Recensione su Pat Garrett e Billy Kid

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21 Settembre 2013

Lasciate entrare nelle vostre vite il signor Sam Peckinpah, un uomo chiamato ralenti.
Con Pat Garrett & Billy the kid si vola verso il genere western ed oltre. Il film ha una colonna sonora firmata Bob Dylan, il tipo oltre a curare la soundtrack fa parte del cast prepotentemente invaso dall’attore feticcio del regista Kris Kristofferson (Billy the Kid) e soprattutto da James Coburn (Pat). Quella che abbiamo di fronte ai nostri occhi è una triste storia di amicizia fra due dinosauri appartenenti ad un’era che sta scomparendo, il far west. Il film è ambientato in Nuovo Messico, il far west è in procinto di diventare un mero ricordo, un racconto da serata vicino al camino oppure al falò nel deserto. Tempi che cambiano, tempi che rimangono uguali.
Pat e Billy sono amici, compagni di bevute, di chiavate, dei fratelli che in passato hanno condiviso tutto persino le pistole. Con gli anni ed il sopraggiungere della vecchiaia Pat cambia la sua posizione, gli viene proposto il ruolo di sceriffo della contea di Lincoln. Egli matura, non è più una testa calda dal grilletto facile e lo spettatore lo percepisce dopo poche battute… a Billy invece occorre metà film. Dopo pochi giorni Patt proverò al suo amico come egli non scherzasse, lo cattura in seguito all’accerchiamento del suo rifugio ma la prigionia dura poco.

Non si riesce a prendere una posizione a favore dell’uno o dell’altro. Patt esegue degli ordini, è uno sceriffo, fa il suo lavoro. Aggiungo che in più occasioni ha dimostrato l’attaccamento a Billy oltre ad un senso forte di amicizia. Billy invece è un criminale dai modi simpatici, è il bandito che esce vittorioso dalla città, acclamato, rispettato e temuto. Un uomo che vale come un esercito. Dalla fuga in poi sarà una caccia aperta, una sfida fra gatto e topo, un susseguirsi di sfide colte da entrambi. Trama a parte, tornano, come in ogni film firmato Sam, i temi che oramai conosciamo bene ma da citare nuovamente poiché sono un prolisso del ca**o: “L’uso delicato del ralenti; il ruolo emblematico della donna; i bambini non angeli scesi in terra bensì spugne che assorbono la violenza dell’ambiente in cui vivono; il Mexico luogo di frontiera, rifugio, alter-ego dell’America; personaggi accuratamente personalizzati con una morale (diciamocelo, da un lato Pat si ricorda benissimo quando lui e Billy erano amici ed ora che è la legge non abuserà del suo ruolo, della sua posizione, dall’altro invece sa bene dove finisca l’amicizia e cominci il suo compito, quello dell’essere il nuovo sceriffo della città mentre Billy è rimasto un criminale da strapazzo dai modi tanto simpatici quanto risoluti).

Un film magnifico che consiglio a tutti voi, uno dei migliori se non il migliore Sam Peckinpah.

Note.
Il 31 dicembre 2010 il governatore del Nuovo Messico Bill Richardson, dopo aver esaminato il caso, ha negato la concessione di una grazia postuma a Billy the Kid, 129 anni dopo la sua morte, confermando la decisione del governatore di allora, Lewis Wallace.

2 commenti

  1. Bisturi / 21 Settembre 2013

    Bella recensione @donmax , film stratosferico, virile e romantico come un gran romantico considero Mr. Sam Peckinpah, un regista di film duri, spietati e crepuscolari ma che ritengo abbiano molto a che fare con l’amore. E’ una mia idea!!!

  2. DonMax / 21 Settembre 2013

    si in parte è vero, hanno a che fare con l’amore ma vi è anche della subordinazione della donna rispetto all’uomo.

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