Al di là dell’odio e dell’amore / 29 Dicembre 2016 in Oceania
Sì è vero, la Disney non punta all’originalità del soggetto. Sottolinea piuttosto la caratterizzazione geografica e antropologica di una classica storia di uscita dal proprio limite, cogliendo così le peculiarità locali di fiabe e leggende. Del resto è proprio questa la chiave di lettura del mondo; sono in fondo molto simili culti e tradizioni, come parti di uno stesso grandioso disegno. Dal bayou de “La principessa e il ranocchio” ai ghiacci di “Frozen” siamo giunti alle sconfinate distese oceaniche di questo magnifico “Oceania”; c’è sempre una principessa al centro, c’è ancora un viaggio, una ricerca delle proprie radici e di un futuro migliore. Come giustamente molti hanno notato, la colonna sonora si è fatta più trascinante, fuori dalle sonorità più commerciali e easy alla Frozen, riscoprendo il patrimonio musicale di quell’ignoto continente blu che tanto ci affascina quando ruotiamo un mappamondo. Che dire dell’animazione se non: ma davvero si potrà ancora fare di meglio? La principessa Vaiana (noi italiani la conosceremo così, e vabbè, sinceramente non vedo ‘sto grande problema) con il nerboruto e vanitoso semidio Maui è una coppia di amici (e qui forse sta il punto più originale, non c’è una storia d’amore) che funziona bene, piace a grandi e piccini mettendo finalmente su un piano di confronto (e non di scontro, nè di banale seduzione) la dicotomia uomo-donna. Una storia di formazione reciproca al di là dell’odio e dell’amore, per il bene altrui.
Il punto più bello e poetico dell’animazione è l’antropomorfizzazione dell’isola e il suo ritornare roccia rannicchiandosi e adagiando le sue sinuose e verdi forme femminili.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.