E’ un cartone creato con lo scopo di “ipnotizzare” gli spettatori, come -ai tempi- fu per i Teletubbies. E’ un prodotto “elementare” diretto ad una precisa fascia d’età che ha bisogno più di stimoli visivi ed uditivi che narrativi: ecco perché le soluzioni onomatopeiche (grugniti et similia) sono tanto frequenti.
    Quel che bisognerebbe “contestare”, secondo me, è il fenomeno commerciale: siamo sempre i soliti zucconi, perché basta una sciocchezza come questa per consentire che radio, tv, Rete, negozi, edicole, ecc. vengano inondate da un prodotto proposto in mille (spesso inutili e ripetitive) varianti. Abbocchiamo a tutto, dài…
    Personalmente (e premetto che non ho bambini, quindi mi scuso anticipatamente con i genitori che potrebbero sentirsi messi in discussione dalle mie parole), sapere di bimbi che si placano solo davanti al faccione della Peppa… beh, vi confesso che, questo sì, mi perplime molto.
    E, per concludere, questa leggenda metropolitana della faccia del maiale che ricorda un pene e via con i messaggi subliminali… la trovo più ridicola (non volermene! Non ce l’ho con te! 😀 ) della storia dei Puffi comunisti ^_^

  2. Unospettatorequalunque / 2 Gennaio 2014

    Avete ragione tutti e due, anche se aggiungo solo una mia opinione. Trovo diseducativo ed antididatico questo cartone (parola grossa) che insegna i bambini a rotolarsi nel fango e a ruttare (il grugnire, in pratica) in faccia alla gente 😀 .

  3. Unospettatorequalunque / 2 Gennaio 2014

    *antididattico

  4. zvut / 3 Gennaio 2014

    Io sono un grande fan della Peppa, credo di aver visto gran parte delle puntate andate in onda e non sono d’accordo.
    La Peppa ci insegna a vivere liberamente grugnendo in faccia a tutto e tutti pur nel mondo disgeometrico che si ritrova. La strada per arrivare alla casa è volutamente impervia, quando tutto sembra perso l’ingegno riesce a trarre gli esseri viventi da ogni situazione, spesso grazie alla cooperazione tra animali, è l’ultimo grado di Leopardi, il pessimismo eroico, la Peppa è preparata e sa come sconfiggere le avversità. Contiene diversi rimandi alla “fattoria degli animali” di Orwell, in particolar modo la prima fase del libro, con la differenza che qui c ‘è tanta speranza e ottimismo, senza contare l’integrazione inter-animale a cui è bene educare i bambini fin da subito perchè rispettare conigli e leprotti è bene e la biodiversità animale va preservata, ogni specie ha le sue peculiarità ed insieme risolvono problemi, sfruttando ognuno le capacità dell’altra specie, senza darsi mai per vinti, sempre pronti a sostenere e incoraggiare i compagni in difficoltà.
    Ci insegna a prendersi cura dei fratellini, a voler bene ai papa cicciottelli, sguazzare nel fango con felicità ( Sì siamo nel fango, non ci dobbiamo dispiacere, ribaltiamo la situazione e sguazziamoci dentro, il mondo è dolore tanto vale accettarlo, echi di filosofia buddista).
    La Peppa è il riso di Democrito che sconfigge il pianto di Eraclito, sono bimbi non potrebbe essere altrimenti.

    W la Peppa

    • Stefania / 3 Gennaio 2014

      @zvut: sono sicura che gli autori abbiano inserito tutti questi richiami “seri” nella Peppa (personalmente, poi, non mi infastidisce che lei e la sua famiglia grufolino di felicità 😀 ), ma non credo che la fascia anagrafica di bambini a cui si è scelto di destinarlo li colga davvero. Ho la forte sensazione che, benché l’impianto narrativo contenga in nuce alcuni elementi formativi, questi siano stati soppiantati dalla ricerca e dalla proposizione di un’estetica accattivante (per bambini in età prescolare, sia beninteso. OT: possiedo ancora un libro con le fiabe di Perrault ed Esopo, uno dei tanti con cui ho imparato a leggere, in cui gli animali erano rappresentati proprio come la Peppa: corpo geometrico, testa leggermente in prospettiva, zampe a “stecchetto”, con tre dita. Bon. E mi piacevano un sacco, perché potevo rappresentarli facilmente su un pezzo di carta. Fine OT).
      Se, in più, metti un bimbo davanti alla tv solo per farlo star buono perché gli scorrono davanti immagini colorate in movimento e non gli spieghi le belle cose che hai notato tu (le diversità tra specie e la convivenza tra le stesse, come e perfino perché è bene affrontare le difficoltà insieme, ecc.), beh, se anche il cartone dovesse avere particolari fini didattici, questi andrebbero ramenghi, senza colpire.
      Non è (solo) la Peppa ad essere “difettosa”, ma, secondo me, sono sbagliate la maniere in cui viene proposta (a ripetizione! Rai Yo Yo, per esempio, manda in onda una ventina di episodi al giorno, anche in blocchi di cinque puntate per volta, replicandone alcuni nell’arco di due ore, in orari strategici, colazione-pranzo-merenda-cena: così diventa un mantra! 😀 ), la maniera in cui viene “assorbita” e l’isteria collettiva che la coinvolge dal punto di vista del marketing. Come accade per molti altri prodotti, non siamo in grado di trovare una corretta misura in relazione al grado ed al modo di fruizione.

      • zvut / 3 Gennaio 2014

        @Stefania Che bambini! Io me la guardo da solo la Peppa! Anche se la miglior serie resta la Melevisione, tre spanne sopra la concorrenza! Lupo Lucio idolo! 😀

        C’è anche la sigla cazzutissima che praticamente si sente ogni 5 minuti
        http://www.youtube.com/watch?v=V_104V8qTAM

        Mettiamola così: reputo la Peppa uno svago accettabile, per molti versi innocuo, qualche grugnito qualche risata e via, pur essendoci comunque al suo interno fratellanza, comunione d’intenti e “valori” che comunque a furia di martellamenti vari seppur non spiegati per filo e per segno in qualche modo arrivano. Quello che trovo inaccettabile è Disney Channel e tutti i suoi prodotti derivati, quelli sì che sono dannosi perchè i valori espressi sono deprimenti.
        Insomma più che l’anticonformista Peppa Pig mi preoccupa la generazione Disney Channel, quella sì altamente diseducativa.

        Ci bombardano di Peppa Pig, però è anche vero che queste mode sono sempre più veloci, Pingu resiste negli anni ma che ne sarà della Peppa?

        • Stefania / 4 Gennaio 2014

          @zvut: la Melevisione mi piaceva con il primo Tonio Cartonio! Quell’altro non mi sa né di carne, né di pesce 😀 e tutta la faccenda, per me, è decaduta :v

          Non sono tanto sicura che i martellamenti (positivi, diciamo) arrivino davvero: ci posso anche sperare, non costa niente 😉 , ma non sono tanto fiduciosa.
          Metti l’emulazione “istintiva”, metti la simpatia che un bambino può provare altrettanto istintivamente per la Peppa, ma continuo ad avere i miei dubbi. Per quanto semplici, se certi concetti non vengono spiegati ed applicati nella realtà… boh, hai voglia… (ma non sono un’educatrice, né una mamma, per cui parlo per, come posso dire, partito preso, forte di non troppo remote esperienze personali).

          Disney Channel, cartoni a parte, è un pozzo di cattiveria 😀 Violetta, Maghi di Waverley, Hannah Montana e compagnia cantante danno davvero fastidio anche a me.

          Credo che la Peppa resisterà a lungo: non con questa portata, ma rimarrà nei paraggi ancora un bel po’, credo. Come posso dire… è riciclabile, come la Pimpa (con rispetto parlando per Altan…), perché è inserita in un mondo acronimo, universale, senza contestualizzazioni o strumenti grafici temporalmente identificabili.
          Non diverrà un classico in senso stretto come, non so, Tom & Jerry (appartenenti a precisi ambiti temporali, loro), ma ha la possibilità di essere riproposta a più generazioni di pargoli teledipendenti.

Lascia un commento